Dice un proverbio dei nativi americani che “qualunque cosa capiti agli animali presto capiterà all’uomo”. In questo detto la saggezza indiana non ci racconta semplicemente che tutti gli esseri viventi sono, loro malgrado, accomunati dallo stesso destino, ma ci fa intuire quello che Milan Kundera ha ben sintetizzato ne L’insostenibile leggerezza dell’essere ricordandoci che “La bontà umana, in tutta la sua purezza e libertà, può venir fuori solo quando è rivolta verso chi non ha nessun potere. La vera prova morale dell’umanità, quella fondamentale, è rappresentata dall’atteggiamento verso chi è sottoposto al suo dominio: gli animali”. Sulla base di questa intuizione, “Vent’anni di Antizoomafia”, l’ultima edizione del Rapporto Zoomafia della LAV uscito con il patrocinio della Fondazione Antonino Caponnetto alla fine dello scorso anno, non è certo ben augurante rispetto agli esiti della nostra "prova morale". Combattimenti tra cani, corse clandestine di cavalli, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica, traffico di cuccioli, infatti, sono solo alcuni tra i principali crimini contro gli animali quotidianamente gestiti dalla criminalità organizzata del Belpaese.
In questo delicato quadro che riguarda tutta l'Italia, la Campania risulta essere tra le regioni più a rischio per quanto riguarda la criminalità zoomafiosa. Come ha ricordato Ciro Troiano, che ha curato questa ventesima edizione del Rapporto, “I profitti economici legati allo sfruttamento criminale degli animali rappresentano una fonte di guadagno importante per vari gruppi di delinquenti dediti a tali traffici. In particolare i gruppi campani estendono la loro azione criminale anche in altre regioni, si pensi al traffico di cuccioli, ai combattimenti tra cani o alle corse clandestine di cavalli”. L’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV, come ogni anno, ha così chiesto alle Procure Ordinarie e a quelle presso i Tribunali per i Minorenni campani, i dati relativi al numero totale dei procedimenti penali avviati nel 2018 e il numero di indagati per reati a danno di animali. “Proiettando la media dei dati pervenuti su scala regionale - ha spiegato Troiano - si può stabilire che nel 2018 in Campania sono stati registrati 773 procedimenti (il 7,94% di quelli nazionali), con un tasso di 13,24 procedimenti ogni 100.000 abitanti; e 510 indagati (l’8,74% di quelli nazionali), con un tasso di 8,73 indagati ogni 100.000 abitanti”.
In pratica ogni 11 ore circa è stato aperto un fascicolo per reati a danno di animali, con una persona indagata ogni 17 ore circa. Nel 2018 nell’ambito territoriale delle otto Procure che hanno risposto, si è registrata una sostanziale stabilità del numero dei procedimenti rispetto al 2017, appena 3 in più, mentre c’è stata un’importante flessione del numero degli indagati del -26%. Se si considera che, notoriamente, i processi celebrati che arrivano a sentenza sono poco meno del 30%, e di questi solo la metà si conclude con sentenza di condanna, si capisce che i crimini contro gli animali che di fatto vengono puniti con una sentenza definitiva sono solo una minima parte rispetto a quelli realmente consumati. Per la LAV “L’auspicio è che una accresciuta consapevolezza e conoscenza di questi fenomeni illegali, possa favorire una attività investigativa e di contrasto sempre più efficace, perché il radicarsi dei fenomeni zoomafiosi nella società, o in aree di essa, è una minaccia purtroppo sempre più reale”. Non si tratta di un problema isolato, ma interconnesso con il malaffare, visto che in un tessuto sociale a rischio criminalità la violenza contro gli animali si intreccia spesso con altre forme di violenza.
Quali? Tra le principali emergenze zoomafiose viene segnalata quella dei combattimenti tra cani. Nel corso del 2018 sono stati sequestrati numerosi Pit bull tenuti in condizioni di cattività in allevamenti abusivi e trovati con vistose ferite da combattimento, quando non addirittura morti. Frequenti sono le corse clandestine di cavalli in piste spesso improvvisate in luoghi isolati e documentate in rete da decine di video. Dentro e fuori la Campania è molto attivo anche il traffico di cuccioli dall’Est Europa. Diverse inchieste e sequestri hanno individuato vere e proprie centrali di importazione e smistamento di cani spesso in condizioni igienico sanitarie critiche. Infine la caccia a danno di specie protette o in un periodo non consentito, il traffico di fauna selvatica, il furto venatorio e la pesca di frodo sono solo alcuni dei modi in cui viene esercitato il bracconaggio, un altro comparto molto redditizio gestito dalle zoomafie. In questi traffici non viene risparmiato nessun animale, dalla fauna aviaria ai datteri e ricci di mare, che assieme al tonno rosso e al pesce spada finiscono regolarmente nel mercato clandestino alimentato da ristoratori compiacenti. Chiudono il quadro le violazioni in ambito zootecnico dove si registrano ancora mattatoi abusivi, animali allevati senza documentazione, bovini non iscritti all’anagrafe e sprovvisti di marche auricolari, assenza dei registri di carico e scarico dei medicinali... Tutte situazioni che hanno portato al sequestro di numerosi allevamenti e aziende zootecniche totalmente sconosciute al fisco.
Per il già citato Kundera il nostro atteggiamento nei confronti degli animali era già preoccupante nel 1984 quando diede alle stampe L’insostenibile leggerezza dell’essere. Per lo scrittore ceco naturalizzato francese non c’erano dubbi e riallacciandosi a quanto già profetizzato dai nativi americani concludeva: “Sul rispetto nei confronti degli animali, l’umanità ha combinato una catastrofe, un disastro così grave che tutti gli altri ne scaturiscono”. Parole che ancora oggi suonano tristemente profetiche.
Alessandro Graziadei
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