sabato 13 luglio 2024

Quando sostenibilità fa rima con redditività

 

Integrare la sostenibilità all’interno del business delle imprese consente di conseguire risultati migliori anche in termini economici. È questo il dato più significativo che emerge dallo studio “Beyond checking the box – how embedded sustainability creates business value” pubblicato quest'anno dall’IBM Institute for Business Value, che ha raccolto i dati di un campione di 5.000 leader aziendali a livello mondiale. Per gli autori “Le aziende che integrano la sostenibilità hanno il 75% in più di probabilità di migliorare in modo significativo i propri ricavi grazie all’impegno profuso in questo ambito e il 52% ha maggiori possibilità di superare aziende analoghe in termini di redditività“. La maggior parte delle aziende campione e dei suoi leader riconosce quindi l’importanza della sostenibilità quale elemento strategico, anche se molti dirigenti hanno ancora difficoltà a finanziarne gli investimenti. Dallo studio appare chiaro che “Quasi un terzo (30%) dei dirigenti afferma di aver compiuto notevoli progressi nell’attuazione della propria strategia di sostenibilità rispetto ad un anno fa”, ma la vera sfida di passare dalla teoria alla pratica non sempre riesce visto che “Quasi la metà (47%) dei dirigenti intervistati ha difficoltà ad allocare i fondi necessari per investire in progetti di sostenibilità; sei su dieci dicono di dover ancora bilanciare la necessità di conseguire risultati finanziari e obiettivi di sostenibilità”. Eppure, secondo i ricercatori dell’IBM oggi “Le organizzazioni che orientano le proprie attività in funzione delle strategie di sostenibilità mostrano una netta differenza nei risultati rispetto alle imprese che, ad esempio, si concentrano esclusivamente sul reporting normativo o la sostenibilità a livello solo progettuale”.


Finanziare i progetti, fare formazione e rendere operative le strategie di sostenibilità rimangono ancora sfide non sempre superate. Il report evidenzia, infatti, come molte imprese si concentrino più sulla capacità di gestire report complessi e diversificati sul tema della sostenibilità interna piuttosto che sul valore e sui risultati reali. Solo 4 organizzazioni su 10 sono in grado di ottenere automaticamente i dati derivanti dai progetti di sostenibilità attraverso uno dei seguenti sistemi: ERP (finanza, risorse umane, supply chain), Enterprise Asset Management, CRM, Energy Management Systems, Facilities Management systems. Secondo lo studio oggi “La spesa per la reportistica relativa alla sostenibilità supera quella per l’innovazione della sostenibilità stessa del 43%”, ma alla lunga l'impegno green senza washing paga! Per Oday Abbosh, Global Managing partner, sustainability services di IBM Consulting, ”L’approccio alla sostenibilità potrebbe rallentare l’operatività di un’organizzazione. Ma non ci sono scorciatoie. La sostenibilità richiede intenzionalità e una visione aziendale condivisa”. Se la sostenibilità diventasse però parte della quotidianità dell'imprese in tutte le attività aziendali e non solo una normativa da rispettare o un mero esercizio di reporting “Le organizzazioni avrebbero maggiori probabilità di promuovere l’innovazione interna, di attrarre e trattenere talenti qualificati e di posizionarsi meglio per ottenere un impatto positivo sull’ambiente e sul proprio business” ha concluso Abbosh.


