Negli ultimi anni sentiamo spesso parlare del così detto “fenomeno del parabrezza”, ovvero la percezione che ci siano meno insetti schiacciati sui parabrezza delle nostre auto rispetto a qualche decennio fa. Ma siamo veramente alla viglia dei una “apocalisse degli insetti” destinata a ridurne drasticamente il numero e l’utilità? Lo studio “Meta-analysis reveals declines in terrestrial but increases in freshwater insect abundances”, pubblicato lo scorso 24 aprile su Science da un team di ricercatori tedeschi, russi e olandesi, ha raccolto 166 ricerche sul numero di insetti condotte in 1.676 siti in tutto il mondo tra il 1925 e il 2018 e ha confermato che gli insetti terrestri presentano una riduzione globale dello 0,92% all’anno. Secondo gli scienziati del Deutschen Zentrums für integrative Biodiversitätsforschung (iDiv), dell’Universität Leipzig (Ul) e della Martin-Luther-Universität Halle-Wittenberg (Mlu), che hanno guidato il team internazionale di ricercatori in quello che è oggi il più grande studio sulla presenza di insetti mai realizzato, “Nonostante le percentuali generali, le tendenze locali sono molto variabili e l’unica cosa certa è che le aree che sono state meno antropizzate sembrano avere trend di scomparsa minori”.
Nonostante nell’ottobre del 2017 lo studio “More than 75 percent decline over 27 years in total flying insect biomass in protected areas”, realizzato nelle riserve naturali della Germania occidentale e pubblicato su Plos One, avesse evidenziato un calo di ben il 75% degli insetti in 27 anni, profetizzando una vera e propria “insect apocalypse”, all’iDV sottolineano che “Da allora, ci sono state diverse pubblicazioni di follow-up da diversi luoghi in tutto il mondo, la maggior parte delle quali ha mostrato forti cali, altre meno, e alcune hanno persino mostrato degli aumenti”. Per il principale autore dello studio, Roel van Klink, scienziato dell’iDiv e professore dell’Ul, i dati globali, per quanto meno catastrofici del previsto, sono in ogni caso allarmanti: “Lo 0,92% potrebbe non sembrare molto, ma in realtà significa il 24% di insetti in meno in 30 anni e il 50% in meno in 75 anni. Il declino degli insetti avviene in modo silenzioso e non sempre ce ne accorgiamo da un anno all’altro”.
Tuttavia, gli studi sugli insetti che vivono parte della vita sott’acqua, come moscerini e mosche, hanno dimostrato un aumento medio annuo dell’1,08%, che corrisponde a un aumento del 38% in 30 anni. Questa tendenza positiva è particolarmente forte nel Nord Europa, negli Stati Uniti occidentali e, dai primi anni ’90, anche in Russia. Per il professore Jonathan Chase, che ha lavorato all’indagine, “Questo è un buon segno. Queste cifre mostrano che possiamo invertire queste tendenze negative. Negli ultimi 50 anni, in molti luoghi del mondo sono state prese diverse misure per ripulire i nostri fiumi e i nostri laghi dall’inquinamento. Questo potrebbe aver consentito il recupero di molte popolazioni di insetti d’acqua dolce”. Secondo Van Klink, “Dato che gli aumenti degli insetti d’acqua dolce, sono sicuramente legati anche ad una legislazione più verde, se saremo in grado di mettere in atto i giusti tipi di legislazione a tutela anche degli insetti terrestri, avremo risultati analoghi”. Insomma, tutelando gli habitat naturali nel modo giusto, non sarà difficile scongiurare “l’apocalisse degli insetti” e con la loro, forse, anche la nostra.
Alessandro Graziadei
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