sabato 3 giugno 2023

Salviamo le praterie! Quali?

Quando pensiamo alle praterie, la maggior parte di noi si immagina le grandi pianure degli Stati dell’Indiana, Illinois, Iowa, Missouri, Wisconsin o Minnesota, dove centinaia di cavalli corrono a perdita d’occhio. Pochi di noi immaginano cavallucci marini al “trotto” tra le fanerogame marine che rappresentano uno degli ecosistemi marini più diffusi sulla Terra, coprendo circa 300.000 km2 di fondale marino in 159 Paesi. Eppure anche queste sono praterie, in questo caso sottomarine, che in Mediterraneo sono formate per lo più dalla Posidonia oceanica,  una delle quattro fanerogame spontanee del Marenostrum, che insieme alla Cymodocea nodosa, alla Zostera noltii e alla Zostera marina, esercitano un ruolo multifunzionale importantissimo nei sistemi costieri, tanto da dar vita all’ecosistema più importante del Mar Mediterraneo. Un habitat che a causa della progressiva e diffusa regressione di queste piante, è diventato negli ultimi anni oggetto di numerosi studi e soggetto prioritario di conservazione con la Direttiva Habitat e anche attraverso il World Seagrass Day istituito dall’Onu nel 2022 e celebrato in tutto il mondo il 1 marzo per aumentare la consapevolezza sulle minacce alle praterie sottomarine che rappresentano veri e propri paradisi di biodiversità per i pesci, proteggono le coste dalle tempeste e sono importanti depositi di carbonio, rendendole tra i sistemi naturali più preziosi del mondo.  


Preziosi ma in pericolo. Attualmente ogni 30 minuti nel Mondo scompare un campo da calcio di Posidonia e si stima che ogni anno vada perduto il 7% delle praterie sottomarine. L’acidificazione degli oceani, lo sviluppo costiero e l’innalzamento delle temperature degli oceani a causa dei cambiamenti climatici sono i fattori principali della perdita di questi ecosistemi. Secondo Leticia Carvalho, responsabile mare e acque dolci dell’United Nations environment programme (Unep), “L’ecosistema delle fanerogame marine è un perfetto esempio di natura in azione, dove gli habitat e la delicata rete della vita si intrecciano in perfetta armonia”. In occasione di questo World Seagrass Day la Carvalho  ha ricordato che “Il mondo deve dare la priorità ad azioni tempestive, ambiziose e coordinate che conservino, ripristinino e gestiscano in modo sostenibile le fanerogame marine. Mentre questo accade, i Paesi devono garantire che le comunità locali, che vivono in armonia con la natura da migliaia di anni, ne traggano beneficio”. Aumentare questi sforzi è fondamentale per raggiungere l’Accordo di Parigi e molti degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Sono anche considerate fondamentali per aiutare i Paesi a raggiungere gli obiettivi del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework, un patto storico firmato lo scorso anno per tutelare la natura che ormai deve fare i conti con 1 milione di specie prossime all’estinzione.


In occasione di questo World Seagrass Day l’Unep ha ricordato i sorprendenti modi in cui le praterie sottomarine possono salvaguardare la fauna selvatica, avvantaggiare le persone e aiutare a gettare le basi per un futuro più sostenibile: “Sono nurseries per il 20% delle più grandi attività di pesca del mondo. La sopravvivenza di molte specie, come tartarughe, cavallucci marini, lamantini e dugonghi, dipende da queste praterie. Grazie alla loro frondosa chioma sottomarina, le piante sottomarine offrono anche riparo a innumerevoli piccoli invertebrati, come granchi e gamberi, oltre a molte specie di alghe e batteri” e “sono un’importante fonte di cibo per pesci, polpi, gamberetti, ostriche, vongole e calamari, alla base della pesca che sostiene centinaia di milioni di persone in tutto il mondo”. Sono inoltre chiamate “Il filtro dell’acqua della natura, perché aiutano a pulire l’acqua intrappolando sedimenti ricchi di carbonio e assorbendo nutrienti e agenti patogeni. I sistemi dominati dalle fanerogame marine ossigenano l’acqua attraverso la fotosintesi, migliorando la qualità dell’acqua e alimentando la crescita dei coralli”. Per questo le praterie sottomarine creano hotspot di biodiversità, fornendo habitat e nutrienti per innumerevoli specie e sono un indicatore precoce della salute ecologica delle aree costiere. Quando una prateria sottomarina soffre, soffre anche la biodiversità e non solo quella marina. Sì perché le praterie sottomarine sono importanti anche per le specie non marine. Durante la loro migrazione autunnale, alcune specie di oche e anatre pascolano sulle fanerogame marine che spuntano dai sedimenti costieri, molti altri uccelli si nutrono di invertebrati nelle acque spesso poco profonde che circondano le piante, mentre la loro presenza è una barriera che riduce l’energia delle onde, proteggendo animali, piante e persone dal crescente rischio di inondazioni e tempeste. Infine queste praterie sottomarine, spesso indicate  come un tipo di blue forest, proprio come quelle terrestri, aiutano a contrastare il cambiamento climatico. Anche se coprono solo lo 0,1% del fondo oceanico, sono pozzi di assorbimento di carbonio altamente efficienti, capaci di stoccare fino al 18% del carbonio oceanico mondiale


Occorrerebbe quindi non solo celebrarle, ma proteggerle, come ha ben ricordato il 3 marzo il segretario generale dell’Onu António Guterres in occasione del World Wildlife Day: “Riflettiamo sulla nostra responsabilità di proteggere la magnifica diversità della vita sul nostro pianeta. E riconosciamo il nostro miserabile fallimento. Le attività umane stanno devastando foreste, giungle, terreni agricoli, oceani, fiumi, mari e laghi un tempo fiorenti. Un milione di specie è sull’orlo dell’estinzione, a causa della distruzione dell’habitat, dell’inquinamento da combustibili fossili e dell’aggravarsi della crisi climatica. Dobbiamo porre fine a questa guerra alla natura. La buona notizia è che abbiamo gli strumenti, le conoscenze e le soluzioni”. Quest’anno per esempio  ricorre il 50esimo anniversario della Convention on International Trade in Endangered Species (CITES), che ha contribuito a proteggere migliaia di piante e animali. Per la direttrice esecutiva Unep, Inger Andersen, “Con il World Wildlife Day celebriamo anche i 50 anni della CITES. 50 anni di regolamentazione del commercio internazionale di specie in via di estinzione. 50 anni di conservazione di alcuni dei tesori più iconici del pianeta. E 50 anni di dimostrazione che la cooperazione internazionale tra e Paesi può funzionare. Ma sappiamo tutti che abbiamo una lunga strada da percorrere. Si stima che un milione dei quasi 8 milioni di specie presenti sul nostro pianeta siano in pericolo di estinzione a causa di ciò che facciamo, della nostra attività umana. Mentre intensifichiamo l’azione per affrontare la crisi della biodiversità, le partnership per la conservazione della fauna selvatica, che sono il tema del World Wildlife Day, saranno sempre più fondamentali”. World Seagrass Day World Wildlife Day, due giornate mondiali che ci invitano a stringere una più stretta collaborazione con la natura. Perché il nostro futuro, e quello di tutte le specie su questo Pianeta dipendono da come sapremmo declinare questa collaborazione a livello politico (nazionale ed internazionale) e personale.


Alessandro Graziadei

 

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