Oggi alcuni grandi carnivori hanno ricolonizzato diverse aree d’Europa. Branchi di lupi vivono stabilmente in Italia, Francia, Germania, Polonia e in altri paesi dell’Europa orientale; la lince è di casa in Polonia, nelle Alpi italiane e francesi e nei Balcani settentrionali; gli orsi bruni è possibile avvistarli in Italia, Slovenia, Austria, Francia, Romania, Polonia, Slovacchia, Serbia e in Scandinavia; il ghiottone, infine, per il momento si trova solo nei Paesi scandinavi. Dopo decenni di declino, le molte iniziative di salvaguardia di questi grandi carnivori hanno reso stabile o in crescita il loro numero, aumentando così le possibilità di conflitto tra uomo e fauna selvatica. Che fare? Questo tema, che richiederebbe una buona dose di sensibilità, una lungimiranza non solo elettorale e la voglia di imparare da chi lo ha già affrontato il problema con successo, per ora è stato "risolto" dal punto di vista economico. Lo scorso mese, infatti, la Commissione europea ha deciso che “saranno rimborsati integralmente tutti i danni diretti ed indiretti provocati dagli attacchi di lupi, orsi, linci e ghiottoni”.
Secondo la Commissione europea questa iniziativa “aiuterà a proteggere i grandi predatori nelle aree in cui sono entrati in conflitto con le attività degli esseri umani” mentre per animalisti e ambientalisti il provvedimento potrebbe essere l’occasione per limitare gli abbattimenti “legali” e contrastare efficacemente quelli illegali. Infatti, anche se nella maggior parte dei Paesi dell’Unione europea questi grandi carnivori sono protetti dalla legge e ritenuti indispensabili per la tutela ambientale e la biodiversità, come indicato nella direttiva Habitat dell’Ue, questo non ha impedito a pastori ed allevatori di abbatterli. Non sempre si tratta di bracconaggio fine a se stesso. In alcuni stati membri, la mancanza di prede naturali, insieme alla perdita dell’habitat, hanno favorito gli attacchi di questi grandi predatori agli animali di allevamento con danni economici spesso significativi soprattutto per le piccole realtà imprenditoriali. Adesso non ci sono più scuse, la morte di un capo predato sarà sempre compensato e nel nostro Paese, come negli altri stati membri dell’Unione, sarà sempre possibile risarcire completamente agricoltori e allevatori per i danni causati da questi grandi carnivori.
Un significativo passo in avanti visto che in precedenza veniva pagato solo l’80% delle perdite, mentre ora tutte le categorie penalizzate dall’attività predatoria dei grandi carnivori potranno ricevere il 100% di rimborso e saranno interamente rimborsate anche le spese indirette, comprese quelle di prevenzione utili per costruire recinzioni elettriche e comprare cani pastore “anti-lupo”, le spese veterinarie per il trattamento di capi feriti e i costi per la ricerca degli animali scomparsi. Un risultato che affonda le proprie radici nell’istituzione nel 1992 di LIFE, il programma di finanziamento dell’Ue per l’ambiente, che ha realizzato più di 40 progetti di coesistenza con grandi carnivori concentrandosi sulla sensibilizzazione e sulla protezione degli animali d’allevamento e svolgendo un ruolo prezioso nel testare e implementare i modi di gestire e ridurre al minimo i conflitti tra i grandi carnivori e gli esseri umani. Questo approccio preventivo e compensativo dovrebbe attenuare le molte pressioni da parte di alcuni governi europei e amministrazioni locali per consentire l’abbattimento dei lupi come mezzo per proteggere il bestiame.
Anche se in Italia anche Regioni come Trentino-Alto Adige e Toscana hanno chiesto l’abbattimento di lupi e soprattutto orsi, sollevando non poche preoccupazioni per i possibili attacchi alle persone (chiaramente non compensabili), per molti animalisti e ambientalisti europei la decisione della Commissione è una speranza sulla strada del delicato percorso di coesistenza uomo - animali selvatici. Per Ruud Tombrock, direttore esecutivo di Humane Society International (Hsi Europe) al netto di “politici allarmisti che rivendicano sempre e comunque l’opzione abbattimento", in Europa "è fondamentale arrivare alla convivenza con i lupi e gli altri grandi carnivori. Troppo spesso gli agricoltori vogliono prendere immediatamente i loro fucili quando vengono attaccati greggi o mandrie. Dovrebbero, piuttosto essere pienamente compensati per le perdite di animali e per i costi veterinari sostenuti, tuttavia, in primo luogo, è anche importante che vengano prese misure preventive per ridurre il rischio che tali attacchi si verifichino”. Una posizione quella della Commissione europea molto gradita anche a Confagricoltura, che ricorda l’importanza di “intervenire in modo efficace nella gestione delle specie protette e per la sicurezza degli animali allevati, oltre che delle persone” e spera “che lo stesso trattamento economico venga esteso anche per le specie non protette, come i cinghiali che, tra l’altro, sono portatori delle peste suina, una malattia che sta mettendo in ginocchio intere nazioni come il Belgio”.
È questo un passo di civiltà importante per l'Europa (negli Stati Uniti è stato semplicemente dato il via libera all'abbattimento del lupo) dove il dibattito politico e sociale sui modi per mitigare e prevenire i conflitti tra grandi carnivori e allevatori di bestiame, proprietari terrieri, cacciatori e comunità locali, non è mai stato abbandonato e sono state sviluppate e testate misure normative e tecniche sempre più efficaci. Per Tombrock “L’installazione di recinzioni elettriche o fladry per proteggere le mandrie dagli attacchi dei predatori, l’uso di cani da guardia, l’impiego di unità di intervento ed esperti di predatori nelle aree problematiche sono alcune delle soluzioni che hanno dimostrato un alto tasso di successo nel minimizzare gli attacchi dei predatori alle mandrie nei pascoli e negli allevamenti”. Ma forse il problema principale dell'uomo non sempre sono i grandi predatori. Non sono poche, infatti, le associazioni che denunciano risarcimenti per capi predati, in realtà mai predati o risarcimenti mai erogati da alcuni Governi, anche se previsti dall’Unione. Per esempio in Romania, un Paese dove vivono lupi, orsi e linci, i pagamenti per danni causati dagli attacchi dei grandi carnivori vengono spesso misteriosamente “trattenuti”. E così si scopre che il “grande predatore” più pericoloso è ancora una volta un l'uomo, e più che affamato è semplicemente avido e corrotto!
Alessandro Graziadei
Nessun commento:
Posta un commento