Nel 2009 mi è capitato di passare alcuni giorni nel Parco Nazionale delle Cinque Terre e camminare lungo il sentiero che collega il borgo marittimo di Vernazza con il Santuario della Madonna di Reggio, ammirando il suggestivo e unico paesaggio che si può godere dal Sentiero Azzurro del Parco. Allora, per quanto le piogge abbondanti che in questi anni caratterizzano il cambiamento climatico in atto fossero già un evento atmosferico sempre più frequente, soprattutto in Liguria, mai avrei immaginato che il Sentiero Azzurro solo 3 anni dopo sarebbe stato spazzato via da una devastante alluvione. Il 25 ottobre 2011, infatti, una serie di temporali marittimi si concentrarono sulle Cinque Terre tra Sestri Levante e La Spezia, dove per diverse ore si riversò un’autentica marea d’acqua che travolse Borghetto di Vara, Levanto, Bonassola, Monterosso al Mare, Vernazza ed Aulla. Il bilancio definitivo di questa tragica alluvione fu di 13 vittime, 1.183 persone sfollate, abitazioni allagate, paesi isolati, strade provinciali e ferrovie dichiarate impercorribili per via di frane e smottamenti e danni economici ingentissimi.
Anche se nelle Cinque Terre c’è ancora molto da fare, grazie ai finanziamenti raccolti da Mediafriends a seguito dell’alluvione, con il supporto e il coordinamento tecnico del WWF Italia e la collaborazione del Comune di Vernazza, del Parco Nazionale delle Cinque Terre e del Sistema Turistico Locale delle Cinque Terre si sono finalmente conclusi i lavori di ripristino del Sentiero Azzurro del Parco. L’inaugurazione è avvenuta la prima domenica di agosto in occasione della tradizionale festa del Santuario e della processione dei Pellegrini che ha percorso i due chilometri di sentiero recuperato grazie ai lavori di ripristino. I lunghi lavori, avviati nell’aprile 2013 e interrotti più volte a causa delle forti piogge, hanno permesso di mettere in sicurezza il percorso e ripristinare le condizioni di fruibilità della viabilità pedonale consolidando il fronte della frana, recuperando i muretti a secco e la pavimentazione con sistemi di recupero dell’acqua piovana. Un’opera che ha formato manodopera locale qualificata ed ha coinvolto quattro giovani che hanno potuto utilizzare sul campo tecniche tradizionali come quella dei terrazzamenti e del ripristino dei muretti a secco sotto la supervisione di personale specializzato.
Per il WWF si stratta di un intervento che ha “mantenuto e recuperato il paesaggio e la sentieristica dell’ambito territoriale delle Cinque Terre e promosso un’attività di formazione in coerenza con le finalità istitutive del Parco Nazionale, creando occupazione giovanile con una formazione mirata”, importante anche “per garantire la futura gestione degli interventi e permettere di inserirli in una rete di sentieri già esistente valorizzandoli in sinergia con il contesto”. Grazie alla generosità di tanti cittadini che hanno voluto contribuire alla ricostruzione è stato possibile avviare e portare a termine i lavori intervenendo anche sulle cause dell’alluvione, che derivavano dall'effetto combinato dell’abbandono delle coltivazioni, dalla cementificazione del territorio (con la cosidetta tombatura dei canali) e da una non corretta manutenzione idraulica, anche se occorre sottolineare che l’evento calamitoso del 2011 è stato di natura eccezionale. Sul Levante Ligure, infatti, nelle fase clou della perturbazione, sono caduti fino a 472 mm di pioggia in 6 ore, un incredibile record italiano, il precedente era di 447 mm, caduti a Genova-Bolzaneto l’8 ottobre 1970. In quella circostanza in 24 ore caddero 948 mm.
“Ringraziamo Mediafriends e il WWF perché con questo progetto daremo la possibilità a sempre più persone di conoscere la bellezza del nostro territorio, non solo attraverso i percorsi più conosciuti e frequentati ma anche con sentieri alternativi”, ha dichiarato durante l’inaugurazione dello scorso 4 agosto il Sindaco di Vernazza Vincenzo Resasco. “Considero il sentiero Azzurro il simbolo della verticalità delle Cinque Terre, il suo ripristino è una goccia nel mare dell’indifferenza con cui l’Italia tratta il suo patrimonio più prezioso, quello paesaggistico - ha dichiarato Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia - Questi luoghi, protetti dall’agricoltura eroica del passato, oggi sono fortemente minacciati dalla mancanza di adeguate politiche di prevenzione e di tutela del suolo. Grazie alla generosità degli italiani Vernazza si riavvicina al Santuario della Madonna di Reggio, secolare luogo di preghiera per i suoi abitanti”.
Ma a tre anni da quei tragici e sicuramente evitabili eventi poco sembra essere cambiato almeno nel panorama italiano dove solo due settimane fa un nubifragio ha colpito l’area di Refrontolo, in provincia di Treviso, ed ha causato un’improvvisa esondazione del torrente Lienza, con una cascata d’acqua e fango alta quattro metri che ha travolto tutto e tutti ed è costata la vita a 4 persone. Se la politica sembra latitare rimandando l’attuazione di un Piano unico nazionale di manutenzione e prevenzione, la società civile, oltre ad aver costituito il forum Salviamo il Paesaggio, con Legambiente ha lanciato una petizione contro il #dissestoitalia: “L’Italia cade a pezzi. Ogni anno spendiamo circa 1 miliardo per riparare i danni provocati dai dissesti idrogeolgici e poco più di 100 milioni per prevenirli. Negli ultimi 12 anni hanno perso la vita 300 persone, solo l’anno scorso 24. Una tragedia infinita che ora si può fermare! È arrivato il momento di uscire dall’emergenza, investendo in prevenzione e mitigazione del rischio”. Per questo la campagna chiede al Governo di mettere in campo politiche e interventi per ridurre il rischio idrogeologico; di liberare tutte le risorse già stanziate per la prevenzione che Stato e Enti locali non sono riusciti a spendere (con l’allentamento dei vincoli del Patto di stabilità) e di garantire a livello nazionale, “attraverso opportuni interventi normativi, un controllo sulla qualità dei progetti e degli interventi di manutenzione e prevenzione del rischio”. Un modello di sostenibilità ambientale ed economica che potrebbe restituire al Belpaese una delle sue risorse più invidiate: un paesaggio bello e finalmente anche sicuro!
Alessandro Graziadei
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