Cosa ci facevano il 6 novembre finte tigri e improvvisati paramedici nella sede milanese di RCS? Venticinque attivisti di Greenpeace, arrivati di fronte alla sede dell’azienda in autoambulanza, si sono mascherati per poter somministrare ai dipendenti delle case editrici Rizzoli e Fabbri una “pillola anti-deforestazione”. Un blitz pacifico e coreografico per sensibilizzare lavoratori e vertici aziendali: “nella classifica Salvaforeste i due editori non hanno, infatti, raggiunto la sufficienza, stampando libri per bambini su carta proveniente dalla deforestazione dell’Indonesia”, ha spiegato la ong. “Per questo - hanno commentato a caldo gli ambientalisti - siamo entrati in azione al quartier generale di RCS di Milano, offrendo agli editori Rizzoli e Fabbri una cura per debellare l’epidemia di deforestazione che infesta i loro libri: l’opzione Deforestyl Zero”. Il tutto mentre altri ambientalisti dai pali d’illuminazione esterni all’edificio di via Angelo Rizzoli, srotolavano mega striscioni con un unico chiaro messaggio “Rizzoli e Fabbri malati di deforestazione” e il sito della ong invitava la società civile a firmare una petizione on line per “contenere il contagio”.
Ma cosa cura il farmaco dei pacifisti verdi distribuito al gruppo RCS che controlla, oltre a Rizzoli (storico stampatore dell’enciclopedia Treccani) e Fabbri, anche Adelphi, Bompiani, Marsilo, Sansoni e i fumetti editi da Lizard solo per elencare i più noti e storici marchi? “Lo scorso maggio, in occasione del Salone del Libro di Torino 2012 - hanno spiegato gli attivisti - abbiamo pubblicato il rapporto Favole Ammazza Foreste (.pdf) dimostrando come gli editori Rizzoli e Fabbri stampano libri per bambini su carta prodotta da legni affatto sostenibili, come confermato da analisi realizzate dall’Istituto Tedesco della Scienza e Tecnologia della Carta”. Si tratta per lo più di titoli stampati in Cina nel 2011, in cui è stata riscontrata la presenza di fibre di legno duro tropicale (MTH) provenienti dalla distruzione delle ultime foreste indonesiane. “La Cina è la leader nel mercato per la vendita della carta delle multinazionali indonesiane Asia Pulp and Paper (APP) e Asia Pacific Resources International Holdings Limited (APRIL) - ha precisato Greenpeace - aziende che per produrre la carta distruggono le foreste asiatiche e condannano all’estinzione le ultime tigri di Sumatra e specie arboree protette dal Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora (CITES)”, contribuendo così alla distruzione di uno degli ultimi polmoni del pianeta e al cambiamento climatico.
“È ora che Rizzoli e Fabbri decidano di non farsi contagiare da aziende che distruggono le foreste del pianeta - ha dichiarato Chiara Campione, responsabile campagna Foreste di Greenpeace Italia, avviando la pacifica occupazione della reception di RCS - e se oggi siamo qui è perché crediamo che dalla deforestazione si possa guarire offrendo a questi editori una vera e propria terapia d’urto sostenibile per interrompere la loro dipendenza dalla carta che distrugge le foreste. Per questo rimarremmo qui fino a quando i vertici aziendali non ci riceveranno”. E così è stato! L’operazione ha avuto, infatti, un happy end che fa ben sperare per la prognosi di RCS: Chiara Campione è stata ricevuta lo stesso 6 novembre dai dirigenti di RCS strappando loro la promessa di un incontro, entro un mese, per discutere assieme a Greenpeace una strategia editoriale più rispettosa dell’ambiente.
“La nostra terapia d’urto contro la deforestazione ha funzionato! - ha commentato in serata la Campione - L’incontro con i vertici aziendali di RCS si è concluso con un impegno che fa tirare un sospiro di sollievo alle ultime tigri di Sumatra e alle foreste indonesiane”. Un successo per gli ambientalisti mascherati, che porterà ad un tavolo tecnico utile ad implementare un percorso sempre più virtuoso che garantisca a tutte le case editrici RCS di diventare in tempi brevi “amiche delle foreste”. “Speriamo che a queste parole molto rassicuranti seguano presto anche i fatti” ha concluso la giovane blogger di Greeanpeace.
Per Greenpeace è il secondo successo in pochi mesi. Il gruppo Giunti, infatti, già in occasione del Salone del Libro di Torino per la pressione degli ambientalisti aveva accettato di assumere impegni precisi per riuscire a escludere dalla filiera di tutte le case editrici del gruppo editoriale la presenza di carta proveniente da fonti a rischio deforestazione. In particolare, Giunti ha fatto sapere di aver già intrapreso misure formali per escludere categoricamente l’uso di carta prodotta da APP e APRIL. Ma non solo. Il percorso virtuoso intrapreso dall’azienda porterà Giunti a utilizzare da subito solo carta riciclata in 39 importanti collane per raggiungere nel 2014 un obiettivo complessivo fra il 40 e il 50 per cento di utilizzo di fibre riciclate, mentre il resto delle produzioni editoriali saranno stampate su carta certificata Forest Stewarship Council (FSC).
Ma non solo Giunti fa passi avanti. “Anche l’editore Newton Compton ci ha comunicato di aver interrotto i propri rapporti commerciali con l’azienda mangia foreste APP e Sellerio ha scelto di orientarsi per la maggior parte della propria produzione verso carte certificate” ha concluso Greeanpeace.
Se ad oggi grandi gruppi editoriali italiani quali Giunti, Newton Compton, Sellerio (come già fanno da alcuni anni anche il gruppo Gems, Feltrinelli, Mondadori e De Agostini) hanno avviato ed adottato politiche di acquisto della carta a deforestazione zero, ora tocca a Rizzoli e Fabbri iniziare al più presto una sostenibile “cura” contro la deforestazione, per non fare di RCS l’ultimo grande editore che specula sul futuro delle foreste e della loro biodiversità.
Se ad oggi grandi gruppi editoriali italiani quali Giunti, Newton Compton, Sellerio (come già fanno da alcuni anni anche il gruppo Gems, Feltrinelli, Mondadori e De Agostini) hanno avviato ed adottato politiche di acquisto della carta a deforestazione zero, ora tocca a Rizzoli e Fabbri iniziare al più presto una sostenibile “cura” contro la deforestazione, per non fare di RCS l’ultimo grande editore che specula sul futuro delle foreste e della loro biodiversità.
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Alessandro Graziadei
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