domenica 10 luglio 2011

Italia: quando innovare vuol dire saper ricicla

Dal 18 giugno 2010, con il così detto decreto “Uno contro Uno”, i rivenditori hi-tech hanno l'obbligo di ritirare gratuitamente e smaltire in modo corretto i rifiuti nati da apparecchiature elettriche ed elettroniche (detti Raee), che il consumatore consegna al punto vendita al momento dell'acquisto di un nuovo elettrodomestico. I risultati di una video indagine di Greenpeace nel dicembre 2010 dimostravano ancora il mancato rispetto della legge per circa la metà dei negozi intervistati. Nel 63% dei casi, inoltre, non veniva neanche fornita la giusta informazione ai clienti sul ritiro gratuito, nonostante il decreto fosse entrato in vigore da sei mesi. Non solo. “Anche i centri, che dovrebbero accogliere i rifiuti di privati cittadini e dei distributori - dichiarava Greenpeace - sono insufficienti, non sempre accessibili alla grande distribuzione e in alcuni casi fatiscenti”.
Ma ora a che punto siamo? Si potrebbe parlare di “good news” o quanto meno di un deciso miglioramento rispetto ai risultati che otto mesi fa rendevano pubblici i volontari di Greenpeace. “Se nei sei primi mesi dall'entrata in vigore del decreto la quantità di Raee raccolta è stata di 4mila tonnellate, nel secondo semestre - ci ha spiegato Giancarlo Dezio, direttore generale del consorzio Ecolight, un sistema collettivo che offre il servizio di raccolta e smaltimento a più di tremila negozi in tutta Italia - abbiamo visto oltrepassare la quota delle 6mila tonnellate, con una crescita del 20% rispetto al precedente periodo”. Oggi ad un anno dal decreto “Uno contro Uno” e secondo i dati di Ecolight resi pubblici il 5 luglio oltre 10mila tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche sono state raccolte solo attraverso il circuito commerciale dei negozi.
Si tratta di un risultato che può ancora essere migliorato, sia nelle quantità, sia nella qualità della gestione operativa dell'intero sistema Raee, ma è indubbio che in un anno questo circuito di riciclo è cresciuto. “Dopo una partenza difficoltosa, il sistema è andato lentamente a regime - ha aggiunto Dezio - sforzi ulteriori devono essere fatti sul fronte della comunicazione e dell'informazione nei confronti dei consumatori perché manca all'appello la piccola elettronica di consumo, [...] che dovrebbe essere quella maggiormente interessata da questa normativa”, tuttavia anche i dati in mano al Centro di Coordinamento Raee un organismo previsto per legge, finanziato e gestito dai produttori e che coordina tutti i Sistemi Collettivi di riciclo a livello nazionale conta nel solo 2011 ben 60.411 ritiri con percentuali del 18% superiori al 2010.
La fase di raccolta di questi pericolosi scarti è determinante non solo per tutelare ambiente e salute, ma anche per incrementare l'occupazione e garantire talvolta il recupero di tutti i prodotti hi-tech ancora funzionanti. Insomma “innovare vuol dire saper riciclare” e talvolta lo si può fare anche con ricadute non solo ambientali, ma anche sociali. È il caso del progetto avviato a maggio per il reinserimento lavorativo dei detenuti della casa circondariale di Forlì. L'iniziativa, lanciata dal ministero della Giustizia, dal ministero del Lavoro e dalla Provincia di Forlì-Cesena, vede l'importante collaborazione del consorzio Ecolight e della cooperativa sociale Gulliver, per la realizzazione di un laboratorio dove i detenuti, attraverso lo smontaggio dei rifiuti elettrici ed elettronici, arrivano alla separazione dei diversi materiali per il recupero di materie prime.
L'obiettivo dichiarato, in un momento critico per le carceri italiane per l’assenza di fondi anche per progetti come questo, è formare persone che producono con “competenze professionali per raggiungere un’occupazione stabile nelle imprese profit del territorio, anche una volta saldato il proprio debito con la giustizia”, ha precisato Dezio. Inoltre piccoli elettrodomestici, apparecchiature informatiche, lampadari, utensili, giocattoli e grandi elettrodomestici ferrosi, ovvero rifiuti non pericolosi di provenienza prevalentemente domestica, possono trovare una nuova vita entrando in un circuito sistematico di riuso.
Nonostante i progressi e le potenzialità insite nel recupero dei Raee la situazione rimane però problematica soprattutto per quanto riguarda i centri di raccolta e stoccaggio. “Lo sforzo che il consorzio ha fatto in questa fase iniziale è stato notevole - ha continuato Dezio - per un anno Ecolight è andato incontro alle esigenze dei punti vendita, intervenendo anche quando le istituzioni nazionali e locali non erano in grado di dare delle risposte ai nodi ancora disattesi della nuova normativa”: cioè la possibilità di conferire i rifiuti raccolti dal circuito della distribuzione nelle isole ecologiche.
Infatti, secondo l'ultimo rapporto di Ancitel Energia e Ambiente, l’osservatorio degli enti locali sulla raccolta differenziata, “più del 46% dei centri di raccolta non ritirano i Raee provenienti dai negozi, circa il 21% accoglie Raee solo per piccoli quantitativi e provenienti dal territorio di competenza. Solamente il 3% è disposto a ricevere questi Raee indipendentemente dal territorio”. “Questa situazione ha comportato costi di smaltimento aggiuntivi, anche perché le tonnellate raggiunte solo in pochi casi hanno consentito l’accesso al sistema alternativo di raccolta avviato dal Centro di Coordinamento Raee, sistema pensato per molte tonnellate di rifiuti, ma che consente di ridistribuire i costi su tutti i consorzi dei produttori”, ha concluso Dezio.
Due le strade da seguire per uscire da questo empasse: “aprire nuove isole ecologiche e provvedere a modificare la normativa portando il periodo massimo di stoccaggio da 30 giorni a tre mesi, in modo da poter raggiungere i quantitativi necessari per ridurre gli attuali ingenti costi di stoccaggio e di trasporto”. Noi di Unimondo suggeriamo, in un’ottica di decrescita, anche di imparare a consumare meno e se proprio dobbiamo cambiare apparecchi ancora funzionanti, pensare al virtuoso circuito del riuso. 
Alessandro graziadei

Nessun commento:

Posta un commento