lunedì 8 dicembre 2014

Aspettando la #RobinHoodTax

Domani, martedì 9 dicembre, si terrà il Consiglio Europeo dei Ministri dell’Economia e delle Finanze dell’Unione (Ecofin). Sarà l’ultima occasione per rottamare la finanza speculativa e ridare centralità al concetto di finanza al servizio della persona e dell’economia reale? Forse sì! Pochi sanno che il periodo di crisi che stiamo attraversando è stato contraddistinto da ondate speculative sui mercati finanziari, da un “fare i soldi dai soldi” a breve termine, che ha contagiato le piazze finanziarie di tutto il mondo producendo ulteriori danni ad un'economia zoppa che adesso sorreggono in buona parte i contribuenti. Ma questo modo di procedere finirà solo se le attività speculative verranno contrastate sul serio. Ma come? 

I nostri soldi sono serviti a spegnere un incendio, ma non sono stati tolti i fiammiferi dalle mani di chi lo aveva causatoha spiegato la campagna ZeroZeroCinque, una compagine di 50 organizzazioni della società civile italiana a sostegno di una Tassa dello 0,05% sulle transazioni finanziarie. Di cosa si tratta? Facile, semplicemente implementando una tassa sulle vendite e sugli acquisti di strumenti finanziari, che già 11 Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno dichiarato di voler istituire grazie alla pressione e alle voci di tantissimi cittadini europei, si avrebbero a disposizione “35 miliardi di euro per lotta alla povertà, per la solidarietà internazionale e per la tutela dell’ambienteha assicurato ZeroZeroCinque. Solo per l’Italia si stima un gettito annuo tra i 5 e i 6 miliardi di euro. Un obiettivo che risolverebbe non pochi problemi, se si pensa che in sole due settimane la Tassa sulle transazioni finanziarie “raccoglierebbe risorse per recuperare i tagli effettuati in Italia dal 2008 al 2012 al fondo nazionale per le politiche sociali, mentre con 2,9 miliardi, il gettito mensile della tassa europea, si potrebbero pagare i salari di un intero anno di 1,5 milioni di infermiere in Africa o ancora con i 240 milioni di euro raccolti dal prelievo sulle transizioni in soli due giorni e mezzo, si potrebbe finanziare la costruzione di 2.500 rifugi anticiclone, proteggendo così 8 milioni di persone che vivono in zone soggette a tali fenomeni”.  

Questa soluzione battezzata TTF o anche “#RobinHoodTax” perché combatte la speculazione e toglie un po’ di soldi alla finanza malata per destinarli a chi ne ha davvero bisogno, a detta di molti analisti ed economisti non scoraggerebbe i normali investimenti sui mercati, ma penalizzerebbe solo chi specula comprando e vendendo titoli nell’arco di pochi secondi o addirittura di millesimi di secondo e che dovrebbe pagare questa tassa per ogni transazione.  Per esempio ha spiegato ZeroZeroCinque “Realizzando 100 operazioni di compravendita sullo stesso titolo dovrei pagare la TTF 100 volte, il che renderebbe l’operazione speculativa economicamente sconveniente. Non solo. Il mercato dei derivati, con costi delle transazioni molto più ridotte del mercato spot, sarebbe colpito in maniera proporzionalmente maggiore. Al contrario, gli acquisti realizzati con orizzonti di lungo periodo non subirebbero effetti apprezzabili. Questo significa che piccoli risparmiatori, fondi pensione e altri investitori istituzionali trarrebbero beneficio dall'imposta il cui peso ricadrebbe su attori altamente speculativi”. In altre parole la tassa rappresenta uno strumento di straordinaria efficacia nel contrastare il “casinò finanziario” e per riportare la finanza al suo ruolo originario: non un fine in sé stesso per produrre denaro dal denaro nel più breve tempo possibile, ma un mezzo al servizio dell’economia e della società.

Per questo oggi pomeriggio alla vigilia dell’Ecofin, l’ultimo sotto la Presidenza di turno italiana, a Roma, Berlino, Madrid e Parigi le campagne europee a favore della tassa sulle transazioni finanziarie si rivolgeranno ai propri leader con un’originale provocazione di piazza per ricordar loro di mantenere l’impegno assunto in materia. Perché adesso l’enorme opportunità data dalla TTF è dietro l’angolo, ma rischia ora di essere compromessa da una preoccupante fase di stallo negoziale dovuta alle divergenti posizioni degli Stati membri. “A un passo dalla concretizzazione di una TTF europea ci preoccupa che possa esserci una battuta d'arresto o un annacquamento dei risultati negoziali, con leader europei evidentemente sotto scacco delle lobby finanziarie allarmate dalla possibilità di implementazione di una misura fiscale e di regolamentazione finanziaria capace di penalizzare il trading ad alta frequenza e di aumentare il costo relativo di pratiche speculative rispetto a quelle di servizio all’economia reale” ha spiegato Leonardo Becchetti, portavoce della Campagna ZeroZeroCinque. “Ci appelliamo dunque al Ministro Carlo Padoan e al Governo italiano affinché, in occasione di questo Consiglio dei Ministri europei delle Finanze, la Presidenza italiana possa portare a casa un risultato significativo favorendo il raggiungimento di un accordo ambizioso sulla TTF, ovvero l’introduzione di una tassa con un’architettura efficace che preveda un’ampia base imponibile e  principi di applicazione che ne rendano difficile l’elusione e che sia solidale con un pubblico impegno dei Governi per la destinazione del gettito alla lotta alla povertà”. 

Ma anche senza scendere in piazza ognuno di noi può contribuire al cambiamento partecipando alla petizione online di ZeroZeroCinque (lanciata su Change.org) con cui i cittadini chiedono al nostro Ministro delle Finanze di dare un segnale di forte discontinuità con il passato e rispondere al richiamo della cittadinanza per una maggiore giustizia fiscale e sociale. La petizione e tutte le firme saranno presentate prima che Padoan si sieda al tavolo dell’Ecofin per chiedere esplicitamente al Governo italiano: Tu da che parte stai? Dalla parte dei soldi facili, dei profitti per pochi, della speculazione o dalla parte della lotta alla povertà, dell'equità, della solidarietà internazionale?”. È questo il facile quesito posto di riflesso anche a Matteo Renzi dalla Campagna ZeroZeroCinque. Aspettiamo una risposta, a ore, che ci dirà se il bene comune e la volontà dei popoli europei prevarrà questa volta sullo strapotere delle lobby finanziarie e degli interessi di pochi.

Alessandro Graziadei

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