sabato 16 dicembre 2023

Comuni ricicloni, cittadini più ricchi?

 

Il premio Comuni Ricicloni di Legambiente, che fa il punto sull’impegno degli italiani e delle singole comunità nella raccolta differenziata e premia le realtà più virtuose, ha compiuto trent’anni. In questi anni è stato molto più di un premio e di un rapporto annuale, Rifiuti oggi,   presentato quest'anno lo scorso luglio. Per gli attivisti di Legambiente il premio negli anni ha permesso di mettere in rete "Decine di soggetti come i consorzi di filiera, le imprese, le associazioni di categoria, enti di ricerca ed esperti del settore, con l’unico obiettivo di supportare i Comuni e trovare le soluzioni migliori; abbiamo creato scambio e confronto tra sindaci e amministrazioni, anche molto distanti geograficamente, ma con sfide molto simili di fronte a loro, per diffondere le buone pratiche; abbiamo replicato il premio nazionale su scala regionale e locale sempre con l’unico e principale obiettivo di implementare quantitativamente e qualitativamente la raccolta differenziata nel nostro Paese, primo passo verso l’economia circolare"Già nella prima edizione del 1994, ancor prima dell’emanazione del Decreto Ronchi del 1997, che introdusse su scala nazionale l’obbligo della raccolta differenziata per i rifiuti, vennero premiati 10 comuni lombardi che avevano superato il 10% di raccolta differenziata finalizzata al recupero di materia. Da allora molte cose sono cambiate nei criteri di valutazione di una buona gestione dei rifiuti e dal 2016 vengono premiati  i comuni che contengono la produzione di rifiuto da avviare a smaltimento entro i 75 kg/ab/anno, i cosiddetti “Comuni Rifiuti Free” che nel Belpaese sono arrivati a 629, 39 in più rispetto all’anno precedente. I dati di Comuni Ricicloni 2023 ci confermano che siamo sulla strada giusta e che il passaggio da un’economia di tipo lineare a una di tipo circolare è  possibile, anche se il traguardo è ancora distante.


Secondo la nuova edizione del report 2023, con i dati aggiornati al 2022, la percentuale di cittadini che risiedono nei “Comuni Rifiuti Free” e che contribuiscono a contenere i quantitativi di rifiuti da avviare a smaltimento, rapportata al totale della popolazione italiana, è del 6%. Legambiente registra il sensibile aumento di 34.206 persone servite da sistemi di raccolta differenziata significativamente efficienti. Dei 629 comuni virtuosi, sono ben 409 i piccoli Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti, 180 quelli con un numero di abitanti compreso tra i 5.000 e i 15.000 e 36 quelli oltre i 15.000. Pochi i centri virtuosi con oltre 30.000 abitanti, qui le difficoltà nel gestire in modo efficiente le raccolte sono maggiori se non opportunamente progettate e organizzate. Ad eccezione di Capannori (46.253 abitanti) e Fonte Nuova (32.684 abitanti), sono tutte realtà collocate nel Nord Italia: Castelfranco Emilia (33.054 abitanti), Carpi (71.869 abitanti), Montebelluna (31.095 abitanti), Conegliano (36.007 abitanti), Castelfranco Veneto (32.935 abitanti), Mira (37.542 abitanti) e Belluno (35.529 abitanti). Tra i centri oltre i 50.000 abitanti riscontriamo solo i capoluoghi di Pordenone (51.725 abitanti), Treviso (97.298) e Trento (135.753 abitanti), unica città oltre i 100.000 abitanti. Dei 3.518.952 cittadini “Rifiuti Free”, 2.436.999 risiedono in un Comune la cui gestione dei rifiuti avviene a livello consortile. Una conferma della validità dei sistemi di gestione su larga scala ci arriva dai due Consorzi veneti della provincia di Treviso, il Consiglio di Bacino Priula e il Consiglio di Bacino Sinistra Piave. Rispettivamente primo e secondo nella speciale classifica “Cento di questi Consorzi” sopra i 100 mila abitanti, organizzano la raccolta per 555.694 e 299.107 abitanti, contenendo la produzione di rifiuto da avviare a smaltimento a livelli bassissimi, al di sotto dei 50 kg/ab/anno. 


