venerdì 8 novembre 2019

Lo scoiattolo grigio è una specie invasiva dannosa?

Lo scoiattolo è uno tra i più popolari e simpatici abitanti dei nostri boschi. Per le sue abitudini diurne non è difficile osservarlo mentre si arrampica sui tronchi e salta da un ramo all’altro usando la sua folta e lunga coda come un bilanciere utile a queste sue evoluzioni aeree. Da alcuni anni, però, nei nostri boschi si possono incontrare due diverse tipologie di scoiattolo, lo scoiattolo rosso europeo (Sciurus vulgaris) detto anche scoiattolo comune e lo scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) chiamato anche scoiattolo grigio orientale, facilmente distinguibile per la diversa colorazione del manto. Si tratta di una specie non autoctona e originaria dei boschi del Nordamerica che è stata introdotta accidentalmente in Europa ed ora si sta velocemente diffondendo anche su tutto l’arco alpino. Con quali conseguenze sul suo cugino dolomitico e sulla locale fauna?

Il recente studio “Current and future impacts of nest predation and nestsite competition by invasive eastern grey squirrels Sciurus carolinensis on European birds”, pubblicato su Mammal Review da Richard K. Broughton, uno scienziato del Center for Ecology & Hydrology, ha cercato di capire se gli scoiattoli grigi nordamericani fossero un reale problema per gli scoiattoli rossi europei e soprattutto per gli uccelli del vecchio continente, sia attraverso la competizione per le risorse, che con la predazione diretta. Per Broughton lo scoiattolo grigio in Europa “è considerato una delle specie invasive più dannose, con effetti negativi sugli ecosistemi autoctoni. Nonostante sia ampiamente percepito come un predatore significativo di uova e pulcini di uccelli e come un concorrente per i siti di nidificazione, la valutazione dell’impatto dello scoiattolo grigio sulle popolazioni europee di uccelli è stata a lungo ostacolata da dati empirici troppo limitati”.

Lo studio ha così cercato di capire l’impatto degli scoiattoli grigi come predatori di nidi e concorrenti alimentari principalmente degli uccelli europei, attraverso un’esauriente revisione della letteratura sul tema e l’analisi dei dati scientifici provenienti dal monitoraggio di 12 specie di uccelli europei e 12.420 nidi presenti in Gran Bretagna.  Le osservazioni hanno dimostrato che “Gli scoiattoli grigi raramente depredavano uova o pulcini, colpendo solo lo 0,5% dei nidi. Anche la competizione per il nido era bassa, con gli scoiattoli grigi che occupavano lo 0,8% di 122 piccole cavità arboree e il 14% di 57 cavità più grandi”. Lo studio ha così concluso che almeno 69 specie di uccelli nell’Europa continentale potrebbero risentire dall’espansione delle popolazioni di scoiattoli grigi, ma attualmente gli effetti di questa presenza sembrano ancora molto limitati
Per Broughton, infatti, “Le attuali evidenze dimostrano che è improbabile che gli scoiattoli grigi siano predatori o concorrenti significativi nella ricerca di una tana per gli uccelli nidificanti nel loro areale attuale o previsto in Europa” e “una conclusione simile si può ipotizzare anche per la possibile competizione con gli scoiattoli rossi”. In attesa di nuovi studi su più specie e in diverse regioni, in particolare negli habitat montani come quelli alpini, per ora entrambi questi roditori continuano ad essere principalmente delle risorse: per sopravvivere al lungo inverno, infatti, sono soliti nascondere sotto terra ghiande, pinoli e noci come fossero una vera e proprio riserva di cibo, che quando non di rado viene smarrita o dimenticata, può far germogliare nuove piante contribuendo al costante rinnovamento dei nostri boschi!
Alessandro Graziadei

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