sabato 8 gennaio 2022

È stato un 2021 “disastroso”

Uragano Ida danni per 65 miliardi di dollari, alluvioni in Europa 43 miliardi di dollari, tempesta invernale in Texas 23 miliardi di dollari, alluvioni nell’Henan in Cina 17.6 miliardi di dollari, alluvioni nella British Columbia in Canada 7.5 miliardi di dollari, ondata di caldo in Francia 5.6 miliardi di dollari, alluvioni in Australia 2,1 miliardi di dollari, ciclone Yaas in India e Bangladesh 3 miliardi di dollari, tifone In-fa in Cina, Filippine e Giappone 2 miliardi di dollari e Ciclone Tauktae in India, Sri Lanka e Maldives "solo" 1.5 miliardi di dollari. È stato un 2021 “disastroso” dal punto di vista meteorologico con danni per miliardi di dollari. Anche se non tutti gli eventi più estremi sono stati causati dai cambiamenti climatici o sono collegabili al riscaldamento globale, sempre più studi rivelano delle evidenti connessioni. Un esempio è il nuovo rapporto “Counting the cost 2021 A year of climate breakdown”. Pubblicato dalla ong Christian Aid, mette in evidenza i precedenti 10 eventi climatici finanziariamente più devastanti del 2021 e altri 5 eventi che lo scorso anno, pur comportando un costo finanziario inferiore agli 1,5 miliardi di dollari, hanno avuto effetti umani devastanti come la siccità del fiume Paraná (Argentina, Paraguay, Brasile), le alluvioni in Sud Sudan, la crisi del Lago Ciad (Nigeria, Niger, Ciad, Camerun), la pacific Northwest heatwave (Usa, Canada) e la siccità in Africa Orientale (Kenya, Etiopia, Somalia). Per la famosa climatologa britannica Friederike Elly Luise Otto del Grantham Institute for Climate Change and the Environment dell’Imperial College di Londra non ci sono dubbi: "Ogni fenomeno atmosferico che sta avvenendo nel mondo è reso più probabile e più intenso dai cambiamenti climatici indotti dall’uomo”.


Le analisi del  “Sixth Assessment Eeport” pubblicato lo scorso anno dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) spiegano che l’influenza antropica sugli uragani e i cicloni tropicali sia ormai molto più che evidente: “La proporzione di cicloni tropicali, il picco delle velocità medie del vento dei cicloni tropicali e la velocità di picco del vento dei cicloni tropicali più intensi aumenterà su scala globale con l’aumento del riscaldamento globale”. Solo poche settimane dopo l’uscita di questo rapporto IPCC l’uragano Ida ha colpito gli Stati Uniti causando 95 morti e come abbiamo ricordato la cifra record di 65 miliardi di dollari di danni, costringendo migliaia di persone in Louisiana a fuggire dalle loro case e scatenando alluvioni in diversi Stati e città Usa, compresa New York che ha emesso per la prima volta un'allerta rossa per inondazioni improvvise. Il secondo evento più costoso dal punto di vista finanziario nel 2021 sono state le diffuse alluvioni europee nel mese di luglio, dove al confine tra Germania, Belgio e Lussemburgo, Olanda e Francia sono morte 240 persone provocando danni per oltre 43 miliardi di dollari. Lo scorso anno i maggiori impatti finanziari dovuti ad eventi legati al “climate change” ci sono stati nei Paesi ricchi, ma in molti Paesi poveri inondazioni e tempeste hanno causato migliaia di rifugiati climatici, centinaia di morti e gravi danni alle infrastrutture e alle abitazioni. 


In realtà gli analisti di Christian Aid hanno spiegato bene come “la maggior parte degli eventi meteorologici dell’elenco sono stati verificati nei paesi sviluppati perché è più facile stimare le perdite finanziarie derivanti da indennizzi assicurativi e queste sono solitamente disponibili nei Paesi più ricchi, dove le persone possono permettersi di assicurare la propria casa e le proprie attività”. Gli eventi climatici estremi nei Paesi poveri, dove è più difficile accertare l’impatto finanziario, hanno però, per via delle minori capacità di intervento e prevenzione, impatti più tragici sulle persone. Nelle inondazioni in Sud Sudan, per esempio, Paese già devastato da una guerra civile e dalla siccità, questi fenomeni hanno provocato lo sfollamento di 800.000 persone, mentre 200.000 esseri umani hanno dovuto spostarsi per sfuggire al ciclone Tauktae che ha colpito l’India, lo Sri Lanka e le Maldive a maggio. Per una delle autrici del rapporto, Kat Kramer di Christian Aid  “I fenomeni climatici generano un enorme impatto umano. Ovviamente, perdere la casa, i mezzi di sussistenza e tutto il resto, e non avere le risorse per ricostruire è incredibilmente difficile. Considerando che almeno se hai un’assicurazione, hai qualche meccanismo per ricostruire”. Anche se buona parte del Mondo non può permettersi una assicurazione, secondo la compagnia di assicurativa Aon, una delle fonti dei dati della ricerca, “è probabile che il 2021 sia la quarta volta in cinque anni che le catastrofi naturali globali costano più di 100 miliardi di dollari”. Per questo il rapporto evidenzia la necessità di fare “Maggiori sforzi per ridurre le emissioni di anidride carbonica e per ridurre gli impatti futuri legati alle condizioni meteorologiche” e invita la diplomazia climatica globale “A stanziare i soldi per gli aiuti nei Paesi più poveri che subiscono enormi perdite economiche e che ne hanno più bisogno”.


Eppure la 26esima Conferenza delle parti Unfccc di Glasgow (COP26) lo scorso anno è fallita anche nel campo del finanziamento delle perdite e dei danni causati da eventi legati al clima: “Mentre i Paesi in via di sviluppo volevano i contanti come risarcimento per le colpe storiche dei Paesi sviluppati che ricadono sulle spalle di chi non ha colpa, i Paesi ricchi hanno detto che bisogna ancora discutere la questione” ha ricordato Nushrat Chowdhury, consigliere per la giustizia climatica di Christian Aid in Bangladesh. “Sebbene sia stato bello vedere il problema delle perdite e dei danni diventare un tema importante della COP26, - ha concluso Chowdhury - è stato amaramente deludente andarsene via senza un fondo istituito per aiutare effettivamente le persone dei paesi impoveriti che stanno soffrendo enormi perdite permanenti a causa del cambiamento climatico”. Dare vita a questo fondo potrebbe essere una delle priorità globali di questo 2022.


Alessandro Graziadei


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