domenica 17 febbraio 2019

A.A.A. cercasi coperture economiche e insegnanti di sostegno

Per quanto riguarda gli interventi di integrazione scolastica, incluse le spese del personale per i docenti di sostegno, la legge di Bilancio 2019 prevede per l’istruzione di primo ciclo 3,49 miliardi nel 2019, riducendo di circa 70 milioni la previsione approvata dalla precedente manovra, mentre per l’istruzione di secondo ciclo, 1,45 miliardi, con una spesa in lenta diminuzione che toccherà il miliardo in meno nel 2021. Traducendo queste cifre appare verosimile pensare ad un futuro taglio del personale docente di sostegno e una sensibile diminuzione delle ore dedicate agli alunni con disabilità. Come ha ricordato il 3 gennaio l’Istat nel report L’inclusione scolastica: accessibilità, qualità dell’offerta e caratteristiche degli alunni con sostegnorelativo all’anno scolastico 2017/18, nell’ultimo anno scolastico a fronte di 248 mila studenti con disabilità, in 71 mila sono già rimasti senza insegnanti di sostegno e i docenti assegnati sono stati nel 36% dei casi insegnanti curricolari precari e non specializzati. Più di un insegnante di sostegno su tre, in Italia, non ha quindi la specializzazione sul sostegno, “non solo per la mancanza di coperture economiche”, ma anche “perché la graduatoria degli insegnanti specializzati per il sostegno non è sufficiente a soddisfare la domanda”.

Per la prima volta l’indagine ha esteso il campo di osservazione anche alla scuola dell’infanzia, oltre alla primaria e alla secondaria di secondo grado, fornendo così un quadro d’insieme di tutte le scuole del territorio nazionale. Gli alunni con sostegno che frequentano solo la scuola primaria e secondaria di primo grado ammontano complessivamente a 165.260, il 3,7% degli alunni complessivi, una quota in continua crescita con un incremento, negli ultimi 10 anni, di oltre il 27%. L’incremento degli alunni con sostegno, che ha interessato le scuole primarie e secondarie di primo grado negli ultimi anni, si osserva per ogni tipologia di disabilità, tuttavia la quota maggiore è imputabile all’aumento di alunni con disturbo dello sviluppo che negli ultimi 5 anni sono quasi raddoppiati, “passando - secondo l’Istat -  da poco più di 22mila nell’anno scolastico 2013/2014 a oltre 43mila nell’anno scolastico 2017/2018, in linea con quanto rilevato dagli studi epidemiologici internazionali”.

Il problema più frequente è la disabilità intellettiva che riguarda il 46% degli alunni con sostegno; seguono i disturbi dello sviluppo e quelli del linguaggio (rispettivamente 25% e 20%). Molti gli alunni che hanno più di un problema di salute, circa il 48% e tra questi il 6% ha problemi di autonomia più gravi, in quanto non è in grado di svolgere in autonomia nessuna delle attività didattiche. Gli alunni con gravi problemi di autonomia dispongono mediamente di 12,9 ore settimanali di assistenza e passano la maggior parte del loro tempo all’interno della classe, in media 27,4 ore settimanali per la scuola primaria e 25,3 per quella secondaria. Svolgono attività didattica al di fuori della classe solo per un numero residuale di ore, in media 3 ore settimanali nella scuola primaria e 4 nella scuola secondaria di primo grado. Purtroppo, nonostante le numerose esperienze scolastiche che raccontano di buoni percorsi integrativi  degli alunni disabili, la partecipazione dei ragazzi con sostegno alle gite d’istruzione con pernottamento è estremamente limitata: “si stima che non partecipino il 76,4% degli alunni con sostegno nella scuola primaria e il 60,3% nella scuola secondaria di primo grado”. 

Anche se le ore di sostegno settimanali dovrebbero essere integrate in entrambi gli ordini scolastici, gli insegnanti a disposizione dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze sono solo 156mila con un rapporto di 1,5 alunni per insegnante. Circa il 5% delle famiglie di alunni con sostegno, infatti, ha presentato negli anni un ricorso al Tar per ottenere l’aumento delle ore e la continuità del rapporto tra il docente e l'alunno che non risulta ancora garantita, tanto che durante quest'anno scolastico “il 41% degli alunni ha cambiato insegnante rispetto all’anno precedente”. Dal dettaglio territoriale emerge una maggiore dotazione di insegnanti per il sostegno nelle regioni del Mezzogiorno e a causa della carenza di insegnanti specializzati, si riscontra la più grossa quota di insegnati per il sostegno selezionata dalle liste curriculari nelle regioni del Nord, dove la quota sale al 49% mentre si riduce considerevolmente nel Mezzogiorno scendendo al 21%. 

Nonostante la significativa presenza di disabili nelle scuole italiane permangono per l’Istat altri limiti al diritto allo studio, a cominciare dall’accessibilità, visto che  “soltanto il 32% delle scuole risulta accessibile dal punto di vista delle barriere fisiche: più critica la situazione del Mezzogiorno dove soltanto il 26% di scuole è a norma. Il quadro peggiora se si considera la presenza di barriere senso-percettive che ostacolano gli spostamenti delle persone con limitazioni sensoriali”. La percentuale di scuole accessibili scende in questo caso al 18% e ancora una volta la quota più bassa si registra nelle regioni del Mezzogiorno. Una condizione che non migliora quando si parla della tecnologia, che può essere un “facilitatore” nel processo d’inclusione scolastica, soprattutto nel caso in cui sia facilmente fruibile dai disabiliPurtroppo non sempre è così e secondo i ricercatori Istat, per il 9% degli alunni con sostegno, gli ausili didattici utilizzati a scuola risultano poco o per nulla adeguati alle loro esigenze e “la collocazione in ambienti dedicati, esterni alla classe, spesso rischia di ostacolare l’interazione tra gli alunni e impedire l’utilizzo quotidiano dello strumento a supporto della didattica”. 

A ben vedere non siamo davanti ad un problema recente. La Federazione Italiana Superamento Handicap (Fish) già lo scorso anno, aveva evidenziato non poche criticità attorno al diritto allo studio degli alunni con disabilità. Presentando in ottobre i dati emersi da un’indagine tra 1.600 famiglie aveva ricordato che “il 41% delle famiglie denuncia la mancanza della figura del sostegno e fra queste il 30% dichiara di essere stato invitato a non portare a scuola il proprio figlio o di ridurne la frequenza”. Anche per la Fish un altro dato preoccupante era quello relativo alla reale specializzazione degli insegnanti di sostegno assegnati: “solo il 30% risulta in possesso, stando alle dichiarazioni delle famiglie, dei relativi titoli”, dato che come abbiamo visto è peggiorato in questo anno scolastico. Per Vincenzo Falabella, Presidente della Fish la situazione “impone la necessità di un confronto immediato con il Ministro dell’Istruzione per sollecitare l’attuazione dei decreti applicativi della legge sulla buona scuola, rimarcando l'importanza di realizzare una piena tutela dei diritti degli studenti con disabilità”. Il Ministro Marco Bussetti saprà farsi valere e trovare posto nell'agenda politica di questo governo assillato sempre e solo dai migranti?

Alessandro Graziadei

Nessun commento:

Posta un commento