All’indomani della ratifica in Senato della Convenzione di Lanzarote contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori, l’Italia, per mano del Ministro del lavoro, delle politiche sociali e delle pari opportunità Elsa Fornero, ha firmato il 27 settembre a Strasburgo anche la “Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica”, meglio conosciuta come Convenzione di Istanbul (.pdf). Aperta alla firma e alla ratifica l’11 maggio 2011, la Convenzione ha ricevuto, con quella italiana, 23 firme e una sola ratifica, da parte della Turchia. Perché entri in vigore, adesso, ne servono altre nove, ma un primo e fondamentale passo è stato fatto per proseguire l’azione internazionale contro tutte le forme di violenza che colpiscono le donne e le bambine.
La Convenzione è, infatti, il primo strumento giuridicamente vincolante per gli Stati in materia di violenza di genere e contiene misure per la prevenzione, la protezione delle vittime e i procedimenti penali per i colpevoli, definisce e criminalizza le diverse forme di violenza contro le donne tra cui il matrimonio forzato, le mutilazioni dei genitali femminili, lo stalking, le violenze fisiche e psicologiche e la violenza sessuale.
La Convenzione è, infatti, il primo strumento giuridicamente vincolante per gli Stati in materia di violenza di genere e contiene misure per la prevenzione, la protezione delle vittime e i procedimenti penali per i colpevoli, definisce e criminalizza le diverse forme di violenza contro le donne tra cui il matrimonio forzato, le mutilazioni dei genitali femminili, lo stalking, le violenze fisiche e psicologiche e la violenza sessuale.
La firma segue la mozione unitaria del Senato italiano a favore della Convenzione votata il 20 settembre 2012 e per il Ministro Fornero rappresenta l’ulteriore segnale di una piena “consapevolezza che è di conforto al Governo e gli dà la forza per continuare in questa azione di diffusione di una cultura che rifiuti la violenza e la sanzioni, ma soprattutto che faccia crescere in ciascuno di noi qualcosa di positivo nell’accettazione del prossimo”. Il Ministro Fornero ha assicurato alla neo Vice Segretaria Generale del Consiglio d’Europa Gabriella Battaini Dragoni che il Governo, ora, si impegnerà perché la Convenzione “sia ratificata dalle Camere nei tempi più brevi affinché le preziose norme a tutela delle donne, che sono tra le vittime più frequenti della violenza domestica, diventino al più presto legge dello stato italiano”. Per la Battaini Dragoni “La Convenzione di Istanbul è un trattato molto innovativo perché non si limita a punire i colpevoli, ma si preoccupa di proteggere e sostenere le vittime […], contiene la puntualizzazione di diversi nuovi reati utili alla legislazione di qualsiasi stato europeo e può essere ratificata anche fuori dai confini dell’Europa”. Il trattato è, infatti, aperto anche a Paesi come gli osservatori (USA, Canada, Messico, Vaticano, Giappone e Israele), i partner per la democrazia (Marocco e Palestina) e i Paesi del Centro Nord Sud, istituzione del Consiglio d'Europa con sede a Lisbona, che gestisce il collegamento tra Strasburgo e quelli che si affacciano sul Mediterraneo.
L’Associazione italiana donne per lo sviluppo (Aidos) e Amnesty International Italia, partner della Campagna europea END FGM promossa da Amnesty International Irlanda e realizzata in collaborazione con Organizzazioni non governative di 13 Paesi europei per porre fine alle mutilazioni dei genitali femminili, hanno immediatamente espresso apprezzamento per la firma della Convenzione da parte dell’Italia.
”Naturalmente, siamo felici che il governo italiano abbia firmato la Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne, che include un articolo specifico sulle mutilazioni dei genitali femminili. L’Italia ha una delle leggi più avanzate su questa materia. Chiediamo quindi che il nostro Governo prenda la leadership in Europa e rifinanzi la legge numero 7 del 2006 riguardante le disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile” ha dichiarato Daniela Colombo, presidente di Aidos.
