Portare il riso nelle principali piazze italiane! È questo l’impegno della FOCSIV (la più grande Federazione di organismi di volontariato internazionale presente in Italia) che anche quest’anno promuove il 17 e 18 maggio, con 29 organismi soci, la campagna di raccolta fondi Abbiamo Riso per una cosa seria a sostegno di altrettanti progetti di sviluppo. Sabato e domenica, infatti, quasi 3.000 volontari saranno nelle principali piazze e parrocchie italiane con il riso della solidarietà per invitarci, in cambio di un pacchetto di riso della Fairtrade, a fare un’offerta a favore di progetti di sviluppo contro la povertà e la fame e garantire così il diritto al cibo a migliaia di bambini, donne, villaggi e comunità rurali in Africa, Asia e America Latina.
L’iniziativa della FOCSIV, come nelle precedenti edizioni, assicurerà ai sostenitori dell’iniziativa una doppia opportunità. L’offerta, infatti, da un lato sostiene uno dei tanti progetti dei soci FOCSIV e dall’altro partecipa ad un progetto di solidarietà nelle realtà in cui è coltivato il riso, garantito dal sistema internazionale Fairtrade. “Il riso thai parboiled che riceverete questo fine settimana sostenendo la campagna - ha spiegato la FOCSIV - proviene dalla cooperativa thailandese TOFTA (acronimo per Thai Organic Fair Trade Agricolture), che raggruppa circa 200 soci presenti nell’area del centro, nord e del nord-est del Paese. In particolare il nord-est della Thailandia è una delle aree più povere, e in questa regione la possibilità di avere un guadagno tramite il lavoro in agricoltura è bassa, anche se proprio questo genere di attività rimane l’occupazione primaria. Grazie al circuito Fairtrade i coltivatori di Tofta ricevono un prezzo equo e stabile per la coltivazione del loro riso e un margine di guadagno aggiuntivo che verrà utilizzato per l’insegnamento base della lingua inglese per i soci dell’organizzazione e per l’acquisto di strumenti di controllo delle coltivazioni e della lavorazione del prodotto”.
L’impegno di FOSCIV con l’iniziativa di questo fine settimana, arrivata alla sua dodicesima edizione, è parte di un più ampio programma della Federazione a favore del diritto al cibo, che si esprime anche attraverso la campagna di sensibilizzazione e formazione Una sola famiglia umana, cibo per tutti: è compito nostro e la campagna ZeroZeroCinque che sostiene l’adozione della tassa sulle transazioni finanziarie contro la speculazione sul cibo. Riconosciuto fin dall’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nel 1948, il diritto al cibo e ad una nutrizione adeguata è oggi una questione urgente di buon governo e di attenzione per i più poveri e i più emarginati, ben ricordato anche dal primo degli 8 Obiettivi del millennio. Per la FOCSIV questo impegno si traduce “nel diritto alla sovranità alimentare, ovvero nel diritto di ciascun Paese a definire il modello economico per il suo sviluppo, e nella necessità di coinvolgere le comunità locali nelle scelte politiche sull’uso della terra” garantendo ad ogni comunità l’accesso e il controllo delle risorse di base per la produzione, come la terra, l’acqua, il patrimonio genetico e il credito.
Affinché il diritto al cibo possa essere garantito è però indispensabile anche una governance globale dell’alimentazione dove tutti gli attori: governi, agenzie ONU, società civile e settore privato, siano impegnati per una vera e propria democrazia alimentare. Il concetto di “democrazia alimentare”, richiamato per la prima volta da Oliver de Schutter, relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all’alimentazione dal maggio 2008 al marzo 2014, indica la necessità di ripensare i sistemi alimentari mondiali per garantire il diritto umano ad una alimentazione adeguata e liberare milioni di persone dalla morsa della fame. “L’eliminazione della fame e della malnutrizione è un obiettivo raggiungibile” ha ricordato a più riprese Schutter nel suo rapporto elaborato dopo sei anni di mandato. Ma perfezionare la logica dei nostri sistemi alimentari non è sufficiente. “È necessario rovesciarli - ha detto de Schutter -. I sistemi alimentari attuali, infatti, risultano efficienti solo per quel che riguarda la massimizzazione dei profitti delle attività agroindustriali”.
Come fare allora? La strada da percorre, per l’esperto dell’ONU è la valorizzazione della cultura locale delle popolazioni. “Solo facendo incontrare i bisogni reali delle persone con le dinamiche di produzione e distribuzione delle risorse alimentari, nel rispetto delle tradizioni, del suolo e delle risorse idriche si può dare vita ad un sistema alimentare davvero sostenibile”. Anche per le Nazioni Unite che hanno recentemente proclamato il 2014 come l’anno dedicato all’agricoltura famigliare non ci sono dubbi sostenendo come da anni fa la FOCSIV che per poter parlare di democrazia alimentare: “Occorre un tipo di governance volto alla promozione di un modello agricolo fondato sulle aziende a dimensione familiare, agro ecologico e che mette al centro le necessità delle popolazioni più vulnerabili e maggiormente colpite dalla fame”. Il principio di democrazia alimentare, infatti, sostiene che seguendo un processo democratico dal basso che valorizza la conoscenza del popolo e inserisce i suoi bisogni e preferenze nutrizionali nel progetto di politiche alimentari ambiziose a vari livelli, si possano ottenere sistemi alimentari solidi, in sostituzione di quelli attuali, che invece risultano efficienti solo per la massimizzazione dei profitti delle attività agroindustriali. “Le famiglie, in particolare le donne e i giovani, - ha spiegato la FOCSIV - sono protagoniste e agenti di cambiamento dello sviluppo territoriale. Nelle zone rurali dell’Africa, dell’Asia, dell’America Latina e del vicino oriente, dove maggiormente si concentrano le persone che soffrono la fame, oltre il 70 per cento di quanti sono vittime dell’insicurezza alimentare sono allo stesso tempo agricoltori a livello familiare, soprattutto piccoli produttori, con accesso limitato a risorse naturali, politiche e tecnologie, che da soli non riescono a rispondere ai cambiamenti in atto”.
Quella della FOCSIV è una riflessione di grande attualità che la Federazione ha posto anche all’attenzione del Parlamento Europeo lo scorso 18 marzo nell’ambito dell'incontro “International Year of Family Farming (IYFF) 2014 - The Role of the European Union” invitando anche l’Europa a riconoscere il ruolo dell’agricoltura famigliare nella lotta alla fame nel mondo e a promuovere nel mondo il rafforzamento del potere delle famiglie contadine nelle democrazie locali come protagoniste di uno sviluppo rurale sostenibile. Non basta, infatti, assicurare il sostentamento delle popolazioni più povere per garantirne lo sviluppo, ma è necessario che la sovranità alimentare diventi un diritto condiviso da tutti. Come dice l’attore romano Antonello Fassari, il celebre interprete de “I Cesaroni”, che ha rinnovato il suo impegno come testimonial della campagna per l’ottavo anno consecutivo “il riso migliore… è quello bocca di tutti!”. Quindi questo fine settimana cerca il banchetto più vicino a te nella tua città consultando la mappa delle piazze, oppure chiama il numero verde 800 913456, in cambio di un pacchetto equo e solidale anche tu potrai fare la tua parte per garantire a tutti il diritto al cibo.
Alessandro Graziadei
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