venerdì 6 settembre 2019

Impariamo a “leggere” la montagna!

Alla luce degli ultimi episodi di cronaca che hanno visto due alpinisti spagnoli soccorsi sulle Tre Cime di Lavaredo e un ragazzo perdere la vita in Valsorda, non fa male riprendere alcuni suggerimenti del Soccorso Alpino – Servizio Provinciale Trentino che anche in questo ultimo scorcio d’estate invita tutti gli escursionisti a non sottovalutare mai la montagna e a scegliere con cura l’itinerario, l’abbigliamento e l’attrezzatura più adeguati alle nostre capacità e alle condizioni ambientali che scegliamo di affrontare. Occorre quindi partire preparati e imparare a “leggere” la montagna, a cominciare da quelle condizioni meteorologiche che in alta quota possono cambiare rapidamente. “Specialmente sull’arco Alpino i temporali sono molto diffusi, di norma sono più probabili nelle ore pomeridiane e più diffusi nel periodo estivo con le giornate calde e ricche di umidità”.

I temporali costituiscono una notevole insidia non solo per le scariche elettriche dei fulmini, ma anche per i rischi derivati dal brusco calo della temperatura, dalle precipitazioni e dal vento che aumenta la perdita di calore del corpo umano. Per questo gli uomini del Soccorso ci ricordano che “la prima prevenzione si ottiene partendo presto e programmando di essere al sicuro nel primo pomeriggio. In particolar modo nelle ascensioni a vette aguzze e su creste affilate, quando possibile in caso di minaccia imminente è opportuno saper rinunciare alla vetta, quindi, la migliore difesa dai temporali e dai fulmini resta ovviamente quella di ritirarsi per tempo”. Qualora poi si venisse sorpresi da un temporale è importante “evitare alcune zone come le vette, le creste e i crinali, i camini dove scarica l’acqua, i grandi massi e gli alberi isolati ed è importante abbandonare le zone esposte dove è facile cadere o scivolare. Il comportamento migliore è quello di evitare anche assembramenti in ripari naturali, ma prendere l’acqua in un posto aperto lontano dai pericoli, possibilmente dopo aver allontanato tutto il materiale alpinistico metallico e l’attrezzatura elettronica”. 

Esistono oramai molti sistemi di previsione facilmente accessibili ed estremamente affidabili che gli uomini del Soccorso Alpino raccomandano di controllare sempre prima di ogni escursione, possibilmente osservando anche più di un bollettino e consultando quelli che trattano il dettaglio della zona che ci interessa. Per ogni emergenza poi è importante memorizzare il numero 112 adatto per tutte le chiamate di soccorso, anche quando ci si trova in montagna. Durante la telefonata è importante rimanere calmi e rispondere dettagliatamente all’intervista dell’operatore che ci chiederà il luogo esatto dell’incidente, l’attività svolta, il numero di persone coinvolte, il numero dei feriti, le loro condizioni sanitarie, la dinamica dell’incidente e le condizioni meteorologiche sul luogo. Per favorire al meglio l’intervento del Soccorso Alpino, infine, è importante “lasciare libera la linea telefonica dalla quale si sono allertati i soccorsi, mantenere la ricezione del telefono e concordare con il Soccorso Alpino tutte le operazioni che si intendono intraprendere”. 

Per evitare il peggio saper leggere la montagna significa prima di tutto “saper rinunciare” se le condizioni lo impongono, ma se qualcosa dovesse anche in questo caso andare storto consola sapere che siamo in ottime mani, visto che tra il 7 e il 9 giugno, durante la terza edizione del Canyon Rescue Race a Storo, un’esercitazione di soccorso in forra aperta a squadre dei Gruppi Tecnici Forre del Soccorso Alpino di tutta Italia, il gruppo tecnico della delegazione trentina si è aggiudicato la prima posizione. Questa iniziativa, che ha confermato come nel 2018 per i tempi di percorrenza degli interventi e la corretta esecuzione delle manovre l’eccellenza trentina, davanti agli uomini dell’Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia, non è stata semplicemente una competizione, ma un’importante occasione utile ai soccorritori per approfondire tematiche inerenti la sicurezza in montagna e il lavoro di squadra

Alessandro Graziadei

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