domenica 29 marzo 2015

Ucraina: un’altra infanzia perduta?

Cosa sappiamo dell’Ucraina? Intendo cosa sappiamo veramente, non solo della genesi, ma anche del drammatico evolversi di questa vera e propria guerra alle porte dell’Europa? Come affermava Eschilo “In guerra la prima vittima è sempre la verità” e chi sia veramente il “cattivo” è difficile capirlo. Così anche dopo l’accordo di Minsk del 12 febbraio scorso, che doveva portare ad un cessate il fuoco entro 3 giorni, l’esercito di Kiev e i non meglio identificati “Separatisti filorussi” hanno continuato a spararsi nell’assordante silenzio stampa che molti media operano da mesi su questa guerra civile che infiamma la periferia d’Europa. 

Ma se poco sappiamo su cosa accade al fronte (come forse non sapremmo mai chi, lo scorso 17 luglio, ha abbattuto sopra i celi dell’Ucraina l’aereo della Malaysia Airlines MH17, in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur) alcune certezze in questo conflitto ci sono: “La guerra in Ucraina ha ucciso quasi 6 mila persone, ne ha ferite più di 15 mila e ha portato la popolazione allo stremo delle forze. Le Nazione Unite stimano in 5 milioni le persone che necessitano di un aiuto umanitario per questioni relative alla salute, all’alimentazione, alla sicurezza. Tra loro centinaia di migliaia di bambini a cui mancano cibo, alloggi e cure” particolarmente vulnerabili perché vivono nelle regioni colpite dal conflitto o hanno dovuto lasciare le loro case a causa della guerra. 

A raccontarlo sono Soleterre e Amici dei Bambini (Ai.Bi), due ong attive in Ucraina da più di 10 anni con progetti dedicati alla cura e al sostegno dei minori, che lo scorso 19 marzo hanno lanciano un appello comune all’opinione pubblica italiana perché “non lasci soli gli ucraini” e al mondo della cooperazione “per la creazione di un consorzio che intervenga immediatamente per migliorare la grave situazione socio-sanitaria in cui versa il Paese”. Sebbene, infatti, l’United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA) abbia stimato in 316 milioni di dollari i fondi necessari per ripristinare condizioni di vita dignitose, ad oggi risultano erogati soltanto 37 milioni di dollari. Per questo agire con interventi integrati che permettano di massimizzare l’efficacia pare sia ormai diventato imprescindibile per sopperire alla debole reazione e alla scarsa tempestività negli aiuti della comunità internazionale. “Invitiamo l’opinione pubblica italiana - hanno chiesto le due realtà - istituzioni, cittadini, imprese, a mobilitarsi e a sostenere le azioni e i progetti in favore dei cittadini ucraini, ed in particolare dei bambini, vittime di un terribile conflitto che si sta consumando a due passi da casa nostra, nel cuore dell’Europa”.

“Soleterre lavora in Ucraina con i bambini malati di cancro - ha dichiarato Damiano Rizzi, presidente di Soleterre - da più di 10 anni. Sosteniamo ogni anno 2.000 bambini con le loro famiglie, 2 ospedali pubblici, 10 associazioni locali e promuoviamo la formazione del personale medico e paramedico. Abbiamo aperto una casa d’accoglienza che ogni anno ospita 80 famiglie con bambini malati di cancro. Questi mesi di conflitto hanno quasi azzerato i progressi fatti e la situazione socio sanitaria non è mai stata così precaria con mancanza di medicine, strumentazioni e posti letto. Da ottobre scorso con la nostra campagna #EmergenzaUcraina abbiamo cercato di fare ancora di più, aiutando anche le famiglie di sfollati che si sono spostate nella capitale per curare i propri figli. Ma per essere più incisivi e apportare significativi miglioramenti è adesso necessaria un’azione coordinata che può essere realizzata solo unendo le forze e le capacità delle varie associazioni e organizzazioni non governative italiane”.

Davanti all'emergenza Soleterre ha attivato il Programma Internazionale per l’Oncologia pediatrica (PIOP) anche in Ucraina, indispensabile a far fronte all'aumento del costo dei farmaci antitumorali che hanno rincari anche dell'80%, e dal 30 marzo al 12 aprile 2015 sarà possibile sostenere il PIOP donando 2 Euro con un sms al 45501 da cellulari TIM, Vodafone, Wind, 3, Poste mobile, Coopvoce oppure 2 euroda rete fissa TWT al 45501 o 2 o 5 euro da rete fissa Telecom, Infostrada, Fastweb. "Il costo dei farmaci e l’impoverimento della popolazione è il grave problema che stiamo affrontando in Ucraina - ha spiegato Natalia Onipko, presidente di Zaporuka, associazione gemella di Soleterre nel Paese - che aumenta ogni giorno a causa della mancanza di lavoro e della svalutazione della grivna. Se prima le famiglie con un bambino malato di cancro potevano contare sull’aiuto di parenti o amici, ora anche gli enti caritatevoli faticano a dare un sostegno. Le organizzazioni come Zaporuka e Soleterre continuano a fare la loro parte, sia nei reparti che nella casa di accoglienza. Ma sempre più famiglie ci chiedono aiuto economico e le richieste sono troppe per soddisfarle tutte. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti".

Accanto a Soleterre, in questa battaglia contro le nefaste conseguenze belliche sui minori, al momento c’è Ai.Bi. “Come sempre, i più deboli si trovano nelle condizioni di maggiore necessità - ha precisato Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini -. Ai bambini dai 0 ai 3 anni manca il latte in polvere, la maggior parte delle mamme ha perso la capacità di allattare a causa dello stress post traumatico, alimenti specifici, pannolini, sapone e indumenti. I bambini più grandi hanno bisogno di recuperare dal trauma di aver assistito alla violenza del conflitto. E tutto ciò accade a poche ore di volo dall’Italia, vicinissimo ai nostri confini, alle nostre case: nonostante ciò è una guerra ignorata da tutti”. Ai.Bi. attiva in Ucraina dal 1999 sia con progetti di cooperazione allo sviluppo che di adozione internazionale operando con i minori abbandonati negli istituti, si propone con questa campagna di raggiungere gli 8.000 bambini sfollati nell’area rurale di Kharkiv attraverso la distribuzione di latte in polvere e alimenti per le fasce più deboli dell’infanzia (bambini 0-3 anni), kit igienici, indumenti e la creazione di ludoteche, luoghi protetti dove i bambini grazie al gioco, alla relazione e al supporto di psicologi e animatori specializzati hanno l’opportunità di superare i traumi causati dalla guerra. 

Si tratta di un investimento sul futuro del Paese, perché in un Ucraina allo sbando è fondamentale aiutare questi bambini a superare choc che rischiano di essere altrimenti indelebili. Al momento la guerra per le ong rischia di cancellare tutti i progressi compiuti fino ad oggi in favore di bambini e ragazzi in condizione di vulnerabilità in ambito sanitario, psico-sociale, educativo e del lavoro e quelli portati avanti per combattere l’emergenza abbandono. Il rischio di un’altra infanzia perduta come si è verificato con le guerre nei Balcani è alto. Da qui l’appello alle altre Ong “per unire le forze e le nostre campagne a favore dei più deboli. Non si può più fare finta di nulla” ha concluso Griffini.

Alessandro Graziadei

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