“Essere orgogliose ed orgogliosi di quel che siamo”. È questo il senso più autentico dei Pride e dunque anche dell’Europride 2011, momento di visibilità europea di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT), che quest’anno ha preso il via a Roma il primo giugno con una ricca agenda di eventi che culmineranno nella parata di oggi, che sarà chiusa da Lady Gaga al Circo Massimo.
“Su invito del Comitato Roma EuroPride 2011 e grazie all’interessamento dell’Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia David Thorne, a cui va il nostro ringraziamento, - ha spiegato Rossana Praitano presidente dell’Europride 2011 - Lady Gaga ha deciso di partecipare al Pride di Roma: un’ulteriore conferma del suo sostegno alla causa della comunità LGBT”. Si tratta non solo di una presenza simbolica, ma di una vera boccata d’ossigeno per il comitato organizzatore che denunciava da mesi il vuoto politico intorno all'evento e il poco interesse delle imprese che avevano deciso di non investire in questo Europride come di solito accade all'estero.
Lo stesso clima, questa volta politico, denunciato anche Anna Paola Concia relatrice della legge contro l'omofobia bocciata per l’ennesima volta lo scorso 19 maggio in Commissione Giustizia della Camera nonostante la parlamentare si fosse battuta fino all'ultimo secondo per allargare l'aggravante della pena nei confronti non solo di chi commetteva reati contro omosessuali e transessuali, ma anche di categorie diverse come anziani e disabili. “Se l'artista statunitense ha deciso di partecipare all’Europride - ha dichiarato la Concia - evidentemente è perché conosce bene l'arretratezza del nostro paese su queste tematiche”.
Essere orgogliosi di quel che siamo “significa scegliere a testa alta i propri percorsi di vita e sessualità con consapevolezza e libertà - ha spiegato la Praitano nel documento politico del Pride romano - nel riconoscimento del medesimo spazio di libertà di qualunque altra persona. Nei Pride fondamentalmente si dichiara questo valore universale e si chiedono alle Istituzioni quelle norme e comportamenti che permettano il pieno sviluppo di questa libertà in chiave di uguaglianza”, ecco l’importanza del Pride e di una legge contro l’omofobia.
“L’Europa è uno spazio politico e sociale, plurale, democratico, aperto e accogliente - ha continuato la Praitano - Ma affinché tale concetto non sia solo una dichiarazione di principio, deve costantemente tradursi in riconoscimento di diritti delle minoranze, accoglienza, rispetto e cultura dell’inclusione, contro quell’egoismo e quelle chiusure verso le diversità che si stanno nuovamente diffondendo. Europa deve significare solidarietà fra popoli, tensione verso una reale unità politica e non solo economica, costruzione di una società basata su libertà, autodeterminazione e diritti”.
Proprio partendo da questi principi si articolano i vari temi e le rivendicazioni dell’Europride 2011, “ma va sottolineato - si legge ancora sul documento politico del Pride - che in Italia, al contrario della maggioranza dei paesi europei, non esistono norme o politiche specifiche che riguardino l’orientamento sessuale e l’identità di genere, tranne rare e frammentarie eccezioni”. Proprio per tale assenza di attenzione e di diritti sui temi LGBT, l’Italia si pone drammaticamente fuori dall’Europa, rendendo di particolar valore il Europride di Roma.
“Se è vero - ha spiegato Amnesty International che ha partecipato a tutta l’edizione romana - che tutt'oggi in Russia, Ucraina e Moldavia non è stato ancora possibile organizzare un Pride, mentre in diversi altri paesi europei tra cui Slovacchia, Ungheria, Bulgaria, Serbia, Estonia, Lettonia e Lituania le manifestazioni sono a rischio o hanno luogo senza un’adeguata protezione dagli attacchi omofobi [...] è vero anche che le autorità italiane dovrebbero garantire più sicurezza alle persone LGBT, colmando al più presto la lacuna legislativa costituita da una normativa che non considera i crimini contro l’orientamento sessuale e l’identità di genere alla stregua di quelli fondati su un altro tipo di discriminazione”. L’attuale Legge Mancino 205/1993 (.pdf), infatti, comprende solo razza, nazionalità, etnia e religione, ma non l'orientamento sessuale e l'identità di genere.
Proprio per questo la sezione italiana di Amnesty International parteciperà oggi al corteo romano con attivisti e simpatizzanti che sfileranno dietro il carro dell'associazione con fumetti e slogan come “Amare è un diritto umano” e “Human rights are my pride”, manifestando solidarietà verso tutte le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender che ancora, in Europa, “non sono libere di vivere e di esprimere il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere e vedono minacciato il loro diritto di manifestare in libertà e sicurezza” ha concluso Amnesty.
Ma per i promotori non si tratta di un problema “solo di leggi penali a tutela, quasi si fosse in presenza di una specie minorata da proteggere o come se i problemi della sicurezza fossero il solo parametro della vera convivenza civile. È indispensabile una presa di coscienza collettiva sociale e culturale, da costruire a vari livelli e costantemente, da parte di tutti i soggetti di un Paese, a partire da quelli politici e istituzionali”.
La felice e costruttiva prospettiva di una società capace di combattere l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia, come del resto il razzismo e altre forme di odio o discriminazioni, è quella del riconoscimento e valorizzazioni della ricchezza delle diversità. Per questo oggi l’Europride ha l'ambizione di riuscire a portare a Roma almeno un milione di persone per ricordare a tutti che “amare è un diritto umano”.
Alessandro Graziadei
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