sabato 23 novembre 2013

La vita ha un senso, il calcio è un gioco

Leggo ora che Sharon Heta, del popolo Maori, in questo momento attraversa a piedi gli Stati Uniti prendendo parte alla “Quarta Camminata Più Lunga: il Ritorno ad Alcatraz”, per la sovranità indigena e i diritti indigeni. Ha rivelato che gli spiriti dei camminatori sono presenti in solidarietà con il popolo Elsipogtog - Mi’kmaq, un popolo canadese che sta pacificamente difendendo la propria terra da una multinazionale del fracking. Ora che esista un maori che sta percorrendo in nome dei popoli indigeni la Quarta Camminata Più Lunga denominata Ritorno ad Alcatraz accende in me un cielo di empatia e un lampo di perplessità.  Mi chiedo se mai nessuno si cagherà Heta e le sue serie dichiarazioni nelle quali annuncia che invierà le sue “preghiere e benedizioni ai popoli indigeni della Prima Nazione Elsipogtog, simpatizzanti e alleati, mentre si sollevano in resistenza ed esercitano la propria sovranità indigena per la cura e la protezione delle proprie terre e acque”. Temo di no e temo i sorrisi divertiti davanti ad un maori sovrappeso e a piedi che solidarizza con degli indiani inermi costretti in riserve. Eppure in questa apparentemente inutile dichiarazione c’è la ragione di un’esistenza e forse non solo quella di Heta, ma quella di tutti i convinti che l’attuale sistema economico e politico sia basato sulla sistematica predazione delle risorse a scapito dei diritti umani e della sostenibilità ambientale. Non so per quale motivo la sua riflessione mi fa pensare a quanto nel nostro tempo abbiamo smarrito il senso della vita e ad un episodio totalmente diverso e meno significativo nel quale un celebratissimo giocatore italiano durante un’amichevole estiva sbagliò un gol già fatto per tentare una giravolta di tacco. Apriti cielo, il serio compagno di squadra lo schifa, l’allenatore infuriato lo richiama in panchina e tutti i giornalisti sportivi urlano all’untore strapagato incapace di avere una deontologia professionale. A me quel giocatore allocco quel giorno ha ricordato, non so quanto volontariamente, che il calcio è essenzialmente un gioco, insensatamente gonfiato, mentre Heta mi ha ricordato che la vita ha un senso, essenzialmente solidale. Entrambi i loro gesti sono apparentemente inutili.
Alessandro Graziadei

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