I dati rimango tuttavia incoraggianti almeno nelle intenzioni: “Il 75% dei dirigenti intervistati è d’accordo sul fatto che la sostenibilità porti ad ottenere migliori risultati di business e il 76% concorda sul fatto che sia centrale per la propria strategia. Allo stesso modo, il 69% dei dirigenti intervistati afferma che la sostenibilità deve diventare una crescente priorità all’interno della loro organizzazione. Mentre l’82% dei dirigenti intervistati concorda sul fatto che dati di alta qualità e trasparenza sono necessari per raggiungere i risultati in termini di sostenibilità”. Infine “Il 39% dei dirigenti intervistati ritiene che la mancanza di competenze sia il principale ostacolo al progresso della sostenibilità”. Come superare questo ostacolo? Il 64% dei dirigenti intervistati concorda sul fatto che l’AI generativa sarà importante per sostenere il loro impegno in progetti di sostenibilità e il 73% dichiara di voler aumentare gli investimenti nell’AI generativa per la sostenibilità. Da un’ulteriore analisi dei dati del sondaggio è emerso che “Le organizzazioni che adottano la sostenibilità ottengono un leggero risparmio di costi rispetto alle organizzazioni che invece non hanno progetti dedicati in questo ambito. Il 53% di queste organizzazioni afferma che i benefici per il business sono essenziali per giustificare gli investimenti in sostenibilità; solo il 17% afferma che il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità è già da sola una valida ragione”. Nel complesso per i ricercatori dell'IBM esiste “L’urgente necessità per le organizzazioni di integrare gli obiettivi di sostenibilità nella propria strategia e di far leva su tecnologie come l’AI per ottenere maggiori progressi e redditività” e che “Le strategie concretamente applicabili aiutino le organizzazioni nel fronteggiare le sfide legate ai dati, all’integrazione e a processi decisionali”.


E in Italia? Dal focus sulle principali evidenze emerse dalle imprese del Belpaese che sono state incluse nel campione dello studio si capisce che “Il 61% dei dirigenti deve ancora trovare un equilibro tra risultati finanziari e obiettivi di sostenibilità. L’81% concorda sul fatto che per avere successo sono necessari dati di alta qualità e trasparenza. L’84% dichiara di voler aumentare gli investimenti nell’AI generativa a favore della sostenibilità. Il 44% di tutte le organizzazioni ha ancora difficoltà a finanziare gli investimenti in sostenibilità. Il 72% dei dirigenti concorda sul fatto che la sostenibilità sia un elemento strategico chiave. Il 75% ritiene che la sostenibilità contribuisca a migliorare i risultati di business”. Anche in Italia la spesa e l'impegno di risorse umane per il reporting sulla sostenibilità supera quella per l’innovazione della sostenibilità del 40% e anche qui il 66% dei dirigenti concorda sul fatto che l’AI generativa potrebbe dare un contributo importante nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. Intanto, mentre aspettiamo che tutte le imprese facciano della sostenibilità una bussola delle proprie strategie, almeno quanto lo è il profitto, lo scorso 20 febbraio il Consiglio europeo ha adottato una direttiva per dare più potere ai consumatori nel favorire la transizione verde delle aziende. L’adozione formale di questa direttiva direttiva da seguito all'accordo trovato nel settembre 2023 dal Consiglio e dal Parlamento europeo contro il greenwashing e a favore del rafforzamento dei diritti dei consumatori. 


Una buona notizia per noi consumatori che potremo avere ancora più peso nel condizionare le scelte di sostenibilità delle aziende. Per Pierre-Yves Dermagne, vice primo ministro, ministro dell’economia e del lavoro del Belgio e presidente di turno del Consiglio dell'Unione, “Le nuove norme rafforzeranno i diritti dei consumatori modificando la direttiva sulle pratiche commerciali sleali (UCPD) e la direttiva sui diritti dei consumatori (CRD) adattandole alla transizione verde e all’economia circolare”. La direttiva proteggerà i consumatori dalle pubblicità “green” fuorvianti, compresi il greenwashing sulla compensazione delle emissioni di carbonio, chiamerà in causa la responsabilità dei commercianti in caso di informazioni (o mancanza di informazioni) sull’obsolescenza programmata, su aggiornamenti software non necessari o sull'obbligo ingiustificato di acquistare pezzi di ricambio dal produttore originale. Inoltre, la direttiva migliorerà le informazioni a disposizione dei consumatori per aiutarli a fare scelte circolari ed ecologiche. Insomma, da consumatori potremo finalmente premiare consapevolmente con le nostre scelte le imprese più sostenibili, condizionando inevitabilmente le scelte future anche di quelle meno sostenibili. 


Alessandro Graziadei

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