sabato 26 maggio 2012

Clean up the Med: c’è un Mare nostrum da ripulire!

L’Italia è ricca di località marine di grande bellezza, con coste ambite da migliaia di turisti che decidono ogni anno di trascorrere nel nostro Paese le vacanze estive. Purtroppo però la sua costa è troppo spesso bersaglio di comportamenti incivili, amministrazioni poco efficienti e illegalità assortire, tanto che alcuni tratti sono sfregiati dal cemento,  resi illegalmente inaccessibili dai privati o colmi di rifiuti abbandonati,con ricadute pesanti sulla salute del delicato ecosistema marino, oltre che sull'integrità e la bellezza di paesaggi che il resto del mondo ci invidia.
Si tratta, quindi, di un problema da risolvere con urgenza e per non deturpare ulteriormente il magnifico paesaggio costiero c’è chi ci ricorda che c’è un “Mare nostrum da difendere e proteggere”. Per questo anche quest’anno Legambiente ha organizzato “Spiagge e Fondali Puliti”, la campagna dedicata alla pulizia e alla difesa della spiaggia in programma durante quest’ultimo fine settimana di maggio in contemporanea in 22 paesi che si affacciano sul Mediterraneo con “Clean up the Med”, la versione internazionale di Spiagge e Fondali Puliti.
In Italia l’appuntamento, rivolto a grandi e piccini, è partito ieri in oltre 300 località costiere della Penisola con amministrazioni comunali e privati cittadini impegnati insieme ai volontari e ai sub di Legambiente a ripulire litorali e fondali. “Lo scorso anno - ha spiegato Rossella Muroni direttore generale di Legambiente - i volontari insieme ai cittadini hanno raccolto circa cinquanta tonnellate di rifiuti, di cui il 30% in plastica, un dato che ha suggerito lo slogan di quest’anno: Riduci, utilizza e ricicla”, come insistentemente ci ricorda anche l’omonimo successo di Jack Johnson. Un imperativo valido sui litorali, ma soprattutto in mare dove i tempi di degrado dei rifiuti sono molto lunghi, “ad esempio ci vogliono 3 mesi per un fazzoletto di carta, da 1 a 5 anni per un mozzicone di sigaretta; da 4 a 12 mesi per un giornale; circa 5 anni per la gomma da masticare e per la carta plastificata, mentre il riciclo di questi materiali ha ancora un immenso potenziale e può farli tornare a vivere sotto forma di altri oggetti utili nella vita quotidiana. Con 3 lattine di alluminio si possono ricavare un paio di occhiali; con 800 lattine una bicicletta; con 37 lattine una caffettiera; con 20 bottiglie di plastica un pile da indossare” ha concluso la Muroni dimostrandoci quanto sia fondamentale diffondere anche in questa occasione un’educazione alla raccolta differenziata.

Gli obiettivi dell’ecologica tre giorni sono, quindi, quelli da sempre cari all’associazione del Cigno verde: convincere cittadini e turisti a non sporcare e mettere in luce gli annosi problemi delle nostre coste difendendole da chiunque inquini, impoverendo uno dei più grandi patrimoni italiani e mediterranei. Ma la campagna Spiagge e Fondali Puliti 2012, che apre l’intensa stagione estiva di Legambiente, è anche l’occasione per denunciare gli scempi edilizi e la cementificazione selvaggia ai danni del paesaggio costiero. “Ogni anno in Italia si consumano circa 500 km quadrati di territorio, è come se ogni quattro mesi spuntasse una città uguale all’aerea urbanizzata del comune di Milano.

 Un dato preoccupante che indica come ormai si costruisce decisamente troppo e non sempre in modo legale” ha chiarito Legambiente. Per questo ieri, oggi e domani durante Spiagge e Fondali Puliti, i volontari “cercheranno di informare i cittadini sull’attualità del fenomeno e su quanto sia importante denunciare gli abusi alle autorità competenti” come Legambiente ha fatto con il rapporto Mare nostrum 2011 (.pdf).
Per Maurizio Gubbiotti coordinatore segreteria nazionale di Legambiente questa campagna pubblica di volontariato ambientale, giunta alla sua 23° edizione, “è un gesto concreto che aiuterà come ogni anno dal 1989 ad accendere i riflettori sulla necessità di tutelare il mare e le coste, un patrimonio prezioso per la vita delle comunità locali e ricchezza per l’intero Paese”. La valorizzazione del territorio, secondo Legambiente, è infatti la base sulla quale costruire un vero “green new deal” uno degli argomenti cardine che l’associazione rilancia, sempre in questo fine settimana, anche dalla fiera internazionale di Terra Futura a Firenze in attesa dell’appuntamento internazionale di Rio+20. “Se fino a qualche anno fa ci misuravamo sulla nostra capacità di proporre alternative sostenibili da un punto di vista ambientale - ha dichiarato Gubbiotti - oggi siamo chiamati a compiere delle scelte obbligate come la riconversione di un modello di sviluppo che non può più essere rimandata”. “Vale la pena ricordare - ha aggiunto Gubbiotti - che quando parliamo di riconversione ecologica ci riferiamo a numeri importanti: nel nostro Paese il 24% dell’elettricità è prodotta oggi da rinnovabili e il 26,6% dei consumi energetici è soddisfatto da fonti rinnovabili. Con riferimento agli scenari occupazionali, le previsioni al 2020 indicano che ci saranno 250mila posti di lavoro in più grazie alle rinnovabili, e ben 600mila posti derivanti dai settori collegati all’efficienza energetica e alla ristrutturazione edilizia”. Una prospettiva che fa ben sperare, se il Governo non ostacolerà questo auspicabile sviluppo energetico.
Nessun dubbio quindi: l’economia della natura e la contabilità dei servizi resi dagli ecosistemi sono e saranno sempre una voce che non risentirà di crisi o degli umori dello spread. Perché non investirci tutti tempo ed energie? Per chi volesse è ancora possibile accompagnare Legambiente nel suo impegno: appuntamento lungo le coste del Belpaese o a Terra Futura a Firenze fino a domani, per liberare le spiagge e i fondali dai rifiuti abbandonati o per saperne di più su come difendere il mare dall'inquinamento e dall'illegalità con una riconversione ecologica e sociale dell'economia.
Alessandro Graziadei

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