Fino al 1965 l’Overshoot day non ha mai riguardato l’Italia perché l’impronta ecologica della popolazione del Belpaese era sostenibile e non consumava tutte le risorse rigenerate periodicamente dal proprio ecosistema Paese. Poi cosa è successo? Siamo “andati oltre”! L’Italia, come altri paesi sviluppati, negli anni ha dato fondo alle sue risorse e adesso utilizza ormai circa il quadruplo di quelle a sua disposizione. Il risultato è questo poco felice anniversario che certifica come il 14 maggio, in soli sei mesi e mezzo, abbiamo esaurito la Natura di un anno intero e adesso per arrivare al 31 dicembre dovremo erodere il nostro capitale naturale e rubarlo alle prossime generazioni. A contabilizzare questo nostro indebitamento col pianeta e con il futuro sono annualmente i dati raccolti dal Global Footprint Network, che confrontano a livello globale il consumo umano di risorse naturali con la capacità degli ecosistemi di rigenerarle.
Secondo questa ong l’Italia consuma ogni anno “circa 489 milioni di tonnellate di risorse naturali per sostenere la propria economia e di queste risorse ben 322 vengono importate”. Se è vero che in Italia le emissioni italiane di gas serra sono quasi ferme da sei anni è anche vero che l’anno scorso sono calate in Europa a una velocità doppia rispetto a quanto siamo riusciti a fare nel nostro Paese. Guardando ai dati storici non ci stupisce scoprire che il Belpaese anticipa l’Overshoot day ogni anno e se nel 2019 è caduto il 15 maggio, nel 2018 si è “celebrato” il 24 maggio. Oltre ai costi umani ed economici saranno stati in grado i lockdown di allontanare questa data oppure la ripartenza ci farà tornare a consumare ancora di più e con meno attenzioni ambientali, anticipando nuovamente questa data sul calendario? Per molti scienziati, senza una ripresa verde post-coronavirus, con tutta probabilità già dal prossimo anno i nostri irrimediabili impatti sul pianeta torneranno ad aggravarsi.
Secondo il gruppo di Ecodinamica dell’Università di Siena “La condizione di pandemia e di lockdown sicuramente influenzeranno molto la data dell’ Overshoot day 2021, calcolata in base ai nostri abituali e attuali consumi e in base agli effetti positivi e negativi delle politiche ecologiche intraprese nel tempo”. Ma in meglio o in peggio? Indipendentemente dagli effetti del lockdown, per gli studiosi senesi, “Se vogliamo ritardare l’Overshoot day è oggi fondamentale orientare il necessario percorso di ripresa economica su criteri di sviluppo sostenibile”. In ballo non c’è “solo” la salvezza di piante, animali e più in generale di interi escosistemi, ma anche quella di tutti quei servizi come acqua, aria, cibo…, che la Natura ci mette gratuitamente a disposizione e che sono indispensabili alla nostra sopravvivenza. Capiremo solo tra un anno se il Covid-19 è riuscito a convincerci che non possiamo più permetterci altri debiti con la Natura.
Alessandro Graziadei
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