domenica 22 gennaio 2017

Il sangue donato (meglio se in modo periodico e programmato)

Il freddo e il maltempo di queste settimane, unito al picco influenzale ha provocato una “emergenza sangue” in alcune regioni italiane, con oltre 2.600 unità di globuli rossi indisponibili in alcuni ospedali. Lo affermano i dati del Centro Nazionale Sangue (Cns), che ha inviato alle Strutture regionali per il coordinamento delle attività trasfusionali (Src) l’invito a coordinarsi con le associazioni di donatori per far fronte all’emergenza. “La mobilitazione - ha fatto sapere il direttore del Cns Giancarlo Maria Liumbruno - deve essere effettuata sotto il coordinamento delle Strutture Regionali di Coordinamento e del Cns. Inoltre, deve riguardare tutte le regioni, non solo quelle che hanno carenze, poiché l’autosufficienza di sangue è un obiettivo sovra aziendale e sovra regionale e in questi casi diventa vitale la compensazione coordinata tra regioni”. La regione con le maggiori carenze è il Lazio, ma situazioni critiche si sono registrate anche in Abruzzo, Toscana, Campania, Basilicata, Liguria, Umbria, Marche e Puglia. “Le cause della carenza sono multifattoriali - ha spiegato Liumbruno - ma sicuramente può aver inciso l’epidemia influenzale che, complice il calo delle vaccinazioni, ha già colpito molte più persone rispetto allo scorso anno, e si può ipotizzare che anche il maltempo stia tenendo a casa i donatori”. 

Come ha ricordato anche il Presidente di Avis Nazionale, Vincenzo Saturni, “nel nostro Paese è attivo un modello di compensazione che permette lo scambio di sangue ed emoderivati tra tutte le regioni. Ciò garantisce la stabilità del sistema trasfusionale e fa sì che questi preziosi elementi salva-vita siano disponibili su tutto il territorio nazionale. È importante, quindi, donare con regolarità, rispettando la pianificazione messa a punto dalle strutture sanitarie. Ricordiamo, quindi, che il dono è un gesto di grande generosità che va compiuto in modo periodico e programmato”. La carenza di sangue, hanno sottolineato le associazioni di donatori, possono mettere a rischio l’esecuzione di interventi chirurgici e di terapie per pazienti con malattie che necessitano di continue trasfusioni, per questo l’invito per tutti i donatori è di contattare l’associazione di appartenenza o il Servizio Trasfusionale di riferimento per programmare una donazione. “Le Associazioni e le Federazioni dei donatori di sangue - ha sottolineato Aldo Ozino Caligaris, Presidente della Fidas e portavoce protempore del Coordinamento Interassociativo dei Volontari Italiani del Sangue (Civis) - devono intensificare la chiamata dei donatori periodici e associati sulla base di quanto concordato con le Strutture Regionali di Coordinamento attraverso una programmazione straordinaria per cercare di sopperire alle necessità contingenti. È inoltre fondamentale il coinvolgimento di nuovi volontari che possano garantire in maniera costante la disponibilità di emocomponenti, al fine di assicurare la necessaria terapia trasfusionale ai cittadini che ne hanno bisogno”. 

È questo uno degli obiettivi principali anche del “Programma nazionale plasma e medicinali plasmaderivati 2016-2020” che prevede l’incremento della raccolta del 57% nel prossimo quinquennio di questo "bene comune" che rappresenta il sangue una volta donato. Il Programma, approvato dalla Conferenza Stato Regioni del 24 novembre scorso, ha anche l’obiettivo di promuovere lo sviluppo presso le strutture trasfusionali, della raccolta di plasma da utilizzare per la produzione industriale dei medicinali plasmaderivati, quale livello essenziale di assistenza sanitaria. Quello che serve insomma è estendere la cultura del dono, quella stessa cultura che nel 1927 dava vita all’Avis con un appello a donare il sangue pubblicato sulla stampa dal dott. Vittorio Formentano. A quell’appello risposero in 17 e anche grazie a loro oggi l’Avis ha superato quota 1.300.000 soci, tutti indistintamente accomunati dai valori che da sempre contraddistinguono l’associazione: “volontariato, solidarietà e anonimato”. I 90’anni celebrati lo scorso 1 dicembre da Avis sono stati per il presidente Saturni l’occasione per rilanciare “l’impegno nella raccolta e nella governance del sistema sangue, oltre che nella promozione di buone prassi sanitarie”. Lo stesso impegno che spinge da anni la Fidas ad investire sulla formazione dei volontari  con incontri come quello che lo scorso novembre ha portato per tre giorni a Roma oltre 130 responsabili associativi con l'obiettivo di migliorare la gestione dei donatori, la conoscenza del Sistema Trasfusionale e la promozione del dono del sangue. “I responsabili associativi Fidas da oltre un decennio partecipano costantemente a corsi di aggiornamento e formazione - aveva sottolineato Caligaris presentando il percorso - In particolare quest’anno dedicheremo ampio spazio alla sensibilizzazione all’interno delle istituzioni scolastiche e universitarie, per garantire interventi efficaci atti non solo a promuovere il dono del sangue in maniera consapevole, ma per educare alla salute e a corretti stili di vita”.

A tutte le persone che, tramite Avis, Fidas, Fratres e Croce Rossa Italiana (cioè le quattro principali associazioni e federazioni di donatori di sangue nazionali che compongono il Civis), si sono dimostrate capaci di rispondere in questi anni e in questi giorni alla fondamentale richiesta di sangue va detto grazie e proprio per capitalizzare questo impegno va ricordato che sono sempre più importanti le donazioni regolari. “La donazione regolare - ha concluso Liumbruno - permette il coordinamento e la programmazione, di alimentare con regolarità i depositi, di essere davvero pronti in ogni circostanza. Una unità di sangue donata in emergenza è rapidamente pronta per essere utilizzata, in 4 o 5 ore. Ma se non viene subito utilizzata “scade” dopo 42 giorni. È il sangue immagazzinato nelle celle frigorifere che ci dà la certezza di salvare vite in caso di emergenza". Ecco perché è importante che chi vuole donare si coordini con le associazioni di volontariato presenti sul suo territorio, che sono il braccio operativo della struttura nazionale. Perché il sangue serve tutto l’anno e per questo va donato in modo periodico e programmato!

Alessandro Graziadei

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