sabato 21 gennaio 2017

Tanto quelli di Sea Shepherd vi prendono…

La flotta baleniera giapponese ha lasciato il Giappone lo scorso 18 novembre con l’obiettivo di uccidere la quota “auto assegnatasi” di 333 balenottere minori nelle acque antartiche. È la seconda volta che le navi nipponiche tornano nell’Oceano del Sud dopo la sentenza del 2014 della Corte Internazionale di Giustizia che aveva dato ragione all’Australia nel contenzioso contro il Giappone, chiamato in giudizio nel 2010 sulla caccia alle balene perché ritenuta “mera attività commerciale” e non “ricerca scientifica” come dichiarato dai giapponesi nel tentativo di raggirare il divieto internazionale di caccia del 1986. “Il Giappone deve revocare i permessi, le autorizzazioni o le licenze già rilasciate nell’ambito del Jarpa II [il millantato “piano sulla ricerca”] e non deve concedere eventuali nuove licenze nell’ambito dello stesso programma”, aveva dichiarato il giudice Peter Tomka nel 2014 con una sentenza che era stata salutata dal WWF come “una vittoria importante per gli sforzi di protezione delle balene e un chiaro invito a fermare la caccia nell’Oceano Antartico”. Ma l’obiettivo di tutelare il Santuario dei cetacei in Antartide è rimasto lettera morta visto che il Governo di Canberra, per non compromettere gli accordi commerciali con Tokyo, ha “sacrificato la causa delle balene” evitando qualunque pressione diplomatica sul Giappone.

Rimarrà quindi impunita l’illegale caccia ai cetacei nell’Oceano del Sud? Difficile, visto che la flotta baleniera giapponese potrà anche sfuggire ai tribunali internazionali, ma non a Sea Shepherd, che ha dato il via all’”Operazione Nemesis”, la sua 11ª campagna antartica per fermare il massacro dei cetacei. L’organizzazione internazionale senza fini di lucro, che dal 1977 cerca di fermare la distruzione dell’habitat naturale e il massacro delle specie selvatiche negli oceani del mondo, è salpata in dicembre dall’Australia con la Steve Irwin, la nave ammiraglia e la Ocean Warrior, il nuovo pattugliatore veloce. “Non sarebbe compito di Sea Shepherd affrontare nuovamente i balenieri, ma è giunto il momento che il Giappone rispetti la Corte Internazionale di Giustizia, La Corte Federale Australiana e la moratoria globale sulla baleneria commerciale e ponga fine alla caccia alle balene per cosiddetti scopi di ricerca scientifica condotta con metodi letali a largo delle coste antarticheha spiegato Jeff Hensen, Coordinatore Nazionale di Sea Shepherd Australia.

Già il 23 dicembre scorso il pattugliatore Ocean Warrior aveva intercettato una delle navi della flotta giapponese di bracconieri di balene. La nave arpionatrice è stata localizzata approssimativamente a 165 miglia a nordest della base australiana di Casey, all’interno del Santuario dei Cetacei nell’Oceano del Sud mentre le navi di Sea Shepherd erano “a caccia” della nave principale della flotta baleniera giapponese, la macelleria galleggiante conosciuta come Nisshin Maru. “Trovare una delle navi assassine nascosta dietro un iceberg nella nebbia fitta significa che il resto della flotta è nelle vicinanze,” aveva spiegato il Capitano della Ocean Warrior, Adam Meyerson. La nebbia lo scorso mese ha causato una diminuzione della visibilità per la flotta baleniera, un’ottima notizia per le balene. “Le balene stanno ricevendo più protezione dalle condizioni climatiche che dal governo australiano” ha dichiarato il senatore dei Verdi australiani Peter Whish-Wilson che ha ricordato come “Sebbene io applauda Sea Shepherd per ciò che sta facendo nel Santuario dei Cetacei nell’Oceano del Sud, localizzando la flotta baleniera giapponese, è incredibile che siano loro a dover fare il lavoro del governo australiano”.

Ma anche la nebbia delle scorse settimane non è stata sufficiente a proteggere le balene perché Sea Shepherd la scorsa settimana ha trovato, sempre nel Santuario dei Cetacei, la baleniera Nisshin Maru con una balenottera comune morta sul flensing deck. Il cetaceo catturato ed ucciso è il primo ad essere documentato da quando nel 2014 la Corte internazionale di giustizia ha definito illegale la caccia alle balene in Antartide. “Quando il nostro elicottero si è avvicinato, l’equipaggio della Nisshin Maru ha tentato di  nascondere la balena macellata con un telone cerato, mentre le navi arpionatrici della flotta, Yushin Maru e Yushin Maru 2, hanno rapidamente coperto i loro arpioni” ha spiegato la ong.  Per Meyerson “Gli assassini di balene della Nisshin Maru sono stati presi in flagrante mentre catturano e macellano balene nell’Australian Whale Sanctuary. La Steve Irwin  ha interrotto le loro operazioni illegali e li ha ripresi mentre stavano cercando di nascondere le prove”. Per Wyanda Lublink, capitano della  Steve Irwin “Il fatto che l’equipaggio giapponese sia andato  a coprire i loro arpioni e la balenottera minore morta sul ponte dimostra che sanno quello che stanno facendo è illegale. Sanno di stare violando la sentenza della Corte internazionale di giustizia e della Corte federale australiana. Come può il governo australiano ignorare queste azioni quando la maggior parte degli australiani condannano quello che stanno facendo?”.

Sempre nel 2014, infatti, anche l’Australian Federal Court aveva stabilito che l’industria baleniera giapponese violava la legge uccidendo per fini commerciali balene protette nell’Australian Whale Sanctuary. La scoperta da parte di Sea Shepherd della nave-mattatoio e della balenottera comune macellata è quindi particolarmente imbarazzante per il Giappone, anche perché è arrivata poco dopo la visita di Stato in Australia del primo ministro giapponese Shinzo Abe. Jeff Hansen, direttore di Sea Shepherd Australia, ha sottolinea che “La mancanza di azione da parte del governo Turnbull, mentre le balene vengono uccise nelle acque australiane, appena un giorno dopo che il primo ministro del Giappone è stato in visita di stato in Australia, dimostra che il governo non ha spina dorsale quando si tratta di tutelare il desiderio degli australiani di difendere l’Australian Whale Sanctuary”. Solitamente i giapponesi cacciano le balene da dicembre a marzo e per i prossimi mesi a vigilare sui cetacei dell’artico ci saranno a quanto pare solo le due navi di Sea Shepherd con i loro 50 membri di equipaggio. Ai balenieri giapponesi non rimane che ricordare: tanto quelli di Sea Shepherd vi prendono…

Alessandro Graziadei

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