“La firma della Convenzione, da parte dell'Italia, è un importante passo avanti verso la fine della violenza sulle donne in Europa e non solo, ma perché questo strumento giuridico sia efficace c’è ancora molto da fare, in primo luogo ratificarlo sollecitamente” - ha affermato Christine Weise, presidente di Amnesty International Italia. “È impensabile che ancora oggi migliaia di donne e ragazze in Europa siano costrette a subire mutilazioni dei genitali femminili. Per porre fine a questa e ad altre violenze, come il gravissimo fenomeno della violenza domestica, la ratifica da parte dell'Italia non dovrebbe farsi attendere e potrebbe essere un esempio anche per gli altri Paesi”.
”Naturalmente, siamo felici che il governo italiano abbia firmato la Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne, che include un articolo specifico sulle mutilazioni dei genitali femminili. L’Italia ha una delle leggi più avanzate su questa materia. Chiediamo quindi che il nostro Governo prenda la leadership in Europa e rifinanzi la legge numero 7 del 2006 riguardante le disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile” ha dichiarato Daniela Colombo, presidente di Aidos.
“La firma della Convenzione, da parte dell'Italia, è un importante passo avanti verso la fine della violenza sulle donne in Europa e non solo, ma perché questo strumento giuridico sia efficace c’è ancora molto da fare, in primo luogo ratificarlo sollecitamente” - ha affermato Christine Weise, presidente di Amnesty International Italia. “È impensabile che ancora oggi migliaia di donne e ragazze in Europa siano costrette a subire mutilazioni dei genitali femminili. Per porre fine a questa e ad altre violenze, come il gravissimo fenomeno della violenza domestica, la ratifica da parte dell'Italia non dovrebbe farsi attendere e potrebbe essere un esempio anche per gli altri Paesi”.
Anche per le molte associazioni di genere sparse per l’Italia la firma di Strasburgo è un primo passo indispensabile e non solo perché la Convenzione riconosce la violenza sulle donne come una “violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione". Come ricordato quest’estate da Unimondo “Molti non sanno, infatti, che proprio nella nostra civilissima Italia gli omicidi di genere stanno diventando una vera piaga sociale, tanto da destare l'allarme dell'Onu e del Comitato Cedaw (Convenzione per l’eliminazione di tutte le discriminazioni contro le donne), che quest’anno hanno presentato un rapporto proprio sul nostro Paese dando indicazioni molto severe all'Italia su come affrontare la questione”.
Solo nei primi 5 mesi del 2012 sono 59 le donne uccise dal partner o dall’ex partner in Italia. Il dato è in vertiginoso aumento se pensiamo che in tutto il 2011 sono state 100 mentre cinque anni fa, nel 2007, il numero era “fermo” a 29. Senza contare che l'omicidio è solitamente l'ultima fase di un percorso fatto di abusi e maltrattamenti che un’altissima percentuale di donne non denuncia. Anche per questo Olympia de Gouges, un centro antiviolenza con sede a Grosseto, ha realizzato la scorsa primavera con il regista toscano Stefano Chiodini La casa di Ester, un cortometraggio che si occupa proprio di violenza domestica di genere. “Inizialmente il centro antiviolenza di Grosseto mi chiese di realizzare un documentario a scopo didattico per sensibilizzare gli studenti sul problema”, ha raccontato il regista. “Nella mia testa, però, ha subito preso forma l’idea de La casa di Ester, così l'ho proposta all'associazione e abbiamo lavorato insieme al progetto. Durante la realizzazione del corto sono entrato in contatto con questa realtà, comprendendo quanto il problema sia profondo e radicato”.
“Molto spesso la violenza sulle donne è primariamente psicologica”, ha detto Chiodini. “Il legame tra la vittima e il partner violento sembra quasi indissolubile. Per spezzarlo e scrollarsi di dosso il giogo psicologico ci vuole un’enorme forza di volontà, l'aiuto di realtà come Olympia de Gouges” e speriamo a breve anche la ratifica della Convenzione di Istanbul.
Alessandro Graziadei
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