Non è una Pasqua “facile” quella che celebra oggi i funerali di Vittorio Arrigoni. Coincide con “la stessa morte dei migranti divorati dal Mediterraneo inospitale - ricorda la Tavola della Pace -, rifiutati con i sigilli del potere, respinti dalle leggi, inascoltati dal clamore di un popolo allarmato da una propaganda martellante di morte, di paura, di insicurezza, di paranoie identitarie, di pregiudizi e di vittimismo”. Eppure, oggi, il pensiero condiviso non può essere che quello di speranza della madre di Vittorio, Egidia Beretta: “Che la sua morte ci porti pace”, ben oltre il Medio oriente e il Mediterraneo.
Una speranza che speriamo contagiosa a cominciare dalla Sharia, la legge islamica, che prevede la pena di morte per l’omicidio e che la mamma di Vittorio, sindaco del paese di Bulciago, ha chiesto che non venga attuata per gli eventuali arrestati. “Sono contro la pena di morte e anche il mio Vittorio lo era”. Giustizia sia dunque fatta e che i colpevoli paghino, ma nel rispetto della dignità della vita umana, perché “Se la morte di Vittorio non porterà che frutti di pace e di speranza, altre morti non genererebbe che odio e violenza, se me ne compiacessi, come potrei, come potremmo continuare a ripetere il grido, l’appello, la supplica di Vittorio: Restiamo umani?”.
Un appello importante e quanto mai attuale rilanciato alla vigilia di questa Pasqua anche dalla Tavola della Pace verso tutti i migranti: “Ricordiamo il monito di Bonhoeffer durante il nazismo, Come possiamo cantare in gregoriano nelle nostre chiese mentre si ammazzano col gas gli ebrei?
E noi, possiamo cantare nelle nostre chiese la Pasqua di resurrezione senza pensare agli anonimi che ogni giorno muoiono nel mare, con il sogno, ancora vigile, di un riscatto possibile? Possiamo celebrare la messa pasquale senza pensare ai bambini stramazzati dal freddo, dalla fame, dal naufragio? Senza pensare alle donne annegate e trascinate dall'acqua?”.
E noi, possiamo cantare nelle nostre chiese la Pasqua di resurrezione senza pensare agli anonimi che ogni giorno muoiono nel mare, con il sogno, ancora vigile, di un riscatto possibile? Possiamo celebrare la messa pasquale senza pensare ai bambini stramazzati dal freddo, dalla fame, dal naufragio? Senza pensare alle donne annegate e trascinate dall'acqua?”.
Due messaggi di impegno e speranza che ci chiamano in causa in prima persona, ad un’attenzione alle grandi e alle piccole azioni di questa Pasqua. Perché noi “che viviamo sicuri nelle [nostre] tiepide case”, possiamo cominciare anche dalle uova di cioccolato: quelle certificate Fairtrade realizzate in armonia con i produttori del Sud del mondo e lavorate esclusivamente con cacao equosolidale o quelle dell’Altromercato “nUovo mondo”, fondenti o al latte, realizzate con ingredienti di qualità secondo i dettami dell’agricoltura biologica. Ne beneficeranno diverse comunità di produttori da Repubblica Dominicana, dal Belize, dal Costa Rica, dal Ghana, dall’Ecuador, dal Paraguay e le sorprese sono oggetti artigianali provenienti da realtà del circuito equo dello Sri Lanka, India e Colombia.
Ma non solo. Una proposta etica a Pasqua ci viene fatta anche dalla Lav, che ricorda come “Due famiglie italiane su dieci festeggeranno la Pasqua senza crudeltà, scegliendo un menu vegetariano”. E per l’occasione la Lav propone, su Cambiamenu.it, “tanti piatti privi di ingredienti di origine animale per risparmiare la vita dei circa 700.000 agnelli e capretti macellati ogni anno nel nostro Paese per questa ricorrenza religiosa”.
Questa accresciuta preferenza per il menu cruelty free è confermata anche dal recente “Rapporto Italia Eurispes” secondo cui gli italiani che hanno già scelto di essere vegetariani sarebbero circa 7 milioni, e le previsioni sono ancora più ottimiste, tanto che Eurispes pronostica “30 milioni di vegetariani nel 2050”, cioè un italiano su due.
Una scelta che per la Lav rappresenta, dopo soli due giorni dalle celebrazioni dall’Earth Day 2011, la Giornata mondiale della Terra “un invito alla tutela del pianeta - ci spiegano Roberta Bartocci e Paola Segurini, responsabili Lav -, ogni pasto tutto vegetale, infatti, fa risparmiare quasi 1.000 litri di acqua e 1,66 kg di CO2 rispetto a un equivalente menu con carne, a parità di apporto nutrizionale”.
La sostenibilità, è quindi una prerogativa anche pasquale, non sempre facile da perseguire anche se quest’anno in aiuto ci giunge un valido vademecum realizzato in collaborazione tra Federconsumatori e Adusbef, per la salvaguardia della nostra economia domestica, senza però rinunciare alla qualità dei prodotti.
Argomenti troppo distanti dal sacrificio di Vittorio Arrigoni? Certo, ma mentre pensavo se non è ridicolo ricordare Vittorio anche in un piccolo gesto come l’acquisto di un uovo di Pasqua la risposta l’ho trovata nelle parole di Shadi Mahmoud membro di Parc, una storica ong palestinese da anni impegnata nello sviluppo e nel commercio dei prodotti dell’agricoltura Palestinese: “Cari amici, esprimo a tutto il popolo italiano le più profonde condoglianze per la perdita di Vittorio Arrigoni. Onestamente è stato davvero scioccante vedere un attivista per la pace, quale era Vittorio, ucciso in un modo così terrificante. Quella scena ha rappresentato una ragione di profonda vergogna per i Palestinesi e ci ha lasciato senza parole, incapaci di esprimere la rabbia e il rifiuto per un tale atto d'odio. [...] La Palestina rimarrà sempre una casa per coloro che lottano per la libertà in tutto il mondo. Alla famiglia di Vittorio: preghiamo affinché voi restiate forti. Le parole non sono in grado di esprimere il dolore al cuore che sentiamo per voi. Vittorio Arrigoni non verrà dimenticato!”.
Voglio pensare che in questa Pasqua anche un dattero possa contribuire alla memoria e alla speranza di pace di Vittorio che anticipandoci in questo video le parole di Nelson Mandela con cui avrebbe voluto essere ricordato dice: “Un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare. Vittorio Arrigoni, un vincitore”. A noi spetta, oggi,“restare umani”.
Buona Pasqua!
Alessandro Graziadei
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