Goletta verde, la storica barca itinerante di Legambiente che ogni estate da 29 anni realizza un monitoraggio sullo stato di salute del mare e dei litorali italiani, è arrivata in Sardegna martedì 8 luglio presso gli ormeggi di Portus Karalis. Nel suo viaggio a tappe iniziato lo scorso 21 giugno da Savona, a caccia di inquinamento e scarichi fognari non depurati che mettono a repentaglio la salute dei bagnati e quella dell’intero ecosistema, la tappa cagliaritana è servita a rilanciare il tema delle estrazioni petrolifere in mare, confermando la consegna della poco ambita Bandiera Nera dei pirati del mare al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi. “Nelle ultime settimane, infatti, il ministro è tornata più volte sulla necessità di puntare sui giacimenti di petrolio nazionale e sbloccare le attività estrattive, tra cui le numerose richieste off-shore che oggi attendono di andare avanti” ha spiegato la portavoce di Goletta Verde, Serena Carpentieri.
Il passaggio dell’imbarcazione ambientalista in Sardegna è stata l’occasione per riflettere con una serie di incontri sullo sviluppo sostenibile dell’isola, il potenziamento di un turismo attento all’enorme bellezza costiera, e soprattutto per raccogliere le vie migliori per preservare il delicato ecosistema marino che costituisce un patrimonio di inestimabile valore per la biodiversità e per l’economia di tutta la Sardegna. Una riflessione che sembra disertare i pensieri di molti degli ultimi ministri dell’ambiente. Vincenzo Tiana, presidente di Legambiente Sardegna, ha ricordato che “Nel settembre scorso Legambiente aveva già denunciato l’assurdità del decreto pro-trivelle approvato dall’allora ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato. Un provvedimento che non solo non ha ridotto le aree ancora oggi concesse alle compagnie petrolifere, ma anzi le ha aumentate, infatti la norma individuava una nuova area, denominata Zona E, al largo del golfo di Oristano per dare la possibilità di avviare anche lì la ricerca e l’estrazione di idrocarburi”. I risultati sono arrivati subito dopo: 21mila kmq di mare richiesti dalla Schlumberger Italiana per avviare indagini alla ricerca di giacimenti di idrocarburi, richiesta in fase di valutazione presso il ministero dell’Ambiente. “Ci opponiamo fermamente al rischio che la Sardegna diventi il nuovo Eldorado delle compagnie petrolifere; un territorio di inestimabile valore naturalistico che non può permettersi di ipotecare il proprio futuro, subendo scelte scellerate ed esponendosi a enormi rischi ambientali” ha concluso Tiana. Una sfida verde che è stata lanciata anche alla dirigenza del polo industriale della Saras ricevuta a bordo della Goletta chiedendo “L’approvazione di un progetto importante ed innovativo capace di conseguire in tempi brevi una limitazione considerevole di tutti i fattori di inquinamento della raffineria ubicata sulla costa sud occidentale dell’isola” visto che “Con 5,9 milioni di tonnellate di CO2 emesse ogni anno si attesta come il maggior emettitore in Sardegna di gas ad effetto serra”.
Ma saranno ascoltati i marinai verdi? Per il momento tutto tace. A quanto pare “Questa classe dirigente sta andando verso il ventunesimo secolo con gli occhi rivolti al secolo passato, nonostante i numeri dimostrino l’assoluta insensatezza di continuare a puntare sul petrolio”. Negli ultimi dieci anni, infatti, la trasformazione energetica ha portato ad una quasi completa uscita dal petrolio dal settore elettrico, eppure in Italia “si risponde con un attacco senza precedenti alle risorse paesaggistiche e marine italiane, che favorirebbe soltanto l’interesse di pochi e sempre degli stessi: le compagnie petrolifere. Inoltre le realtà locali restano succubi di queste scelte scellerate: Regioni, Province e Comuni sono, infatti, ormai tagliate fuori dal tavolo decisionale. Il futuro, la bellezza, l’economia del nostro Paese viene svenduto per pugno di taniche” ha puntualizzato la Carpentieri. Oggi le aree già interessate dalle attività petrolifere in Italia occupano una superficie marina di circa 24mila kmq, un’area grande come la Sardegna. Le quantità stimate sotto il mare italiano sono di appena 10 milioni di tonnellate e, stando ai consumi attuali, si esaurirebbero in soli due mesi. Per questo continuare a rilanciare l’estrazione di idrocarburi nel mar Mediterraneo, con la recente apertura alle compagnie petrolifere della Zona E tra la Sardegna e le Baleari, appare agli ambientalisti "il risultato di una strategia confusa che non garantisce nessun futuro energetico per il nostro Paese" e incrementa solo i rischi per il mare e l’ambiente.
Ma esiste un’alternativa? Per Goletta Verde non ci sono dubbi e a dimostrarlo ci sono i dati della produzione da fonti rinnovabili in Italia come emerge dal Rapporto Comuni rinnovabili presentato da Legambiente lo scorso maggio e secondo il quale sono già 2.629 i municipi italiani autonomi per i consumi elettrici e 79 rispetto a quelli termici. “Gli oltre 700 mila impianti hanno garantito il 32,9% dei consumi elettrici e il 15% di quelli complessivi - ha evidenziato Legambiente - Non dimentichiamo, inoltre, che il nostro Paese è riuscito ad essere totalmente autonomo dalle fonti fossili per due ore lo scorso 16 giugno. Per questo è importante investire su una politica energetica basata su fonti pulite, facendo scelte lungimiranti, e farsi promotori di politiche internazionali di tutela di tutto il mar Mediterraneo, piuttosto che continuare a seguire la strada del petrolio. Su questo l’Italia può e deve giocare la sua capacità competitiva internazionale” valorizzando le energie rinnovabili.
Così anche se l’attuale Governo sembra confermare questa scellerata strada per gli ambientalisti non ci sono dubbi: “È ora di dire basta a questa inutile corsa al petrolio”, un messaggio contro le trivellazioni off-shore che Goletta Verde non si stancherà di ripetere lungo tutta la sua navigazione estiva, che terminerà il 14 agosto in Friuli Venezia Giulia, dopo 32 tappe lungo tutta la Penisola e l’analisi di oltre 200 campioni d’acqua. Una missione partecipata e condivisa, visto che come ha ricordato Legambiente i risultati delle analisi vengono aggiornati in tempo reale, non appena disponibili e “chiunque può dare una mano a segnalare e denunciare situazioni critiche”. “Se avvisti tubature che scaricano in mare e sostanze sospette in mare lancia un SOS Goletta, compilando il form online. Puoi fare una segnalazione anche inviando un MMS al 3460074114 o scrivendo a sosgoletta@legambiente.it, allegando una breve descrizione della situazione, l’indirizzo e le indicazioni utili per identificare il punto, le foto dello scarico o dell’area inquinata e un recapito telefonico”. Il futuro del nostro mare dipende anche da noi.
Alessandro Graziadei
P.S. Per quanto riguarda il mare della Sardegna, performance quasi perfetta: solo tre punti inquinati sui 29 campionati. Per Goletta "Ora serve non abbassare la guardia, anche perché si può fare ancora molto soprattutto a difesa delle aree costiere: ci auguriamo che gli impegni presi dalla Giunta regionale a bordo di Goletta Verde possano concretizzarsi subito".
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