Come abbiamo ricordato lo scorso mese, quelle di “Tokyo 2020” (ad oggi “Tokyo 2021”), sono state le prime Olimpiadi ad essere state posticipate di un anno a causa della pandemia di coronavirus e inizieranno oggi con la pallavolista della nazionale italiana Paola Egonu che avrà l’onore di portare la bandiera olimpica e il Giappone che avrà l’onere di gestire l’incognita della pandemia di Covid-19 durante un'olimpiade. Non sarà facile. Dal primo luglio le infezioni di coronavirus segnalate dagli organizzatori hanno superato le 80 con i primi casi di positività registrati anche tra i 21 palazzi e 18.000 letti del l'"impermeabile" Villaggio olimpico di Tokyo, confermati da Masa Takaya, portavoce del comitato organizzativo delle Olimpiadi. Per ora la presidente di Tokyo 2020, Seiko Hashimoto, si è detta tranquilla: “Stiamo facendo tutto il possibile per prevenire qualsiasi focolaio di Covid. Se dovessimo ritrovarci con un focolaio, ci assicureremo di avere un piano in atto per rispondere”. Il presidente del Comitato olimpico internazionale (CIO), Thomas Bach, in Giappone dall’8 luglio, ha garantito al premier giapponese, Yoshihide Suga, che “l’85% degli atleti è immunizzato”, si tratta di quelli dei paesi più ricchi ed attrezzati, condizione che già in partenza non metterà tutti gli atleti olimpici nelle condizioni di gareggiare a “vaccini pari”.
C’è poi il Giappone, che finora ha registrato più di 820mila casi e circa 15mila morti. I nuovi casi nella sola città di Tokyo che ospiterà i giochi, al suo quarto stato di emergenza per il virus, sono stati oltre 2.000 nelle ultime 24 ore, il dato più alto da gennaio, ma un numero relativamente basso considerando che nella capitale nipponica abitano oltre 12 milioni di abitanti. Tuttavia, al momento, meno del 20% dei 126milioni di giapponesi è completamente vaccinato, un ritardo preoccupante e imbarazzante, visto che i Giochi sono stati rinviati di un anno proprio a causa della pandemia e che oggi per Masataka Inokuchi, vicepresidente dell’Associazione dei medici di Tokyo “La situazione sanitaria a Tokyo è al più alto livello di allerta e altri potenziali contagi metteranno sicuramente ulteriore pressione sul sistema sanitario nazionale”. Anche per questo le proteste della popolazione contro questo “azzardo olimpico” continuano e continueranno durante tutta la manifestazione, una situazione che ha già portato alla fuga degli sponsor (il colosso Toyota su tutti) e alla defezione di 10.000 degli 80.000 volontari che avevano dato la propria disponibilità a lavorare per i Giochi. Per Toshiro Muto, capo esecutivo del Comitato organizzativo, “il ritiro dei volontari non impatterà sull’organizzazione dei Giochi”, soprattutto perché “non ci saranno spettatori ad assistere alle gare” e questo dovrebbe ridimensionare l'impegno logistico e soprattutto limitare i contagi.
Intanto lo stato di emergenza sanitaria, da poco prorogato fino al 22 agosto, comporterà anche durante l'Olimpiade l’assenza totale del pubblico locale, oltre a quello straniero sancito due mesi fa, il divieto di vendita di alcool nei bar e nei ristoranti, che dovranno chiudere alle 20.00, mentre tutti gli eventi, anche all’aperto, dovranno terminare entro le 21.00. Queste le regole generali. Il sistema di ingresso per coloro che per diverse ragioni stanno arrivando in Giappone per seguire e partecipare ai Giochi è ancora più stringente. Per vaccinati e non, infatti, è necessario munirsi di un doppio tampone molecolare negativo da effettuarsi entro le 72 ore antecedenti alla partenza per la capitale giapponese. All’aeroporto di arrivo in Giappone è previsto un test salivare e solo in caso di esito negativo si potrà sbarcare in Giappone, ma dopo una quarantena di 14 giorni di permanenza, che impone di non avere contatti con la popolazione locale, non usare mezzi pubblici o taxi e non recarsi in bar o ristoranti. Per la stampa è necessario presentare un “piano” delle attività da svolgere e dei luoghi che si desidera frequentare, spostamenti soggetti all’approvazione del comitato organizzatore, che monitorerà anche gli spostamenti degli atleti che saranno in ogni caso blindati nel villaggio olimpico fino alla fine delle loro prove. Infine, sarà necessario registrarsi su due applicazioni che monitoreranno l’osservanza del "piano" da parte del richiedente e il suo stato di salute. I giornalisti stessi che avranno maggiori contatti con gli atleti, saranno sottoposti a regolari tamponi durante tutta la permanenza in Giappone. Una sorta di reclusione per categorie e discipline che però in queste settimane è sembrata molto difficile da rispettare e che dipende molto dal grado di vaccinazione di tutti, atleti ed addetti ai lavori.
Intanto i Giochi che il vice-presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio) John Coates, aveva definito all’indomani dell’assegnazione “della ricostruzione dopo le devastazioni dello tsunami”, in riferimento al terremoto seguito dall’onda anomala che aveva investito una parte del Paese nel mese di marzo 2011, innescando l’incidente nucleare di Fukushima, e che oggi sono stati ottimisticamente definiti i “Giochi che hanno vinto il Covid”, toccheranno anche Fukushima. La fiamma olimpica era partita da Fukushima a marzo, nel decimo anniversario dello tsunami e del disastro atomico, e oggi, prima della cerimonia d'apertura, nella città colpita dalla catastrofe nucleare, si sfideranno la squadra giapponese e quella australiana di softball. Il reattore nucleare della centrale Daiichi si trova a soli 50 km a sud-est dello stadio Azuma, che ospiterà questa prima partita di softball e dove di solito giocano i Red Hopes, allenati da Akinori Iwamura, ex giocatore della Major League Usa di baseball, trasferitosi a Fukushima proprio dopo il disastro del 2011. “Mi sono chiesto se c'era qualcosa che potevo fare per aiutare. Così ho pensato di usare il potere del baseball e ho sentito che c'era un'opportunità in questa squadra. Vogliamo che la gente venga a vedere una partita e dimentichi lo stress; vogliamo riportare un sorriso sui nostri volti”, ha detto l’allenatore nipponico in un’intervista alla Bbc. Insieme alla medaglia, gli atleti, riceveranno anche un bouquet di fiori coltivati a Fukushima dall’imprenditrice Yukari Shimizu: “Voglio che i fiori diano il messaggio che è possibile superare le difficoltà, sia nello sport, sia nella vita”. Shimizu a Fukushima coltivava verdure, oggi il livello di radiazioni nei vegetali è ancora troppo alto per essere commercializzati, ma con i suoi fiori cercherà di far rifiorire l’immagine di Fukushima.
Alessandro Graziadei
Nessun commento:
Posta un commento