sabato 4 febbraio 2012

Giornata mondiale contro il cancro: “stand up” e arance della salute

Si celebra oggi, 4 febbraio, la Giornata mondiale contro il cancro voluta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per sensibilizzare la popolazione mondiale sui temi della prevenzione, della ricerca e delle nuove terapie contro una malattia che come sostiene l’Unione Internazionale Contro il Cancro (Uicc) ogni anno registra 7 milioni di vittime a fronte di 12 milioni di casi diagnosticati. Quest’anno la giornata invita ad uno “stand up” per portare all’attenzione dell’opinione pubblica la centralità dell’attività fisica nella prevenzione con “almeno una camminata veloce di circa mezz’ora al giorno”. A dirlo è la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità che ha redatto, in occasione del 4 febbraio 2012, le Global Recommendations on Physical Activity for Health (Raccomandazioni sull’attività fisica per la salute) con l'obiettivo di fornire precise indicazioni su come svolgere gli esercizi fisici più adeguati.
Ma muoversi non basta, perché è l’importanza di una corretta alimentazione ad essere individuata ancora una volta come una delle principali formule di prevenzione e miglioramento della qualità della vita dei malati. Per l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc) “Il cancro può essere prevenuto in ogni fase della vita, ma vale sempre la pena attivarsi per adottare uno stile di vita sano, per sé e per i propri cari”. Per questo il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro (World Cancer Research Fund) ha concluso nel 2007 la revisione di tutti gli studi scientifici sul rapporto tra alimentazione e tumori a cui hanno collaborato epidemiologi e biologi provenienti dai centri di ricerca più prestigiosi del mondo, elaborando un decalogo, che viene regolarmente aggiornato sul sito www.dietandcancerreport.org con pochi, ma importanti consigli su cosa mettere nel piatto.
Non è una novità. Da anni molti i ricercatori concentrano i loro sforzi per individuare negli alimenti, sia i fattori di rischio di insorgenza tumori, sia i fattori protettivi dagli stessi.
Come ha affermato il ricercatore Domenico Palli dell’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica (Ispo), erogato Airc, che con il suo team ha appena pubblicato sull’annuale e autorevole Breast Cancer Research and Treatment: “È stato ampiamente dimostrato che oltre il 30% dei tumori nasce a tavola ed è quindi determinato da errate abitudini alimentari. Ma oggi sappiamo anche di poter contare sugli antitumorali alimentari, ovvero quelle molecole presenti in alcuni cibi che non solo svolgono un ruolo fondamentale nel l’equilibrio delle funzioni vitali dell’organismo, ma possono anche avere un’azione preventiva e terapeutica nei confronti dei tumori”.
Si tratta di un’importante passo avanti nel fronte della prevenzione, perché se fino a poco tempo fa i benefici dei cibi erano misurati “a spanne” e la sopravvivenza o l’incidenza della malattia si valutava su popolazioni molto numerose di cui si conoscevano approssimativamente le abitudini alimentari, ora per Palli è possibile riscontrare nella popolazione il significativo effetto di protezione della verdura e della frutta. “Oggi - ha spiegato l’epidemiologo - sappiamo che vi sono fattori potenzialmente modificabili, legati allo stile di vita, che possono influenzare per esempio lo sviluppo del tumore al seno, il più diffuso nella popolazione femminile: tra questi, il peso eccessivo in post menopausa, il consumo di alcool e la scarsa attività fisica. E si può ipotizzare che interventi preventivi volti a ridurre questi fattori nella popolazione potrebbero tradursi in una riduzione consistente dell’incidenza di questo tumore”.
Per esempio il ruolo protettivo svolto da una dieta ricca di verdura nello sviluppo del tumore della mammella e non solo è stato ora confermato anche nell’ambito della sezione italiana dello studio europeo denominato Epic: European prospective investigation into cancer and nutrition study. Coordinato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione (Iarc) e con il supporto finanziario della Commissione europea, la ricerca ha arruolato circa mezzo milione di volontari in 10 paesi europei, tra cui anche l’Italia, dove sono stati monitorati oltre 47mila volontari, di cui 32.578 donne.
”In questi anni abbiamo registrato oltre mille casi di cancro al seno, ma il dato interessante è che le donne che consumano più frutta e verdura, sia cruda sia cotta, hanno un’incidenza del rischio di tumore inferiore di circa un terzo rispetto alle donne che hanno un’alimentazione diversa - ha continuato Palli - Lo studio ci indica, quindi, quanto è importante intervenire nell’ambito della prevenzione primaria, modificando gli stili di vita”.
Anche per questo, in occasione di questa Giornata, saranno tante le iniziative sul territorio a carattere medico-alimentare a cominciare da quella dell’Airc, che torna in piazza con l'iniziativa: “Le arance della salute”. Per l’associazione, infatti, “finanziare la ricerca contro il cancro è possibile non soltanto facendo donazioni in denaro tramite bonifico o conto corrente, ma anche partecipando con entusiasmo ad iniziative come quella in programma oggi in oltre 2.000 piazze italiane. Con un contributo di 9 euro sarà possibile portare a casa una delle 400mila reticelle da 2,5 kg piene di Arance rosse di Sicilia, ricche di vitamina C, utilissima per combattere i malanni di stagione e rafforzare il sistema immunitario”.
L’ambizioso obiettivo di circa 20.000 volontari è portare alla ricerca oltre 3.700.000 euro, grazie anche alla generosità della Regione Siciliana, destinati a finanziare i progetti di ricerca oncologica già in corso, ed avviarne di nuovi, selezionati dal Comitato tecnico scientifico Airc insieme a circa 350 scienziati stranieri.
Per l’Airc, quindi, non solo una raccolta fondi, ma un impegno educativo che mira a diffondere le buone pratiche alimentari. “Oggi sappiamo di poter contare sugli antitumorali alimentari, molecole presenti negli alimenti che svolgono un ruolo fondamentale nell’equilibrio delle funzioni vitali dell’organismo, ma che possono anche avere un’azione preventiva e terapeutica nei confronti dei tumori”. Queste conoscenze sono frutto di studi di nutraceutica e nutrigenomica capaci di stabilire il potenziale profilo antitumorale di verdura e frutta, "una strategia d’indagine - ha spiegato Airc - che mira non solo a identificare gli alimenti con un’intensa attività antitumorale, ma anche le varietà che potrebbero contenere quantità superiori di agenti antitumorali. Ad esempio l’Arancia rossa di Sicilia, che contiene gli antociani, pigmenti naturali dagli straordinari poteri antiossidanti e circa il 40 per cento in più di vitamina C rispetto agli altri agrumi. È quindi uno degli alimenti più indicati per la prevenzione oncologica”.
Anche per la nostra salute, quindi, oggi dovremmo andare “in piazza”, sarà possibile muoversi, fare il pieno di vitamine e contribuire alla ricerca che per stessa ammissione di Airc, in relazione ad alcune critiche da parte di associazioni animaliste, “avviene sempre contro ogni forma di maltrattamento degli animali”. In quei pochi e delimitati casi nei quali la sperimentazione animale è necessaria ha concluso l’associazione, “sono seguite regole molto precise che ne valutano non solo l'effettiva necessità, ma anche il modo con cui la ricerca verrà svolta, secondo i parametri di un codice etico molto rigido. In mancanza di queste certificazioni, il progetto non viene approvato”.
Alessandro Graziadei

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