Ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo si rilassano sulle Alpi compensando con panorami mozzafiato e le calde sfumature dell’Enrosadira tutte le tensioni cittadine. Eppure quello che le Alpi ci regalano tutti i giorni va ben oltre delle rigeneranti ferie. “Gli ecosistemi alpini forniscono acqua potabile, aumentano la protezione contro i pericoli naturali, offrono possibilità di svago, producono foraggio, mitigano le emissioni di CO2. Le immagini di animali e piante simbolo delle Alpi come la stella alpina o l’aquila sono usate in tutto il mondo anche a livello commerciale”. Questi sono solo alcuni esempi di servizi ecosistemici che le Alpi offrono e che i ricercatori di Eurac Research hanno analizzato nel recente studio “A transnational perspective of global and regional ecosystem service flows from and to mountain regions”. I risultati sono stati pubblicati il 30 aprile sulla rivista internazionale Scientific Reports e dimostrano come gli ecosistemi alpini forniscono servizi vitali di cui spesso non siamo neanche consapevoli nonostante la loro importanza a livello globale.
Eppure sapere esattamente dove e quante risorse siano consumate è fondamentale per capire il valore delle Alpi e fornire a politici e amministratori uno strumento utile per favorire lo sviluppo sostenibile delle regioni montane. Per questo i ricercatori di Eurac Research hanno voluto mappare alcune di queste risorse tipiche della regione alpina mostrando come i servizi ecosistemici che ne derivano svolgano un ruolo fondamentale non solo per chi abita in montagna, ma anche per chi vive nelle aree circostanti e perfino a livello globale. “Abbiamo quantificato i servizi ecosistemici prodotti in tutta la regione alpina e la loro disponibilità. Abbiamo poi studiato l’entità della domanda da parte delle persone. Inoltre, abbiamo analizzato dove questi servizi sono attualmente utilizzati e come vengono trasportati. In breve, abbiamo analizzato la domanda, l’offerta e il trasferimento di servizi”, ha spiegato Uta Schirpke, prima autrice dello studio di Eurac Research.
Qualche esempio? Prendiamo l’acqua potabile del lago di Costanza, il 78% della quale è costituita da acqua piovana e acqua di disgelo delle Alpi. Bene, l’approvvigionamento idrico del lago di Costanza fornisce acqua potabile a circa quattro milioni di persone in tutto il Baden-Württemberg e attraverso una rete di condotte lunga 1.700 chilometri, in sette giorni raggiunge tutti i consumatori del Land tedesco. “Questo esempio mostra chiaramente come l’uomo intervenga, costruisca e sfrutti ciò che la natura ha da offrire anche a migliaia di chilometri di distanza”, ha spiegato la Schirpke. Nel contempo però la regione alpina italiana non produce abbastanza mangime per i molti animali che alleva e circa il 75% del totale deve essere importato, il che comporta trasporti a lunga distanza ed emissioni di CO2. Per questo, come hanno sottolineano i ricercatori, qualsiasi decisione sullo sviluppo economico regionale ha spesso anche un impatto sulla natura che non può essere sottovalutato. In quest’ottica lo studio di Eurac Research è un punto di partenza importante per poter impostare una gestione del territorio alpino lungimirante e sostenibile, “l’unico modo per garantire che i servizi essenziali offerti dalle Alpi continuino a beneficio delle generazioni future”, ha concluso Ulrike Tappeiner, coautrice dello studio e direttrice dell’Istituto per l’ambiente alpino dell’Eurac.
Alessandro Graziadei

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