Gli uccelli, al pari di altri predatori, devono riuscire a capire se vale la pena mangiare una potenziale preda valutando sia i benefici nutrizionali, che il livello di tossicità. Per farlo esistono due mondi: il primo empirico, per prove ed errori condotti direttamente, il secondo indiretto, attraverso l’osservazione dei comportamenti dei propri simili, una pratica spesso sottovalutata dagli esseri umani, ma non da cinciarelle (Cyanistes caeruleus) e cinciallegre (Parus major), che possono imparare ad evitare cibi poco nutrienti, sgradevoli o addirittura tossici, semplicemente osservando i comportamenti e le preferenze alimentari dei propri simili. A scoprilo è stato un team di ricercatori dell’Università di Cambridge che lo scorso 19 febbraio ha pubblicato sul Journal of Animal Ecology il nuovo studio “Social learning within and across predator species reduces attacks on novel aposematic prey” nel quale spiegano come “Vedere una risposta disgustata nei propri simili aiuta cinciarelle e cinciallegre a riconoscere le prede sgradevoli senza doverle assaggiare direttamente, e questo può potenzialmente aumentare il tasso di sopravvivenza sia degli uccelli, che delle loro prede”.
La cosa incredibile è che lo studio degli zoologhi dell’università di Cambridge, finanziato dal Natural Environment Research Council UK e dalla Finnish Cultural Foundation, è stato realizzato mostrando ad ogni uccello un video della risposta di un altro uccello mentre mangiava un oggetto-preda disgustoso. La risposta di disgusto dell’uccello al cibo sgradevole vista in TV, compresa una vigorosa pulizia del becco e uno scuotimento della testa, ha fornito informazioni preziose alle spettatrici, che hanno così mangiato molte meno “prede” sgradevoli dopo aver visto la cincia in TV mostrare una risposta di disgusto a quel tipo di preda. Per Liisa Hämäläinen, principale autrice dello studio, “Cinciarelle e cinciallegre si nutrono insieme e seguono una dieta simile. Guardando gli altri, possono imparare in modo rapido e sicuro quali prede sia meglio mangiare. Ciò può ridurre il tempo e l’energia che investono nel provare diverse prede e anche aiutarle ad evitare gli effetti negativi del consumo di prede tossiche”. Per gli zoologhi dell’università di Cambridge “Questo nuovo studio dimostra che l’utilizzo delle informazioni sociali per evitare risultati negativi è particolarmente importante in natura”.
Molte specie di insetti, come coccinelle, cimici e falene tigre hanno sviluppato difese chimiche dal sapore amaro per scoraggiare i predatori, ma prima che gli uccelli imparino ad associare i segnali a un gusto cattivo queste specie sono ad alto rischio di essere mangiate proprio perché sono molto visibili. Per la Hämäläinen “I cospicui colori di avvertimento sono un’efficace difesa anti-predatore per gli insetti, ma solo dopo che i predatori hanno imparato ad associare il segnale di avvertimento a un gusto disgustoso. Prima questi insetti sono un bersaglio facile per i predatori non istruiti”. Se però il comportamento difensivo delle prede viene rapidamente appreso da questi piccoli predatori alati, allora potrà indirizzarne l’evoluzione alimentare degli uccelli e aumentare la sopravvivenza delle specie preda. Per Rose Thorogood, parte del team di ricercatori, i risultati dello studio dimostrano come “diverse specie di uccelli possono imparare l’una dall’altra. Questo aumenta il potenziale pubblico animale che può imparare guardando gli altri e aiuta a indirizzare l’evoluzione delle specie”. Un insegnamento prezioso per tutti!
Alessandro Graziadei
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