domenica 30 settembre 2012

Italia: “le mie prigioni” rischiano la condanna


L’Ordinamento Penitenziario che regolamenta le condizioni di vita delle carceri italiane afferma che “il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona”. Tuttavia, l’affollamento degli istituti di detenzione, il numero elevato dei suicidi e delle morti in carcere, le condizioni igieniche e sanitarie insufficienti, che avevamo raccontato poco più di un mese fa, dimostrano il cronico stato di emergenza della situazione penitenziaria italiana.
“Da agosto - ha detto il Ministro della Giustizia Paola Severino a margine del saluto alle matricole della Luiss - il Governo sulla situazione delle carceri non è però rimasto a guardare e nel pacchetto di riforme sulla giustizia c’è oltre all’approvazione del sistema anti corruzione anche il tema delle carceri”. Il pacchetto, ha ribadito il ministro ricordando che le norme sono già in discussione in commissione Giustizia alla Camera “vertono anche sulle misure alternative, un completamento importante per deflazionare il carcere”. Una modalità già intrapresa dalla Provincia autonoma di Trento e dalla Regione autonoma del Trentino Alto-Adige che hanno sottoscritto il 13 settembre col Ministero un protocollo d’intesa sul trattamento sociale dei detenuti e dei soggetti in esecuzione penale esterna con l’obiettivo di realizzare un quadro organico di iniziative per alleggerire le carceri attraverso un reinserimento sociale e lavorativo, lo sviluppo di attività in favore delle vittime dei reati e della comunità oltre alla costruzione di progetti riparatori.
Quanto basta? Non proprio a detta dei Radicali. “I dati in nostro possesso smascherano l’inefficacia dei provvedimenti finora adottati dal Governo italiano”, ha denunciato martedì il segretario dei Radicali Mario Staderini con Marco Pannella e Rita Bernardini, ricordando che “l’Italia è lo Stato europeo con il maggior numero di condanne, dopo la Turchia, per violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo: oltre duemila sentenze della Corte di Strasburgo, in particolare per irragionevole durata dei processi e condizioni delle carceri che possono vantare un sovraffollamento secondo in Europa sola alla Serbia”.
 Ultimo in ordine di tempo è il verdetto sul caso Sulejmanovic conclusosi nel luglio 2009 che ha condannato lo Stato italiano per la violazione dell’art. 3 della Convenzione dei Diritti dell’Uomo, che proibisce di sottoporre i detenuti a “trattamenti inumani e degradanti”, e stabilisce il diritto a un risarcimento economico per il danno subito.
“Per questi motivi abbiamo fornito al Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, chiamato a valutare lunedì quanto fatto dall’Italia rispetto alle condizioni delle carceri, le informazioni sulla reale situazione italiana e la documentazione che prova che il piano d’azione presentato e in discussione dall’esecutivo non inciderà in alcun modo sulla sistematica violazione dei diritti umani a causa della bancarotta del sistema giustizia del nostro Paese” ha precisato Staderini.
Secondo i dati del Ministero della Giustizia, al 31 agosto i detenuti presenti nelle carceri italiane erano 66.271, a fronte di una capienza regolamentare di 45.568 posti. “Ma sulla questione dei posti regolamentari il governo si comporta da trecartaro - ha sostenuto la Bernardini - A causa della mancanza di fondi per la manutenzione ordinaria e straordinaria, intere zone negli istituti sono chiuse, transennate, però restano nel computo della capienza regolamentare” inoltre “il disegno di legge delega del Governo in materia di depenalizzazione e decarcerizzazione, calendarizzato a marzo, oggi è ancora al palo”: tutti i progetti di ampliamento delle carceri non sono ancora appaltati, non hanno una copertura economica e soprattutto per i Radicali il disegno “non fornisce nessuna indicazione in merito alle esigenze sanitarie, al lavoro e ai suicidi di detenuti e agenti penitenziari
Ben diversi dal Ministero i dati riportati dall’Associazione Antigone per la quale la situazione è fuori controllo e richiede interventi strutturali: “i detenuti erano, nel 2008, oltre 63.000, 20.000 in più rispetto alla capienza regolamentare e tollerabile per la stessa amministrazione penitenziaria. Dal primo gennaio 2009, l’aumento è stato di 5.500 detenuti, con un tasso di crescita leggermente inferiore alle 1.000 persone al mese. Numeri allarmanti che, se non contraddetti da misure concrete, potrebbero raggiungere alla fine del 2012, il tetto delle 100.000 unità”.
Se questi sono i dati corretti “Occorre fare presto” ha aggiunto l’avvocato Riccardo Polidoro, Presidente dell’associazione Il Carcere Possibile. “Durante l’estate il Ministro Severino è andata in giro per le carceri italiane, promettendo ai detenuti una riforma in tempi brevi, ma l’approdo in aula è stato continuamente rinviato. Cosa che reputo assurda”. Se il carcere dovrebbe restituire alla società civile una persona migliore, rieducata, per molte associazioni le condizioni in cui i detenuti scontano la loro pena non lo permettono: “chiunque peggiorerebbe, a causa dei tagli si sono anche eliminate figure molto importanti come gli operatori sociali, facendo cadere la funzione rieducativa della pena”. A Poggioreale dove in questi giorni i detenuti stanno portando avanti una protesta pacifica per la mancata discussione in Parlamento della riforma del sistema carcerario “ci sono fino a 12 detenuti per cella, non riescono nemmeno a stare in piedi tutti insieme e per dormire fanno i turni sui letti a castello. Questo modello detentivo non è solo punitivo, ma è illegaleha aggiunto Polidoro.
Ora i Radicali chiedono al Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa di “adottare un provvedimento forte nei confronti dell’Italia, con l’indicazione dell’amnistia come soluzione da adottare immediatamente e di valutare la sospensione dei rappresentati italiani dell’organo del Consiglio d’Europa”. Tra le misure proposte, anche la “sospensione dell’esecuzione della pena, in caso di sopraggiunto limite della capienza regolamentare”. Ma non è l’unica soluzione: “In Italia c'è un ottimo ordinamento penitenziario che però non viene rispettato, per migliorare subito basterebbe applicarlo” ha concluso Polidoro. Ora le carceri sono oltre il livello di guardia, la corruzione anche. Che i tempi siamo maturi per un intervento del Governo?
Alessandro Graziadei

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