Che Paese vogliamo lasciare ai nostri figli? Per il Comitato Mamme NO Inceneritore di Sesto Fiorentino la risposta è chiara: un Paese migliore, soprattutto dal punto di vista ambientale. Per farlo questo gruppo di cittadine che condividono la speranza e l’impegno per la difesa della salute e la tutela dell’ambiente, chiede da tempo un confronto sulla realizzazione di un inceneritore nella piana fiorentina e cerca di evitare che le nuove generazioni debbano fare i conti con “gli effetti nocivi e irreversibili che tale impianto produrrebbe sulla salute umana e sull’ambiente”. Ma non siamo davanti al solito gruppo Nimby, “non nel mio giardino”, capace solo di dire di no. Le mamme fiorentine in questi mesi hanno promosso numerosi incontri pubblici con esperti del settore, medici, tecnici e gestori del ciclo dei rifiuti per cercare di vederci chiaro su un tema che interessa direttamente il diritto alla salute di tutta la cittadinanza e valorizzare le alternative all’incenerimento attualmente esistenti, come il percorso di gestione dei rifiuti noto sotto il nome di “Rifiuti Zero”.
Fino ad oggi una valutazione comparativa, dal punto di vista economico, energetico, occupazionale e ambientale, tra un progetto di smaltimento dei rifiuti basato sull’inceneritore e un progetto di smaltimento dei rifiuti basato su una raccolta differenziata porta a porta, affiancata da un distretto del riciclo e un impianto di smaltimento a freddo, non è mai stata fatta dall’amministrazione locale. Eppure un approfondimento di questo tipo, “sarebbe anche d’obbligo secondo la legge”. Le realtà in cui non si persegue solo il “businness dell’incenerimento”, come il consorzio Contarina di Treviso, esistono e dimostrano che si può tranquillamente arrivare a differenziare l’85% dei rifiuti recuperando materie prime anche dal restante 15% con un moderno impianto a freddo di trattamento meccanico-biologico. Il residuo inerte è analogo per quantità al residuo dell’incenerimento, ma a differenza del primo non è tossico. “Una gestione di questo tipo è perfettamente in linea con la normativa europea, anzi rispetta l’ottica di un'economia circolare e il recupero di preziose materie prime che anche l’Europa sta promuovendo”. Per questo il comitato chiede “che tale valutazione venga effettuata da un'equipe in cui sia paritaria la presenza di esperti individuati dall’amministrazione e la presenza di esperti individuati dalla cittadinanza”.
Oggi si legge sul sito delle Mamme NO Inceneritore “La zona della piana fiorentina, che comprende la parte nord della città, è considerata dall’Agenzia europea per l’ambiente una delle più inquinate di tutta Europa. Come se non bastasse in questa zona le amministrazioni locali hanno previsto la costruzione di grandi opere altamente inquinanti e impattanti sulla qualità dell'aria come l' inceneritore, un nuovo aeroporto e la terza corsia dell’autostrada”. Nella piana fiorentina, però, non sono state collocate, né lo saranno in futuro, stazioni di rilevamento della qualità dell’aria. Per questo le mamme hanno deciso di affrontare in modo propositivo il delicato tema del controllo delle sostanze inquinanti nell’aria con una campagna di corwfunding sulla piattaforma di Produzioni dal Basso! “Abbiamo bisogno di voi per dare vita all’autocostruzione di centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria! Se le amministrazioni non vogliono analizzare la qualità dell’aria, ci penseremo noi cittadini!”.
Il progetto, forte del supporto di tecnici informatici, medici e ricercatori universitari che contribuiranno con la loro professionalità e competenza ad un'analisi dell’inquinamento dell’aria, vuole vederci chiaro su un fenomeno che causa oltre 400.000 morti premature all’anno nei soli paesi dell’Unione Europea. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente l’Italia ha addirittura il record annuale di morti per smog con 59.500 decessi prematuri per il PM 2.5, 3.300 per l’Ozono e 21.600 per gli NOx nel solo 2012 e i dati più recenti non sembrano migliorare. I risultati scientifici del dossier annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico e acustico Mal’Aria di città 2016, per esempio, hanno confermato che “Anche il 2015 per l’aria respirata nei centri urbani italiani è stato un anno da codice rosso, segnato da un’emergenza smog sempre più cronica”.
Le centraline delle mamme NO Inceneritore analizzeranno per questo i livelli di inquinanti come PM 2.5 e PM 10, CO e NO2, per avere una fotografia completa della qualità dell’aria e degli inquinanti presenti nell’area. I dati raccolti saranno poi pubblicati su una piattaforma pubblica e utilizzati per uno studio scientifico utile sia per il rilevamento dell'inquinamento atmosferico, sia per gli effetti sulla salute umana. “Ben presto gli investitori realizzeranno che non è conveniente costruire un inceneritore dove la popolazione non dà tregua e ha gli strumenti per non delegare a nessuno la tutela della propria salute” hanno spiegato le mamme. Un progetto importante utile ad aggiornare l’unica Valutazione di Impatto Sanitario effettuata nella zona dove dovrebbe sorgere l’impianto di incenerimento e che risale al 2005: “Da allora molte cose sono cambiate, come la nascita di diversi centri commerciali, l’aumento demografico con la costruzione di nuove abitazioni, l’aumento dell’impatto di altri agenti inquinanti come il traffico aereo e quello automobilistico”.
Abbiamo tempo fino al 9 settembre per contribuire al finanziamento di questo sistema di monitoraggio dell’aria low cost capace di sfruttare l’energia solare, rendendo così le centraline autonome anche dal punto di vista energetico, oltre che politico e scientifico. “Per ringraziarvi del vostro sostegno abbiamo previsto anche delle ricompense, che sono diverse e variano in base al vostro supporto” ha spiegato il propositivo comitato. Borracce di acciaio, magliette, workshop su come autocostruire una centralina, tour tra città e oasi naturalistiche locali e la possibilità di dare un nome ad una delle centraline sono a disposizione di chi sosterrà un progetto nato per evitare che il ciclo dei rifiuti inceneriti si trasformi in un ulteriore aumento delle emissioni inquinanti.
Alessandro Graziadei
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