Da alcune settimane è stato firmato un nuovo ed atteso accordo per coordinare ancora meglio gli sforzi dei comuni italiani impegnati nel valorizzare l’economia circolare legata alla raccolta e gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Questo nuovo e atteso Accordo di programma per la definizione della seconda vita di RAEE provenienti da nuclei domestici è stato firmato firmato tra l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), il Centro di Coordinamento RAEE (CdC RAEE), il Registro produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) e le associazioni delle aziende di raccolta dei rifiuti. Previsto dall’articolo 15 del decreto legislativo 49/2014, in attuazione della Direttiva 2012/19/CE, ha una validità triennale e regolerà nel triennio 2022-2024 la modalità e le condizioni relative al ritiro dei RAEE dai centri di raccolta comunali, l’organizzazione della raccolta in modo omogeneo sull’intero territorio nazionale e gli oneri per lo svolgimento delle relative attività. Le novità più rilevanti del nuovo documento riguardano le premialità riconosciute ai centri di raccolta comunali e l’introduzione di nuovi prerequisiti necessari per l’accesso ai premi economici di efficienza riconosciuti dai produttori di AEE.
I fondi incentivanti per i comuni saranno costituiti annualmente dai produttori di AEE presso il Centro di Coordinamento RAEE e verranno erogati ogni anno mediante la pubblicazione di specifici bandi. Rispetto al precedente accordo triennale, quello appena sottoscritto consentirà ai Comuni più virtuosi ed efficienti di raddoppiare nell’arco di tre anni le premialità messe a disposizione da AEE finalizzate all’adeguamento delle infrastrutture, a migliorare l’efficienza complessiva del sistema di gestione RAEE e a favorire il miglioramento continuo della raccolta da parte dei gestori delle aziende di raccolta dei rifiuti. Importanti nel quadro delle risorse per incrementare la qualità del sistema di raccolta dei RAEE saranno il “Fondo infrastrutturazione centri di raccolta”, destinato alla realizzazione di nuovi centri di raccolta e all’ammodernamento di quelli esistenti, il “Fondo comunicazione sui RAEE”, per favorire la realizzazione di progetti di comunicazione locale, e il ‘‘Fondo microraccolta sui RAEE” destinato anche ai comuni più piccoli che svilupperanno sistemi di raccolta ad hoc. “Siamo molto soddisfatti per la sottoscrizione del nuovo Accordo di Programma - ha dichiarato Alberto Canni Ferrari, presidente del Centro di Coordinamento RAEE -. Il lavoro delle parti ha portato alla definizione di un documento i cui contenuti innovativi hanno l’obiettivo di spingere a un miglioramento continuo nella raccolta dei RAEE. L’auspicio pertanto è che da qui ai prossimi mesi si possa riscontrare un incremento significativo che consenta di raggiungere traguardi all’altezza delle aspettative più sfidanti”.
L’accordo è importante anche perché l’Unione Europea (D. Lgs. 49/2014) ci chiede un obiettivo di raccolta del 65% tra RAEE domestici e RAEE professionali, rispetto all’immesso sul mercato nei tre anni precedenti e oggi in Italia registriamo un ritardo del 50% sulle aspettative europee. Un divario sul quale soprattutto il settore dei RAEE professionali deve intervenire, perché il tasso di raccolta è tutt’oggi irrilevante rispetto a quello dei rifiuti domestici. Secondo i risultati dello studio “Quantificazione dei flussi di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) nel settore delle stampanti professionali” realizzato da Erion Professional, il sistema collettivo nazionale senza scopo di lucro dedicato unicamente alla gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici, “Nel settore dei RAEE professionali solo il 5-10% dell’immesso sul mercato viene raccolto e riciclato dai sistemi ufficiali dei produttori: la gestione di questa tipologia di rifiuti, infatti, è troppo spesso svolta da operatori del libero mercato, ovvero soggetti informali i cui metodi di raccolta, trattamento e recupero degli stessi non sono né tracciati né rendicontati. La naturale conseguenza è l’insorgere di un’organizzazione frammentata con entità di piccole e medie dimensioni dove si nascondono pratiche ai limiti della normativa e un export non controllato”.
Per arginare queste criticità c’è ancora molto da fare. Lo studio ha infatti evidenziato che il fenomeno dei flussi paralleli di rifiuti RAEE colpisce particolarmente il settore delle stampanti professionali che, a differenza di altre tipologie di apparecchiature, hanno un “primo” ciclo di vita relativamente breve (circa 3/4 anni) divenendo poi merce appetibile per mercati terzi. “Su 500mila pezzi immessi sul mercato ogni anno (25mila tonnellate), complessivamente ne vengono gestiti in Italia solo il 44% (circa 220mila pezzi), pari a 11mila tonnellate. Di queste però, solo il 5-10% entra nel canale formale, l’unico in grado di operare secondo i principi dell’economia circolare garantendo gli obiettivi di recupero e riciclo e favorendo il re-inserimento delle materie prime seconde in nuovi cicli produttivi. Un altro 44% viene esportato o come RAEE (circa il 7%) o come bene ancora funzionante da destinare al mercato dell’usato (37%), tipicamente in Paesi in via di sviluppo, sfuggendo così completamente alla tracciatura dei flussi. Un altro 10% (50mila pezzi) viene lasciato in magazzino, comportamento riscontrato soprattutto dalle Pubbliche Amministrazioni; infine, il restante 2% viene donato a ONLUS”. Per Luciano Teli, direttore generale di Erion Professional, “È evidente la necessità di un maggiore controllo sui movimenti transfrontalieri di RAEE, sia affinché tali flussi possano concorrere alla contabilità inerente ai target di raccolta imposti dal legislatore, sia allo scopo di intercettare quei movimenti oltre frontiera che sono irregolari e che, di fatto, concorrono al dumping internazionale” a scapito di una più virtuosa e rigorosa economia circolare nazionale ed internazionale.
Alessandro Graziadei
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