La salute del sottosuolo è centrale nell’agenda dell’Unione europea, che non a caso da tempo ha elaborato una specifica strategia per il suolo 2030 tesa a conservarne la ricca biodiversità e la capacità di fornire servizi ecosistemici essenziali, come la produzione alimentare, la depurazione delle acque e lo stoccaggio del carbonio. Il suolo è quindi una componente vitale del capitale naturale europeo che però viene regolarmente “calpestato”, non solo dai nostri piedi, ma anche dalle crescenti pressioni antropiche che fino ad oggi mancavano di un monitoraggio completo. Il rapporto “Soil monitoring in Europe – Indicators and thresholds for soil health assessments” uscito in gennaio e pubblicato dall’European environment agency (EEA), attraverso una serie completa di indicatori comuni utili a valutare la salute del suolo e le sue soglie di rischio, ha provato a testare lo stato del suolo europeo denunciando come “I suoli europei sono sottoposti a crescenti pressioni a causa dell’impermeabilizzazione, dell’inquinamento, dell’agricoltura intensiva e dei cambiamenti climatici".
Gli indicatori selezionati dall’EEA lo scorso gennaio riguardano il carbonio organico del suolo, i nutrienti, l’acidificazione, l’inquinamento, la biodiversità, l’erosione, la compattazione e l’impermeabilizzazione. Per ciascun indicatore, il rapporto EEA identifica le soglie oltre le quali il funzionamento del suolo, ad esempio per la purificazione dell’acqua o la produzione alimentare, viene influenzato negativamente. Per l’EEA “Queste soglie possono essere considerate punti di non ritorno per la salute del suolo e punti di azione per informare sulle urgenti esigenze di protezione e ripristino delle politiche riguardanti il suolo in Europa”, per questo è necessario valutare con la massima precisione lo stato del suolo. In questa direzione va il nuovo Soil health dashboard, un dataset sul suolo armonizzato a livello di Unione europea attraverso una nuova metodologia sviluppata dall’EU Soil Observatory (EUSO) e gestita dal Joint Research Centre (JRC) attraverso gli indicatori proposti dalla Soil Mission del programma di ricerca e innovazione dell’Horizon Europe. Per i ricercatori dell’JRC questo nuovo strumento, che fa parte della strategia dell’Ue per il suolo per il 2030, “Può specificare le condizioni per un suolo sano, determinare le opzioni per il monitoraggio del suolo e stabilire regole favorevoli all’utilizzo e al ripristino sostenibili del suolo” supportando e indirizzando così l’imminente proposta della Commissione europea per una legge sulla salute del suolo.
Una prima ricognizione fatta dal JRC con il Soil health dashboar ha rilevato una situazione abbastanza scioccante: “Uno sbalorditivo 61% dei suoli dell’Ue si trova in uno stato malsano” e in realtà “Questa cifra è una sottostima dell’effettiva portata del degrado del suolo, data la riconosciuta mancanza di dati su molti altri problemi di degrado del suolo, come la sua contaminazione”. I tipi più diffusi di degrado del suolo sembrano essere la perdita di carbonio organico (48%), la perdita di biodiversità (37,5%) e l’erosione da parte dell’acqua (32%), ma la maggior parte dei suoli malsani è soggetta a più di un tipo di degrado del suolo. Il dashboard EUSO sulla salute del suolo approfondisce gli indicatori dell’EEA e si basa sull'analisi di 15 processi di degrado del suolo che coprono: erosione del suolo, inquinamento del suolo, nutrienti, perdita di carbonio organico del suolo, perdita di biodiversità del suolo, compattazione del suolo, salinizzazione del suolo, perdita di suoli organici e impermeabilizzazione del suolo. Sono indicatori che coprono solo un sottoinsieme dei processi di degrado che interessano i suoli, ma circoscrivendo l’area di sovrapposizione osservata tra i 15 processi di degrado del suolo ed evidenziando le associazioni tipiche, riescono a indicare con precisone anche le aree che potrebbero essere interessate al maggior degrado, oltre a fissare i valori soglia per determinare quando i suoli possono essere considerati sani o insalubri. Data l’ampia gamma di tipi di suolo, alcune di queste soglie a livello europeo possono comportare grandi incertezze, ma l’accuratezza della mappa del dashboard EUSO verrà sicuramente migliorata applicando analisi effettuate a livello locale e offrendo agli utenti la possibilità, sulla base dei dati, di aggiornare le mappe con soglie che ritengono più realistiche.
Il dashboard EUSO sulla salute del suolo rappresenta un passo avanti nel processo di analisi e regolamentazione dell'Unionein materia di tutela ambientale. Adesso la speranza dei ricercatori di JRC e EEA è che gli indicatori, insieme alle soglie che determinano lo stato di salute del suolo, si evolvano e si implementino ulteriormente in base all’attuazione della prossima legislazione dell’Unione sulla salute del suolo, degli sviluppi scientifici (ad esempio i progetti Soil Mission di Horizon Europe) e del progressivo miglioramento dei flussi di dati provenienti dai Paesi dell'Unione. Questa mappatura completa dovrebbe dare indicazioni utili alla politica per ridare centralità al suolo e al suo uso e alla sua tutela, preservando un bene comune per troppi anni considerato un “underground” dove quasi tutto era lecito.
Alessandro Graziadei
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