domenica 7 aprile 2019

Le isole rinnovabili? Esistono!

Ne avevamo già parlato nel 2018 anticipando il traguardo di Tilosuna piccola perla greca del Dodecaneso che ha puntato sullo sviluppo sostenibile e da quest’anno si alimenterà “solo con eolico e solare” al punto da essere “energeticamente indipendente”.  Un traguardo raggiunto grazie al progetto europeo Tilos Horizon che prevede lo sfruttamento dell’energia rinnovabile attraverso lo sviluppo di un importante parco di pale eoliche, pannelli solari e sistemi di accumulo energetico che è già entrato nella prima fase di sperimentazione. Se le prove daranno esito positivo, quest'estate Tilos sarà la prima isola del Mediterraneo ad utilizzare solo energia rinnovabile. Il progetto, finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020 e al quale hanno partecipato 13 soggetti tra aziende e istituti di sette paesi dell’Unione europea (Germania, Francia, Grecia, Gran Bretagna, Svezia, Italia e Spagna), ha dimostrato come il potenziale dello stoccaggio di speciali batterie al sodio-nichel, a livello locale e su piccola scala, può svolgere un ruolo fondamentale all’interno di una micro rete rinnovabile di produzione e distribuzione dell’energia elettrica. 

Il progetto che è stato sostenuto finanziariamente dalla Commissione Europea per l’80 per cento (11 milioni di euro su un costo totale di 15 milioni) e dal Tilos Park, un’associazione di residenti nata per proteggere e promuovere il patrimonio naturale e culturale dell’isola, non è destinato a rimanere isolato, almeno in Europa, dove altre 26 isole hanno ufficialmente avviato una transizione energetica pulita grazie al programma dell’Unione europea denominato Clean Energy for EU Islands Secretariat. La prima fase vedrà impegnate l’italiana Salina (nelle Eolie), le Isole Aran (Irlanda), l’arcipelago di Cres-Lošinj (Croazia), Sifnos (Grecia), Culatra (Portogallo) e La Palma (Spagna) che svilupperanno programmi di transizione energetica entro l’estate 2019. Altre 20 isole, Favignana e Pantelleria (Italia), Hyar, Brač e  Korčula (Croazia), Kökar (Finlandia), Nuova Caledonia e Marie-Galante (Francia), Creta e Samo (Grecia), Cape Clear (Irlanda), le Azzorre (Portogallo), Ibiza, Mallorca, Minorca, A Illa de Arousa (Spagna), Gotland e Öland (Svezia), Orkney e le scozzesi Shetland (Regno Unito) attueranno il passaggio alle rinnovabili entro l’estate 2020.

Per Dominique Ristori, direttore generale per l’energia della Commissione europea, “Le 26 isole selezionate dimostrano un notevole potenziale ed entusiasmo nello sviluppo di collaborazioni durature utili alla transizione verso l’energia pulita.  Avvicinandosi a questo percorso, non solo diventeranno più autosufficienti e prospere, ma forniranno anche esempi stimolanti per le altre isole e l’Europa nel suo complesso. Ciò a sua volta aiuterà l’Ue a raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi in materia di cambiamento climatico ed energia”. Perché nei prossimi anni diventino esempi per il maggior numero possibile di isole europee, il Clean Energy ha prestato particolare attenzione alle isole che coprono un’ampia varietà di condizioni geografiche e naturali, a cominciare dall’isola vulcanica di Salina. Questo piccolo paradiso, che è stato nel 1994 il set del film “Il postino” con Massimo Troisi, si sviluppa su tre piccoli centri abitati, Santa Marina, Malfa e Leni che contano circa 2.500 abitanti distribuiti su 26 km quadrati, ed oltre ad essere  la seconda isola più grande dell’Arcipelago delle Eolie è un Sito Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco che vive di turismo, piccola agricoltura e pesca artigianale. 

Al pari di molte altre isole Salina fa quotidianamente uso di fonti energetiche fossili e ogni anno consuma 1.800 tonnellate di gasolio e gas, tanto che le emissioni di carbonio dell’isola ammontano a quasi 6.000 tonnellate di CO2 all’anno. Per il Clean Energy il grande consumo energetico è facilmente spiegabile: “La maggior parte delle case di Salina sono state costruite prima del 1960 e, sebbene il loro stile sia parte del fascino dell’isola, il rendimento energetico di queste case è estremamente povero. Questo porta a bollette elettriche elevate per gli abitanti dell’isola”. Anche la mobilità ha pesanti impatti sull’isola visto che il trasporto pubblico è gestito da una società di proprietà dei tre Comuni ed è attualmente coperto solo da minibus alimentati a diesel, che emettono circa 135 tonnellate di CO2 all’anno. Il carburante per le auto, così come l’acqua potabile, viene portato a Salina in nave, che è anche il principale mezzo di trasporto da e verso l’isola. Una situazione che oggi il cambiamento climatico e la diffusa sensibilità ecologica hanno reso impossibili da tollerare. Per questo già nel 2013 Salina ha firma il Patto delle Isole per l’energia sostenibile con obiettivi chiari entro il 2020 in tutti e tre i Comuni. Da allora, l’isola ha preso iniziative per promuovere l’eco-turismo, ridurre l’inquinamento e il degrado ambientale, e ha avviato un miglioramento dell’efficienza energetica adottando misure di risparmio energetico, in  particolare per quanto riguarda i sistemi di illuminazione pubblica e il riscaldamento e il raffreddamento degli i edifici pubblici.  

Adesso grazie all’appoggio europeo, le amministrazioni comunali dell'isola puntano a produrre energia localmente, sfruttando le abbondanti risorse energetiche rinnovabili, sia per produrre elettricità, sia per produrre calore e hanno deciso di puntare su un trasporto pubblico con minibus elettrici alimentati da stazioni di ricarica ad energia solare fotovoltaica.  Un progetto ambizioso sostenuto da un contributo economico ventennale da parte del Governo per ogni kWh di elettricità prodotta con il solare fotovoltaico, dal Dipartimento dell’energia della Regione Siciliana e dall’Enea attraverso incentivi fiscali per il rinnovamento degli edifici e le ristrutturazioni finalizzate a migliorare l’efficienza energetica e la resistenza sismica degli edifici. L’esperienza di Salina per il Clean Energy for EU Islands Secretariat deve “dare l’esempio” e “aiutare il maggior numero possibile di isole europee a intraprendere e far progredire la transizione verso l’energia pulita” sempre cercando di includere “tutti i livelli di governance delle isole: cittadini, comuni, imprese locali, università e scuole”. Nell’Unione europea ci sono, infatti, più di 2.200 isole abitate ma, nonostante l’abbondanza di fonti di energia rinnovabili disponibili localmente, come l’energia eolica, solare e del moto ondoso, attualmente il loro approvvigionamento energetico è ancora dipendente da costose importazioni di combustibili fossili inquinanti. La transizione energetica pulita può quindi aiutare le isole non solo a diventare più autosufficienti e prospere, ma anche a sbloccare nuove opportunità di lavoro in comunità destinate a diventare un modello virtuoso ed “energeticamente indipendente”.

Alessandro Graziadei

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