Per Giorgio Zampetti, Direttore generale Legambiente, “I numeri dell’edizione 2023 ci confermano come il passaggio da un’economia di tipo lineare a una di tipo circolare sia possibile a partire dal lavoro di amministrazioni virtuose e sindaci attenti; ma i dati della trentesima edizione del nostro concorso confermano che c’è ancora molto da fare, dai piccoli Comuni ai centri più grandi fino alle città, dove stentano a diffondersi sistemi di raccolta che tengono insieme qualità e prevenzione dei rifiuti avviati a smaltimento, primo tra tutti il porta a porta combinato con la tariffazione puntuale”. Serve puntare sempre più su un gioco di squadra tra i diversi livelli amministrativi per  consentire che, le esperienze virtuose di oggi, possano diventare una buona prassi nazionale di economia circolare domani, magari anche grazie alle risorse messe a disposizione dal PNRR per il tema della gestione dei rifiuti. Procede più lentamente invece il percorso verso la sostenibilità nei centri urbani del Paese. Le emergenze urbane, nonostante lievi miglioramenti, restano più o meno le stesse: smog, trasporti, spreco idrico, auto circolanti restano, infatti, le questioni più critiche da affrontare. È quanto emerge, questa volta dal trentesimo rapporto (anche per questo settore di indagine siamo alle 30 candeline) Ecosistema Urbano 2023, presentato lo scorso mese sempre da Legambiente, in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, che si concentra invece sulla valutazione delle performance ambientali di 105 Comuni capoluogo e che per questo trentennale ha fatto il punto sui dati raccolti in questi anni.


Tre decenni dove a rallentare la crescita sostenibile delle città sono stati interventi troppo a comportamenti stagni che non hanno permesso quella accelerata che serviva alle aree urbane, in cui oggi si concentra una sfida cruciale per la sostenibiltà del Belpaese. E così accanto ai lenti e progressivi miglioramenti come l’aumento della percentuale di raccolta differenziata (dal 4,4% in media del ‘94 al 62,7% nel 2022 ma solo in alcuni capoluoghi) e l'ampliamento delle piste ciclabili (passate da una media di 0,16m equivalenti/100 abitanti nel ‘98 a una media di 10,59m equivalenti/100 abitanti nel 2022), in questi 30 anni non sono mancati stalli e ritardi. Nessun miglioramento, ad esempio, per il tasso medio di motorizzazione dei comuni capoluogo italiani che si conferma, come trent’anni fa, a livelli tra i più alti d’Europa: 66,6 auto ogni 100 abitanti . È cresciuta la produzione complessiva di rifiuti, passando da una media pro capite di 455 kg/anno del ‘94 a 516 kg/anno nel 2022, e il trasporto pubblico è ancora lontano dalle medie europee ed è passato da 97 viaggi pro capire all’anno nel ’95 ai 65 viaggi pro capire all’anno nel 2022. In questa speciale classifica Trento guida la graduatoria per performance ambientali seguita da Mantova e Pordenone. Al settimo posto Cosenza, prima città del Sud, con alle sue spalle Cagliari 16ª e Oristano 22ª. Roma è solo 89esima, fanalino di coda per Caltanissetta (103ª), Catania e Palermo (entrambe 105ª). Oscillazione in negativo per Milano al 42esimo posto, Firenze che slitta al 53esima posto e Genova al 58esimo posto.


Dati non proprio rassicuranti, eppure queste classifiche hanno ricadute economiche piuttosto importanti, perché la qualità della vita e dei servizi legati ad un’economia circolare efficiente e a un ecosistema urbano realmente sostenibile ci possono rendere tutti più ricchi. Come? Lo abbiamo chiesto a Laura Brambilla che per Legambiente è la Responsabile nazionale Comuni Ricicloni: "Quando parliamo di ricchezza dobbiamo subito fare un distinguo in quanto l’economia circolare genera ricchezza economica, ricchezza ambientale e ricchezza sociale.  Partendo dalla ricchezza economica, quella che forse interessa maggiormente i cittadini, va specificato che l’applicazione del principio “chi inquina paga” è possibile laddove esiste un sistema di verifica associato normalmente ad un sistema di raccolta porta a porta e una tariffazione puntuale. Oltrea responsabilizzare i cittadini, questi sistemi incrementano la qualità della raccolta differenziata e di conseguenza un aumento dei contributi che vengono corrisposti dai consorzi di filiera legati agli imballaggi. Questi contributi rappresentano per un Comune una somma che può essere utilizzata per ottimizzare la raccolta e per la comunicazione, anche dei risultati, pratica che spesso viene tralasciata". Per la Brambilla "La forza di Comuni Ricicloni sta proprio nel raccontare i risultati positivi che le amministrazioni raggiungono grazie al contributo di tutti i soggetti coinvolti: cittadini, operatori, amministrazioni e aziende che effettuano il servizio. Esiste poi una ricchezza ambientale, in quanto le materie prime e seconde che vengono generate nel processo di economia circolare, riducono il consumo di materie prime, anche di quelle critiche. Non va dimenticato che, importanti processi innovativi industriali, consentono il riciclo di materie che fino a qualche anno fa era impensabile. Altro tassello importante è la ricchezza sociale, in quanto il sistema di economia circolare, genera comunque opportunità di lavoro. Da trent’anni raccontiamo un’Italia che fa la differenza e la differenziata, non esistono più scuse per i ritardatari, mentre per i nostri campioni bisogna assolutamente alzare l’asticella e andare oltre la percentuale di raccolta differenziata, puntando sul tasso di riciclo e sulla riduzione dei rifiuti".


Alessandro Graziadei


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