La prima segnalazione della presenza dell’istrice in Trentino risale al 2011 quando sono stati rinvenuti alcuni aculei sulle pedici del monte Baldo e del Lagorai. Lo scorso anno in ottobre un esemplare di Hystrix cristata è stato invece immortalato da una fototrappola nei boschi sopra Ala. Per Tommaso Borghetti, guardia forestale impegnata nel monitoraggio dei grandi carnivori per il Servizio Foreste e Fauna della Provincia autonoma di Trento e per il Muse, l’avvistamento era stata “una bella sorpresa” visto che era abituato “a catturare il passaggio di tutt’altri animali”. L’istrice, infatti, è una novità nel panorama faunistico prealpino, ma la presenza di alcuni “pionieri” di questa specie protetta non desta preoccupazione. Questo curioso roditore, con aculei di 20 centimetri e un peso che può raggiungere i 15 chilogrammi, non è considerata una specie invasiva. Il fatto che l’Italia sia l’unico Paese europeo in cui è censito e dove è considerata specie protetta, assieme al costante cambiamento climatico ha permesso all’istrice di raggiungere negli anni l’Emilia Romagna, il Veneto e adesso anche il Trentino.
Cosa c’entra il cambiamento climatico con le abitudini e la diffusione dell’istrice ce lo hanno recentemente spiegato Francesca Coppola e Antonio Felicioli del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa e Giuseppe Vecchio dello Studio Agrofauna di Livorno con lo studio “Diurnal motor activity and “sunbathing” behaviour in crested porcupine”, pubblicato ad inizio ottobre su Scientific Reports. I ricercatori hanno evidenziato per la prima volta un comportamento peculiare del più grande roditore notturno della fauna italiana: “in pieno giorno l’istrice porta i propri cuccioli a prendere il sole, e questo comportamento è definito come sunbathing”. La ricerca che si è basata sul monitoraggio di tane abitate da istrici mediante l’utilizzo di fototrappole, ha confermato la presenza di attività motoria anche diurna durante tutto l’anno, con picchi tra gennaio e giugno, ma ha soprattutto evidenziato come il comportamento di “sunbathing” sia strettamente legato alla presenza dei cuccioli che, da soli o con un genitore sostano per lunghi periodi davanti alla propria tana sotto il sole.
La ricerca di momenti da dedicare ai “bagni di sole” è stato osservato con regolarità in cinque famiglie di istrici composte sia da esemplari adulti, sia da sub-adulti e cuccioli ed è probabilmente indotto da esigenze metaboliche come la sintesi di vitamina D e la necessità di termoregolazione. Per la Coppola “Questo studio contribuisce ad una maggior conoscenza della biologia di questo affascinante roditore” e “getta le basi per ulteriori indagini inerenti il ruolo della luce solare nel metabolismo degli animali notturni”. Secondo il biologo dell’Università di Siena Emiliano Mori, considerato uno dei massimi esperti di istrice a livello nazionale, “L’alzamento delle temperature sta favorendo la diffusione anche in montagna di questi animali, che si spostano in base alla ricchezza delle risorse presenti e alla disponibilità dei siti tana in habitat boschivi, meglio se con notevoli pendenze”.
Come abbiamo già anticipato non esiste nessun allarme per l’equilibrio ambientale locale; l’istrice non sembra entrare in conflitto con gli animali autoctoni (spesso addirittura condivide la tana con il tasso o con la volpe) e non è mai pericoloso per gli esseri umani, al massimo può introdursi in qualche orto mangiando patate, cipolle e in questo periodo anche le zucche. Nulla di irrimediabile!
Alessandro Graziadei
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