Contrastare l’azzardo è un obiettivo raggiungibile e per riuscirci, da qualche settimana, c’è un punto di riferimento in più. Si tratta del progetto Prevenzione NoSlot, pensato e creato della Casa del Giovane di Pavia (CdG), una comunità di vita e di servizio nata nel 1971 dall’intuizione di don Enzo Boschetti, sacerdote della Diocesi di Pavia, morto all’età di 63 anni nel 1993. Un luogo fisico e virtuale destinato a diventare una risorsa per prevenire e soprattutto per offrire un’opportunità di aiuto concreto a chi è entrato nel tunnel del gioco d'azzardo e non sa più come uscirne. Collegandosi alla pagina Aiuto e informazioni, chiunque abbia necessità può entrare in contatto con un operatore o un’operatrice della CdG e ricevere assistenza in breve tempo o semplicemente saperne di più sull’azzardo, sulle cause e sulle conseguenze di questa vera e propria patologia. Una patologia curabile e che può essere superata da tutti. Serve buona volontà e l’aiuto di persone competenti come quelle che stanno dietro a questa importante iniziativa.
La volontà della società civile di contrastare la piaga dell’azzardo “dal basso”, visto che “dall’alto” lo si incentivava, aveva già dato vita, tra le altre, all’Associazione Movimento No Slot (AMNS), una rete di comunità, associazioni e singoli cittadini che si sono dati una forma giuridica allo scopo di combattere con più efficacia la battaglia contro il gioco d’azzardo patologico con il sostegno, oltre che della Comunità Casa del Giovane di Pavia anche di Vita. L’associazione è stata per mesi il punto di riferimento #NoSlot non solo del web, divulgando leggi e normative contro l’azzardo di massa, raccontandone i rischi e promuovendo la cultura del buon gioco. Adesso con il progetto #PrevenzioneNoSlot, la Comunità Casa del Giovane ha deciso di continuare il percorso, per dare sostegno a chi, quotidianamente, contatta la struttura in cerca di sostegno psicologico per sé, un familiare o un amico, raccontando storie piene di sofferenza, fatica e preoccupazione per il futuro.
“In una società sempre più segnata da precarietà e incertezze, il gioco d’azzardo di massa rappresenta un moltiplicatore dello stato di crisi e, al tempo stesso, trasforma un problema sociale e economico in un dilemma dal quale difficilmente si può uscire senza assumere una posizione chiara e decisa” ha ricordato lo staff della CdG. Sono, infatti, circa 35 milioni, gli italiani dediti al gioco. Di questi circa 2 milioni sono giocatori “cronici” o “patologici”, sulla cui dipendenza lo stato incassa entrate tributarie per miliardi di euro. Per questo è indispensabile non abbassare la guardia e offrire le competenze e lo spazio giusto per condividere riflessioni, buone prassi, ed esperienze positive di chi è riuscito ad uscire dal tunnel del gioco d’azzardo patologico e di chi, proprio in questo momento, sta cercando di ricostruire la propria vita. In questo senso Prevenzione NoSlot si candida ad essere un “pronto soccorso dell’azzardo” in cui trovare personale sempre disponibile a supportare chi ha bisogno: via mail, al telefono, tramite chat, sui social network o direttamente nella sede di Pavia.
“È arrivato il momento di dire Basta! Non si tratta di proibizionismo, ma di semplice buonsenso e analisi della realtà. Gli operatori della Comunità Casa del Giovane raccolgono da anni le storie, le esperienze, le testimonianze di tante famiglie distrutte dal gioco d’azzardo. Il progetto Prevenzione NoSlot è per loro e per tutte le persone attente e sensibili che, come noi, pensano sia ignobile voler speculare sulle fragilità umane girando la testa dall'altra parte”. Uno spazio di cura quindi, ma pensato anche “per condividere riflessioni, buone prassi, ed esperienze positive di chi è riuscito ad uscire dal tunnel del gioco d’azzardo patologico”. Una realtà importante quella delle buone prassi e delle testimonianze dirette che aiuta a sentirsi meno soli e a far capire a chiunque che uscire dalla schiavitù dell’azzardo è possibile. La pagina dedicata alle Risorse è per questo ricca di racconti, articoli utili, riferimenti web e materiale didattico scaricabile. Consultando la sezione Domande e Risposte, invece, si possono trovare i tanti consigli degli esperti, i blog a tema e la bacheca di tutte le iniziative in corso a vari livelli sul territorio nazionale. Un importante obiettivo del progetto, infatti, è quello di non limitarsi al web e alla sede di Pavia, ma creare una rete di punti d’ascolto, in tutta Italia e offrire un sostegno non soltanto a chi è coinvolto in prima persona (manifestando una vera e propria dipendenza dal gioco d’azzardo), ma anche a parenti, amici e figli.
Sì i figli! Il progetto Prevenzione NoSlot è rivolto anche ai giovani. “Il nostro compito di adulti responsabili è quello di fornire strumenti utili a comprendere il bello e il brutto del mondo, valutare i pro e i contro di una scelta, distinguere i rischi dalle opportunità. Vogliamo aiutare i ragazzi a sviluppare opinioni autonome, diventare responsabili delle proprie azioni. A crescere, insomma. È la mancanza di punti di riferimento ad alimentare in essi la confusione e la ricerca di emozioni forti in contesti pericolosi”. Nel caso del gioco d’azzardo spesso sono i genitori a portare con sé i figli, all'interno di una sala scommesse: “perché giocatori compulsivi essi stessi o perché convinti che una slot machine sia solo uno svago, un gioco”. La conseguenza? “Il moltiplicarsi di giovanissimi giocatori d’azzardo” o l’aumento di ragazzi “che devono farsi carico delle difficoltà dei genitori con troppo anticipo”. Per questo con #PrevenzioneNoSlot “ci occupiamo di problematiche legate alla dipendenza da gioco d’azzardo senza dimenticare tutte quelle situazioni di disagio che possono interessare anche i giovani e le famiglie” con la certezza che contrastare l’azzardo è un obiettivo raggiungibile anche quando non ci pensa lo Stato. Ma forse qualcosa si muove anche sul fronte istituzionale! Il 5 settembre il presidente del Consiglio ha annunciato che “sul gioco d’azzardo stiamo per mettere a punto una misura per togliere le slot dalle tabaccherie ed esercizi commerciali” e che “Il meccanismo del gioco affida al caso la possibilità di farcela; lavorare sulla prevenzione significa invece mettere in campo una cultura opposta a quella dell’azzardo. E questo faremo”. Sarà vero?
Alessandro Graziadei
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