venerdì 25 ottobre 2019

Sulla via della coesistenza

La Commissione europea nelle scorse settimane ha rilanciato il progetto Life  WolfAlps che, dopo aver vinto in giugno il Life Award 2019per la capacità di coinvolgere un grande pubblico nel dibattito sulla conservazione e gestione del lupo, con una varietà di approcci, metodi e linguaggi”, adesso attraverso nuovi finanziamenti e nuovi obiettivi riparte diventando Life WolfAlps EU 2019- 2023. Il progetto il cui ambito d’intervento si estende a tutte le Alpi italiane, francesi, austriache e slovene e ai due corridoi ecologici, il corridoio appenninico e quello dinarico che permettono la connessione delle popolazioni, punterà a “portare su scala europea e pan-alpina il supporto alla convivenza uomo-lupo, nella direzione intrapresa dal precedente progetto conclusosi nel 2018 dopo 5 intensi anni di lavoro”. 
Il progetto, che coinvolge 19 partner tra i quali anche MUSE - Museo delle Scienze di Trento ed EURAC - Accademia Europea di Bolzano, mira a ottenere risultati importanti nel campo della conservazione della biodiversità e avrà ricadute economiche di rilievo grazie all’investimento totale di circa 11 milioni di euro, il 45% dei quali sarà investito per il supporto e la formazione degli allevatori oltre che per l’acquisto di sistemi di prevenzione dei danni che il lupo potrebbe creare alle economie locali. Proprio per valorizzare le buone pratiche di convivenza uomo-lupo a livello alpino il Club Alpino Italiano (CAI), attraverso il suo Gruppo di lavoro sui Grandi Carnivori, ha indetto il premio “Sulla via della coesistenza”, rivolto agli allevatori che operano nel territorio montano italiano e che mettono in atto buone pratiche di allevamento per mitigare il conflitto e cercare nuovi percorsi di coesistenza con il lupo

Questo riconoscimento per il CAI, che consiste in dieci premi da 500 euro, “seppur una piccola goccia nel mare, vuole essere un segnale di vicinanza e di sostegno verso le categorie più esposta alle problematiche derivanti dalla presenza del lupo che in questi anni hanno saputo valorizzare i sistemi di prevenzione più efficaci”. Gli esempi non mancano: la presenza del pastore, l’uso dei cani da guardia, il ricovero notturno degli animali, il parto in stalla o in luogo riparato, l’installazione di recinzioni elettrificate a protezione del bestiame e l’utilizzo di dissuasori faunistici sono tutti espedienti che hanno dato buoni risultati. Potranno così concorrere ai premi, fino al 30 marzo 2020, tutti gli allevatori professionali e amatoriali di almeno una specie tra bovini, ovi‐caprini, equidi e camelidi, e che in questi anni hanno sperimentato la convivenza uomo-lupo con successo, sia nei territori dov’è accertata la presenza del lupo da oltre cinque anni, sia in quelli dove il lupo ha fatto la sua comparsa da meno di cinque anni. 
Un modo quello del CAI di dare seguito alla mostra informativa “Presenze Silenziose, ritorni e nuovi arrivi di carnivori nelle Alpi” realizzata dal Gruppo Grandi Carnivori ed esposta negli ultimi tre anni soprattutto nelle sezioni locali del CAI, ma anche in altre realtà come musei e associazioni. La mostra, al pari del premio (finanziato proprio dal noleggio della mostra) si pone in linea con la volontà di Life WolfAlps EU di “contrastare le predazioni sui domestici grazie a sistemi di prevenzione efficaci, definendo linee guida di gestione del predatore a livello alpino che valorizzino proprio le migliori pratiche utili a rendere compatibile la presenza del lupo con le attività economiche in montagna”. In questo contesto premi come quello del CAI e una esaustiva comunicazione svolgeranno un ruolo strategico per il progetto 2019- 2023 “divulgando in modo chiaro, obiettivo, trasparente e puntuale i dati relativi alla presenza del lupo sulle Alpi e al suo impatto sui domestici e sui selvatici, migliorando così le conoscenze disponibili sul lupo e sui conflitti uomo-lupo”.

Alessandro Graziadei

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