Per competenze e affinità istituzionale, il Parco Naturale Adamello Brenta (PNAB) e la Società Alpini Tridentini (SAT) hanno da sempre interessi comuni nel monitoraggio, nella ricerca scientifica e nella valorizzazione dei ghiacciai del Trentino. Mentre la SAT attraverso i glaciologi volontari del Comitato Glaciologico Trentino è direttamente responsabile, insieme al Muse e alla Provincia autonoma di Trento, dell’effettuazione dei rilievi e dei bilanci di massa periodici di tutti i ghiacciai trentini, quasi la metà della superficie glaciale della provincia ricade all’interno del Parco Adamello Brenta. Adesso grazie ad un accordo quadro siglato poche settimane fa dai rispettivi presidenti, Joseph Masè e Anna Facchini, i due enti si impegnano fino al 2022 in una collaborazione per la tutela e lo studio dei ghiacciai presenti all’interno dell’area protetta.
Nell’intera Provincia di Trento oggi si contano poco più di 140 ghiacciai con una superficie totale di 32 km2 distribuiti nei gruppi del Cevedale, Adamello - Presanella, Dolomiti di Brenta, Marmolada e Pale di San Martino. Fra questi, i gruppi dell’Adamello e della Presanella sono quelli che ospitano i ghiacciai più estesi: il Ghiacciaio della Lobbia di 5,8 km2, il Ghiacciaio Occidentale di Nardis di 1,2 km2 e il Ghiacciaio d’Agola di 0,18 km2. Come ha ricordato Andrea Mustoni, responsabile del Settore ricerca scientifica ed educazione ambientale del Parco “Da qualche anno, il Parco è tornato protagonista nel panorama della ricerca scientifica e in particolare sta raffinando filoni di indagine legati ai cambiamenti climatici. I rilievi e i bilanci di massa dei ghiacciai forniscono alle nostre ricerche indicazioni utili a stabilire le condizioni climatiche e lo stato di salute di questi ambienti, in equilibrio sempre più precario”.
Per Cristian Ferrari della SAT “I ghiacciai sono adesso un trait d’union tra SAT e PNAB che, come sentinelle sul territorio, potranno portare avanti azioni congiunte di studio, formazione sensibilizzazione”. Obiettivo primario della nuova convenzione sarà quello di sensibilizzare chi vive e lavora in montagna, alpinisti, operatori professionali o turisti che nel territorio del Parco si trovano a vivere, lavorare o trascorrere brevi periodi di vacanza. “La sensibilizzazione nasce da una competenza reciproca derivante da azioni di studio strutturate, volte a definire le correlazioni tra la presenza di ghiacciai e le relative risorse che ne dipendono: acqua potabile per i rifugi, le malghe, e per gli impianti idroelettrici, stabilità di sentieri e strutture che sono per esempio posizionate su permafrost e che con il progressivo aumento delle temperature medie si potrebbero trovare in condizioni di difficoltà strutturale.”
Concretamente, entro il 31 maggio di ogni anno le due realtà trentine dovranno approvare un programma annuale comune di attività con l’intenzione di valorizzare il patrimonio insito in questi particolari ambienti, tenendone in considerazione anche il valore paesaggistico e sociale.
Alessandro Graziadei

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