sabato 19 febbraio 2022

Gli animali entrano nella Costituzione. Basterà?

 

Lo scorso 8 febbraio la salvaguardia dell’ambiente e la protezione degli animali sono entrati a far parte dei “valori fondanti” dello Stato “a tutela delle future generazioni”. Il Ddl di riforma costituzionale che prevede la modifica di due articoli della Carta fondamentale: l’art. 9 e l’art. 41 già approvato dal Senato con doppia deliberazione in novembre, è passato anche alla Camera con 468 voti a favore, un contrario e sei astenuti. Nella nuova formulazione che è entrata subito in vigore e che non sarà sottoponibile a referendum, viene aggiunto all’art.9 che la Repubblica “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni” e che “La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. L’art. 41 invece stabilisce che l’iniziativa economica è libera ma “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” aggiungendo di fatto alle finalità sociali dell’economia anche quelle ambientali. Con questa riforma l’Italia si allinea ad altri Paesi che già da anni prevedono la tutela ambientale tra i principi fondanti della legge come la Spagna (che l’ha inclusa dal 1978), la Germania e la Francia. 


Un successo per il futuro della cultura ecologica nel Belpaese, che legittima la campagna per l’introduzione del reato di ecocidio, e che si accompagna ad una sempre più matura, anche se ancora parziale, sensibilità nei confronti anche del mondo animale. Sono passati 24 anni dalla prima proposta della LAV per l’inserimento dei diritti animali in Costituzione, e oggi “Questa riforma colma un vuoto inaccettabile nella Carta fondamentale del nostro Stato – ha commenta, il Presidente LAV Gianluca Felicetti – e non vogliamo considerarla un punto di arrivo, ma di partenza, anzi di ripartenza. Con più slancio e forza”. Era il 1998, quando prendendo ispirazione dalla notizia che il Bundestag tedesco aveva bocciato per la seconda volta l’inserimento dei diritti animali nella loro Costituzione, ventuno deputati di tutti gli schieramenti, a prima firma Annamaria Procacci (Verdi), presentarono la prima proposta di integrazione “animalista” dell’articolo 9 della Costituzione, tracciando la strada che ha portato all’attuale riforma. “Allora scrivevamo - ha ricordato Felicetti - che Le specie animali non umane hanno pari diritto alla vita e ad un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche biologiche. La Repubblica riconosce tutti gli animali come soggetti di diritto. Promuove e sviluppa servizi ed iniziative volte al rispetto degli animali, alla tutela della loro dignità e punisce ogni attentato alla loro esistenza. L’anno seguente realizzammo a Roma con la partecipazione di migliaia di persone la seconda Marcia per i diritti degli animali proprio a sostegno di questa proposta che però non fu esaminata dal Parlamento”, né allora, né nelle successive legislature.


Qualcosa è cambiato il 1° dicembre 2009 quando è entrato in vigore il Trattato Europeo di Lisbona con il quale gli animali sono stati finalmente riconosciuti come esseri senzienti e non più “prodotti agricoli”, impegnando a legiferare in tal senso anche gli Stati membri. Inizia così un lungo iter culminato in quest’ultima Legislatura con il riconoscimento degli animali e dell’ambiente in Costituzione prima in Senato, grazie alle senatrici e ai senatori De Petris (LeU), Maiorino e Perilli (M5S) e poi alla Camera, con il lavoro delle deputate Brambilla (FI), Muroni (Misto-Facciamo Eco) e della relatrice Corneli (M5S). Per il presidente della LAV “Avremmo certamente voluto di più, ma gli animali entrano finalmente nella Costituzione ben quattro volte - come animali (tutti), come ambiente, come biodiversità, come ecosistemi – e lo fanno nella parte dei principi fondamentali della Repubblica, con un rimando esplicito alla (necessità della) Legge dello Stato. Per le attuali condizioni politiche, avendo rifiutato che le nuove previsioni si applicassero solo a cani e gatti, come chiedevano senatori e deputati della Lega, è un miracolo”. Secondo Felicetti questa conquista sarà indispensabile “Per ottenere più facilmente e prima, tutela e rispetto degli animali nelle prossime Leggi così come nelle sentenze dei Tribunali. Perché così tutta l’Italia civile e del volontariato, avrà per gli animali ancora più voce in capitolo”. Basterà?


Per Sara Turetta presidente e fondatrice di Save the Dog and other Animals questo passaggio costituzionale è “Un passo importante, ma serve un cambio e un aggiornamento conseguente delle normative esistenti”. Al netto del trionfalismo “se le leggi non sono conseguenti ai principi rischiamo di avere solo delle belle parole. Pensiamo ad esempio alle dichiarazioni dell’Onu sui diritti dell’uomo e sui diritti dell’infanzia. Per non parlare dell’articolo 13 del Trattato di Lisbona che riconosce gli animali come esseri senzienti”. A questo trattato europeo entrato in vigore nel dicembre del 2007 non sono seguiti fatti, “Basta vedere le decisione europee sui test sugli animalicome Unione europea continuiamo poi a mandare animali da reddito in Medio Oriente per essere macellati e che dire dello stress che subiscono maiali o vitelli trasportati su gomma per km e km? Questo per dire che non è cambiato molto. Le dichiarazioni di principio vanno benissimo, ma devono seguire azioni concrete” ha spiegato la Turetta. Le iniziative più urgenti? “La revisione della 281/91 per la gestione del randagismo, ma anche un inasprimento delle pene legate al maltrattamento, all’abuso e all’uccisione degli animali. Nel codice penale le pene previste ora sono ancora troppo blande”. Ci si dimentica infine sempre dei cosiddetti "animali da reddito": suini, pollame, vacche da latte: “Ora l’Italia potrebbe intervenire sull’allevamento intensivo e sul trasporto su gomma senza aspettare l’Europa. Credo che in questo campo dei cambiamenti legislativi siano particolarmente urgenti”.


Alessandro Graziadei

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